04/05/09

Dalla legge "porcata" al referendum "porcata"


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Una dichiarazione di appoggio al referendum, questa dell'onorevole Antonio Di Pietro, che dimostra quanto sia utile spiegare per bene i quesiti referendari e la loro dannosità se anche un deputato come lui dimostra di non averne capito granché...

Roberto Calderoli. E' questo il nome con cui identificheremo l'autore di una delle più sconsiderate leggi italiane.
E' il nome di uno dei grandi protagonisti in negativo di ciò che presto o tardi diverrà storia politica italiana. Il dentista che si fece celto, il celto che si fece leghista, il leghista che divenne parlamentare, il parlamentare che fu promosso a ministro, il ministro che con una t-shirt scatenò una tensione internazionale paragonabile solo alla crisi dei missili a Cuba, il pessimo diplomatico che divenne l'autore della legge elettorale che egli stesso definì "porcata".

Spesso associamo a questa maschera popolare tipica della commedia dell'arte bergamasca (meno famosa solo dei conterranei Brighella ed Arlecchino ma molto più del bolognese sinistroide Balanzone e del terrone Pulcinella) l'immagine dell'uomo che soleva portare a spasso un maiale al guinzaglio per farlo sgambettare ed urinare sui terreni comunali di mezza Italia sui quali era prevista la costruzione di una moschea.

Un'associazione di immagini estremamente limitativa e puerile, dal momento che tutti sanno che in realtà il maiale che portava in giro era, a detta dello stesso ministro Calderoli, anche il vero autore della legge elettorale che porta il nome del ministro, ma che quest'ultimo in uno slancio di onestà ha preferito dedicare al vero autore: il suo caro ed inseparabile amico suino.
Ecco come nasce la legge elettorale vigente, quella famosa per il premio di maggioranza del 55% e le "liste bloccate", la "porcellum".

Ed è a questo punto della "straordinaria storia d'Italia" che spuntano fuori due loschi figuri, Giovanni Guzzetta e Mariotto Segni, uomini con in mente un unico obiettivo: rendere la legge elettorale vigente ancora peggiore, lasciando tutte le grandi pecche e aggiungendone altre.

Altre pecche che altro non sono se non il colpo letale da infliggere alla già decadente democrazia italiana.

La legge elettorale vigente, tra i suoi punti-chiave, prevede per la coalizione di partiti più votata l'assegnazione di una quantità di seggi alla Camera e al Senato pari al 55% dei seggi totali (per il Senato tale attribuzione del premio viene fatta valutando la coalizione vincente regione per regione e non a livello nazionale).
I due promotori referendari, arrabbiati perché l'Unione con 30 mila voti in meno del centrodestra ottenuti al Senato nel 2006 prese "solo" 3 seggi di vantaggio, pensarono di introdurre 2 varianti alla legge elettorale, una per la Camera e una per il Senato.

La variazione è la seguente: il premio di maggioranza del 55% non viene più attribuito alla coalizione che prende più voti (es. PDL+Lega o PD+IDV), ma al partito più votato (in questo caso il PDL). Questo sia per la Camera che per il Senato.
Per fare un paragone con la situazione attuale, adesso il PDL avrebbe da solo il 55% dei seggi e governerebbe in autonomia. E all'opposizione avremmo un 8% dei seggi in mano alla Lega Nord e un 5,5% per l'UDC. Un centrodestra in parlamento con quasi il 70% dei seggi.

Se andasse in vigore questa modifica le conseguenze potrebbero essere fondamentalmente 2.
Primo. La situazione politica resta quella attuale e l'assegnazione dei seggi in Parlamento avverrebbe come appena descritto.
Secondo. Per garantire il maggior numero di voti per superare gli avversari e quindi ottenere la maggioranza, il PDL farebbe lista unica con la Lega ed idem il PD con l'Italia dei valori. E la competizione elettorale si ridurrebbe ad una scelta tra i simboli del PDL e del PD.

Nessuna modifica alle liste bloccate che rimangono come sono, quindi nessun ripristino delle preferenze. Nessuna abolizione della legge "porcata". Il referendum Guzzetta-Segni non fa altro che trasformare la "porcellum" in "porcellissimum", con un sistema elettorale bipartitico a liste bloccate.
I leader politici che parlano di "abolizione" di legge porcata o mentono per ignoranza (ed è grave) o fingono di non sapere per ingannare i propri elettori (ed è forse peggio).

Non è un mistero che le due grandi zavorre della politica italiana, il PD e il PDL, adorino questi quesiti referendari. E non è ilogico che UDC, Lega Nord, Sinistra e Libertà e Rifondazione+Comunisti Italiani la avversino profondamente.
Ciò che rappresenta un mistero e costituisce pure illogicità è lo straordinario sostegno al referendum fornito dall'Italia dei Valori, un partito che con una legge tale verrebbe o relegato per sempre all'opposizione di qualunque governo o che finirebbe per sciogliersi nel PD.

Il 21 giugno, in concomitanza con gli eventuali ballottaggi, il popolo italiano è chiamato a scegliere per un SI od un NO a questa proposta elettorale (premio di maggioranza del 55% al partito più votato e divieto di candidature in più collegi per il singolo candidato).
Questa proposta elettorale renderebbe la legge attuale sempre più simile alla Legge Acerbo che nel '24 diede una maggioranza bulgara al listone fascista.
Credo che ogni buon democratico di questo paese debba fare il suo compito per annullare ogni possibilità di riuscita. Votando SI si sceglie di dar vita ad un sistema elettorale bipartitico a liste bloccate, votando NO si sceglie di mantenere la legge attuale.

Una scelta del genere è insensata. Nella scelta tra il dramma e la tragedia, io scelgo di non scegliere.
Scelgo di non presentarmi alle urne o di presentarmi se dovrò votare per un ballottaggio e rifiutare la scheda del referendum.

Il referendum non deve raggiungere il quorum. Mai e poi mai. Almeno se non vogliamo passare il resto della nostra vita a scegliere tra due sole idee politiche (che sia PD/PDL o porcata/porcatissima). E' una battaglia di democrazia più importante di quanto possa sembrare. Non dimenticatelo.

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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