18/05/09

Fa male l'acqua del rubinetto?

I risultati delle analisi compiute dall’Università di Napoli Federico II, sulla qualità dell’acqua che esce dai rubinetti delle case degli italiani, sono senza dubbio tali da destare un certo allarme ed imporre tutta una serie di riflessioni.
Stando alle parole di Massimiliano Imperato che ha coordinato lo studio nel quale è stata analizzata l’acqua che esce dai rubinetti (circa 20 abitazioni campione per città) in 50 città italiane facenti parte di 17 regioni, fra cui grandi centri come Milano, Torino, Napoli, Roma, Venezia, Bari, Grosseto, Firenze, Pavia, Vercelli, Novara, Bolo­gna, Genova, circa il 25% dei campioni prelevati mostrano inquinamento di natura chimica e microbiologica.
Gli elementi di contaminazione chimica sono costituiti per la maggior parte da trialometani (cloroformio) e da composti organoalogenati (trielina ed altri) che risultano essere sottoprodotti della clorazione dell’acqua, ma sono state riscontrate anche tracce di sostanze medicinali quali antibiotici, ansiolitici, an­ti- infiammatori che hanno evidentemente superato i depuratori . Mentre i contaminanti di origine microbiologica risultano essere per lo più colibatteri.

Se le conseguenze sulla salute umana determinate dalla presenza dei colibatteri preoccupano relativamente poco, altrettanto non si può dire degli agenti chimici e dei composti che possono venirsi a creare attraverso l’interazione di vari elementi. In questo caso infatti, soprattutto a fronte di un’assunzione prolungata dell’acqua contaminata, può aumentare il rischio di cancro alla prostata, ala vescica e al retto e verificarsi una tossicità a carico del fegato e dei reni.

I risultati delle analisi dell’Università di Napoli ingenerano senza dubbio una certa confusione all’interno della galassia ambientalista, da tempo impegnata ad incoraggiare anche negli asili e nelle scuole l’uso dell’acqua del rubinetto, per combattere “l’industria” delle acque minerali imbottigliate, che contribuisce pesantemente ad incrementare l’inquinamento (imbottigliamento, trasporto ecc.) e la produzione di rifiuti sotto forma delle bottiglie di plastica. Viene spontaneo domandarsi se quello dato finora fosse un consiglio “giusto”, alla luce del fatto che l’acqua di alcuni rubinetti potrebbe risultare nociva per la salute.

Riguardo all’impatto ambientale ed al consumo di risorse indotto dall’industria dell’acqua imbottigliata non possono assolutamente esistere dubbi, ragione per cui è impossibile prescindere dall’incoraggiare, come fatto finora, l’utilizzo dell’acqua del rubinetto. I risultati delle analisi del Federico II devono però indurre con altrettanta fermezza a pretendere una capillare serie di controlli da effettuarsi (come suggerisce lo stesso Imperato) al rubinetto e non a monte, una revisione delle leggi concernenti le dosi minime di agenti inquinanti consentiti nell’acqua (in genere troppo permissive) e un generale ripensamento del modo in cui le acque spesso vengono depurate attraverso l’uso massiccio della clorazione. In sostanza la battaglia in favore dell’acqua del rubinetto non può prescindere da quella per garantire la sua qualità e su questo fronte finora si è fatto sicuramente troppo poco.

di Marco Cedolin

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
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4 commenti:

  1. Non ci sono risultati precisi sulle analisi rispetto alle città dove sono state fatte? A Firenze ad esempio che risultati sono venuti fuori? Lo dico perché c'è mia suocera che beve l'acqua del rubinetto... e potrei anche dirle di smettere in teoria :)

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  2. qui trovi qualche link per vedere i risultati della ricerca ;) http://www.ecoblog.it/post/8344/le-acque-potabili-italiane-sono-sporchine

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  3. Pare che l'allarme sia rientrato ...

    http://www.ecoblog.it/post/8354/altraeconomia-e-legambiente-rispondono-alla-ricerca-sullacqua-del-rubinetto-allarme-rientrato

    Citando:
    "La ricerca citata dal Corriere è realizzata dal Centro europeo di ricerca acque minerali (Ceram), un’istituzione privata, in collaborazione con le due Università di Napoli (la Federico II e la Seconda università). È stata finanziata dall’Università Federico II, da due aziende di gestione del servizio idrico e sostenuta da Mineracqua, l’associazione che raggruppa gli imbottigliatori di acqua minerale."

    Che strano, vero?

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  4. si molto strano lo non avrei mai immaginato... siamo sempre alle solite :(

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