27/04/09

Tradizioni di famiglia

Si dice che un indizio non significa nulla, ma che tre indizi fanno una prova. Quand'è così, vista l'innumerevole quantità di prove, possiamo serenamente affermare che l'Abruzzo è una regione che ha qualche grosso problema con la legalità, considerando in particolare la quantità di personaggi con guai giudiziari che riesce a sfornare anno dopo anno.

Basta partire da Rocco Salini, il Presidente della Regione dimessosi nel 1992 dopo una condanna ad un anno e 4 mesi di reclusione, riciclatosi poco dopo tra le fila di Forza Italia (e ora nel PDL), per arrivare a Luciano D'Alfonso (PD), sindaco di Pescara, impelagato in diverse indagini giudiziarie (dalle accuse di abuso d'ufficio a quelle per corruzione e falso ideologico), passando per gli ex presidenti di regione Ottaviano Del Turco (PD) e Giovanni Pace (PDL), indagati entrambi per presunti reati di corruzione legati all'ambito sanità, per realizzare questa triste realtà. Una enorme realtà se si considerano anche i cosiddetti "pesci piccoli".

E come se tutto questo non bastasse a gettare discredito sulla classe dirigente della regione, arriva in soccorso la famiglia Angelucci, romana d'adozione ma originaria della provincia dell'Aquila (rieccoci!), nelle figure di Antonio, deputato per il Popolo della Libertà, e del figlio Giampaolo.
Le indagini che complessivamente coinvolgono i due personaggi, monarchi indiscussi delle cliniche private d'Italia, sono 3: quella sulla presunta corruzione dell'ex Presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto (500 mila euro il piatto in gioco) e che vede il leader della Destra Francesco Storace co-imputato assieme al neo-ministro Fitto, quella sullo scandalo abruzzese Sanitopoli (rieccoci ancora!) e, ultima cronologicamente, quella portata avanti dalla procura di Velletri su una presunta truffa da 170 milioni di euro ai danni della Regione Lazio.

Ed è per quest'ultimo filone d'inchiesta che il 4 febbraio scorso il "piccolo" dell'accoppiata, Giampaolo, viene sottoposto agli arresti domiciliari, terminati solo dopo 3 settimane. Ma questa volta è in dolce compagnia: la richiesta dei domiciliari scatta anche per il padre, il deputato Antonio, indagato per lo stesso reato, per il quale, però, scattano le garanzie previste dall'articolo 68 della Costituzione, e la richiesta viene quindi sottoposta alla decisione della Camera.

Più di due mesi e mezzo il tempo richiesto dalla Camera dei Deputati per esaminare la richiesta del procuratore di Velletri Giuseppe Patrone. Alla faccia dell'urgenza del provvedimento!

La conclusione dell'esame? E' banale anche solo la domanda, figurarsi la risposta!
Nel silenzio quasi collettivo dei media, la votazione sul provvedimento (il 22 aprile scorso) vede 316 favorevoli al rigetto della richiesta, 59 astenuti e solo 30 i contrari (i deputati IDV, quelli radicali e uno sparuto gruppetto di democratici sicuramente infetti dal morbo del giustizialismo).

Il Partito Democratico ancora una volta (credo che abbia oramai battuto il record storico valido per un gruppo parlamentare) si è presentato diviso all'appuntamento. C'è chi ha votato per il mantenimento al suo posto del deputato Angelucci, chi ha votato per l'arresto (una minoranza davvero esigua) e chi si è astenuto (una scelta che è diventata uno status symbol del PD).

La gran parte si è comunque schierata a difesa dell'indagato pidiellino Angelucci. I motivi possono essere ricercati ovunque e sono decisamente lampanti.
Potremmo supporre che alla base della solidarietà corporativa data al collega parlamentare ci sia la volontà di fornire un ringraziamento postumo all'indagato per aver acquistato e gestito per diverso tempo il quotidiano L'Unità, oppure una sorta di riverenza verso colui che ancora oggi possiede decine di cliniche e i quotidiani Libero e Il Riformista.

Ma personalmente credo che la motivazione più consistente sia da ricercare nelle quote di proprietà di Alitalia - CAI, dal momento che l'indagato deputato Angelucci ne possiede il 7.1%. Non è carino mettere agli arresti uno dei "salvatori della patria". Il voto a suo favore di Colaninno jr. (PD) è lì a testimoniarlo.

PS: in tema di giustizia e processi, un'altra notizia fin troppo sottaciuta riportata dall'attento Andrew, del blog Diego Garcia. Buona lettura!

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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