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Passate le elezioni il governo piduista alleato di corrotti e corruttori rompe ogni indugio e presenta il maxi emendamento al ddl intercettazioni per chiedere il voto di fiducia alla Camera, a discapito della sicurezza di milioni di italiani, leghisti compresi. La proposta di modifica, che porta la firma del menestrello ad mafiam Angelino Inaffanno, recepisce il testo approvato in commissione Giustizia il 16 febbraio scorso, oltre ad alcuni emendamenti presentati da governo e relatore nel comitato dei 9 della commissione.
La decisione è stata presa alla cena di Arcore dell’altra sera tra il corruttore e il suo attacchino Umberto Bossi.
Il senso è questo: il Pdl rinuncia a sostenere il referendum elettorale tanto temuto dal Carroccio e la Lega, in cambio, sostiene i candidati del centrodestra ai ballottaggi senza mettersi di traverso sulle intercettazioni.
Ecco perché il ministro dell’interno Roberto Maroni (leghista) si è rimangiato le promesse fatte pochi giorni fa prima del voto delle europee. Si era detto disponibile a ritoccare il ddl per “recepire gli interessanti suggerimenti“, del capo della Procura nazionale Antimafia Pietro Grasso che aveva parlato del rischio di pregiudicare le indagini contro la criminalità organizzata, .
Ebbene, dopo 2 riunioni di maggioranza alla presenza della presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno, i ministri Maroni, Angelino inaffano, Elio Vito e Calderoli, il piduista Cicchitto e il leghista Cota (pota) si è deciso di lasciare il ddl intatto. Nessuna modifica. Dei suggerimenti di Grasso neanche l’ombra, come si evince dalla battuta del ministro dell’ingiustizia ombra Niccolò Ghedini ai cronisti: “Grasso chi? No, no, oggi solo magro…”.
Il voto di fiducia al provvedimento, previsto per oggi alle 17:10, contiene in estrema sintesi ciò che segue:
EVIDENTI INDIZI COLPEVOLEZZA - Il Pm potrà chiedere di intercettare solo se ci saranno evidenti indizi di colpevolezza (??) e solo se saranno assolutamente indispensabili (??). Nelle indagini di mafia e terrorismo basteranno sufficienti indizi di reato. La richiesta dovrà essere autorizzata da un Gip collegiale (3 giudici che non ci saranno quasi mai) del capoluogo del distretto. Ma il giudice dovrà poi compiere una valutazione autonoma del caso (!!).
VIA IL MAGISTRATO CHE PARLA TROPPO - La toga che rilascia “pubblicamente dichiarazioni” sul procedimento affidatogli ha l’obbligo di astenersi. E sarà sostituito se iscritto nel registro degli indagati per rivelazione del segreto d’ ufficio.
OMESSO CONTROLLO - Il ddl prevede l’ammenda da 500 a 1.032 euro per pubblici ufficiali e magistrati che ometteranno di esercitare “il controllo necessario ad impedire la indebita cognizione o pubblicazione delle intercettazioni”.
DIVIETO PUBBLICAZIONE - Il testo cambia. Prima era vietato scrivere di tutto fino all’inizio del dibattimento. Ora sarà vietato pubblicare anche le intercettazioni non più coperte da segreto fino alla conclusione delle indagini preliminari. E sarà vietato pubblicare le richieste e le ordinanze emesse in materia di misure cautelari fino a quando l’indagato o il suo difensore non ne siano venuti a conoscenza. Fanno eccezione le intercettazioni riportate nelle ordinanze, che sarà vietato pubblicare.
RETTIFICHE SENZA COMMENTO - Cambia anche la norma sulle rettifiche perchè nel ddl si dice che dovranno essere pubblicate nella loro interezza, ma «senza commento». E si disciplinano anche quelle su internet.
NO A NOMI E IMMAGINI PM - Stop alla pubblicazione di nomi o immagini di magistrati “relativamente ai procedimenti penali a loro affidati“, salvo che l’immagine non sia indispensabile al diritto di cronaca.
CARCERE PER I GIORNALISTI - Torna il carcere per i cronisti, ma la pena diventa da 6 mesi a un anno (era da uno a 3 anni) quindi oblabile: cioè trasformabile in sanzione pecuniaria.
REATI INTERCETTABILI - Potranno essere intercettati tutti i reati con pene oltre i 5 anni, compresi quelli contro Pubblica Amministrazione; ingiuria; minaccia; usura; molestia; traffico-commercio di stupefacenti e armi; insider trading; aggiotaggio; contrabbando; diffusione materiale pornografico anche relativo a minori ma con LIMITI DI TEMPO. Non si potrà intercettare per più di 60 giorni: 30 più 15 più 15. Per reati di mafia, terrorismo o minaccia col mezzo del telefono si può arrivare a 40 giorni prorogabili di altri 20.
INTERCETTAZIONI AMBIENTALI - Si potranno usare le cimici solo per spiare luoghi nei quali si sa che si sta compiendo un’attività criminosa. Unica eccezione per i reati di mafia, terrorismo e per quelli più gravi.
RELAZIONE SU SPESE E TETTO - Ci sarà un tetto di spesa stabilito dal ministero della Giustizia, sentito il Csm. Entro il 31 marzo ogni procuratore trasmetterà a Via Arenula una relazione sulle spese per le intercettazioni dell’anno precedente.
PROCEDIMENTO CONTRO IGNOTI - Le intercettazioni potranno essere richieste solo dalla parte offesa e solo sue sue utenze.
ARCHIVIO RISERVATO E DIVIETO DI ALLEGARE VERBALI A FASCICOLO Telefonate e verbali saranno custoditi in un archivio presso la Procura. E le registrazioni saranno fatte con impianti installati nei Centri di intercettazione istituiti presso ogni distretto di Corte d’Appello. I procuratori dovranno gestire e controllare questi Centri e avranno 5 giorni per depositare verbali e intercettazioni. Se dal loro deposito però ci sarà pregiudizio per le indagini, si potrà ritardare la consegna, ma non oltre la data dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari. Vietato allegare le intercettazioni al fascicolo.
NO A UTILIZZO IN PROCEDIMENTI DIVERSI - Le intercettazioni non potranno essere usate in procedimenti diversi da quelli nei quali sono state disposte. Salvo i casi di mafia e terrorismo.
STOP A INTERCETTAZIONI PER 007 - Se un Pm volesse intercettare un telefono usato da esponenti dei Servizi e quindi anche da ‘body guard’ dovrà informarne entro 5 giorni il presidente del Consiglio che potrà apporre il segreto di Stato. (ANSA).
Il provvedimento, con evidenti falle incostituzionali, contradditorie e arbitrarie, favorirà impunità alle bande di albanesi e romeni che da domani, più di ieri, potranno assalire tranqulli le ville dei leghisti, stuprare le loro figlie ed eventualmente rapirle per chiederne il riscatto dopo 2 mesi. Certi di rimanere impuniti.
Le proteste dell’opposizione e la discesa in piazza a Montecitorio della Fnsi sono soltanto dettagli di poco conto.
Questo provvedimento, che rientra nel pacchetto sicurezza è l’ennesima farsa di un governo di criminali che rema contro la povera gente, lasciandola allo sbando dell’insicurezza e della disinformazione. Berlusconi, Bossi, Mastella e tutta la loro banda di alleati potranno patteggiare tangenti al telefono nella totale impunità.
Bravi coglioni i leghisti.
Fonte articolo
Il sacro patto B-B è stato stretto:
RispondiEliminail Nord alla Lega e il Sud alla mafia.