24/06/09

Il fallimento del "referendum porcata" e la sorpresa ballottaggi

Il referendum, come ogni buon democratico si è augurato in queste settimane, è miseramente fallito.
La misura di questo fallimento è enorme e difficilmente occultabile: poco più di un elettore su 5 si è recato alle urne, l'affluenza al voto ha raggiunto il suo record negativo (23.51%) ed è, in termini di risultato, il peggior referendum di tutti i tempi, battuto anche dagli ultimi sull'articolo 18 e sulla Legge 40, che non giovarono nemmeno dell'aiuto "accorpamento".

Se andiamo ad analizzare con precisione i dati e ci lasciamo trasportare da un certo spirito di curiosità per alcuni dettagli, scopriamo che il fallimento è ancora più esteso di quanto sia apparso finora. Una sonora disfatta.

E' proprio così se si considera, oltre all'affluenza più bassa di tutti i tempi, la quantità di schede bianche o nulle, che per i primi due quesiti costituisce l'11.54% delle schede totali.
Facendo un rapido calcolo, la percentuale di elettori che effettivamente ha dichiarato il proprio sostegno alla riforma elettorale "bipartitica" o "acerbiana" (se facciamo riferimento alla legge elettorale che nel '24 portò Mussolini al potere assoluto) arriva appena al 16% dell'elettorato tutto.
Un risultato davvero niente male per un referendum appoggiato ufficialmente dal PD e ufficiosamente dal PDL. Se non è "crisi del bipartitismo" questa...!

Qualche sostenitore del referendum, come in una sorta di strenua ultima difesa dell'indifendibile, ha ipotizzato che sarebbe più giusto valutare l'andamento del voto nei comuni in cui si sono effettuati i ballottaggi, così da avere un riferimento su come si sarebbero comportati gli italiani complessivamente se si fossero trovati forzatamente le 3 schede referendarie di fronte ai loro occhi.

Valutando, ad esempio, i 15 comuni capoluogo in cui erano in corso i ballottaggi, scopriamo che il termine "disfatta" trova invece una rassicurante conferma.
Ben un elettore su sei ha votato per l'elezione del proprio sindaco, ma non per il referendum. Quest'ultimo ha sì raggiunto il quorum, sebbene a malapena (53%), ma è anche vero che qui tantissimi elettori hanno raccolto in mano le schede pur senza votarle (dal momento che la pratica del "rifiuto della scheda" è ancora ignota a molti elettori). Se andassimo a sottrarre dalla percentuale votanti la percentuale di elettori "costretti" passivamente al voto, ecco che in nessun comune il referendum raggiungerebbe il "vero" quorum.

Basti pensare che la percentuale di SI in relazione alla popolazione degli "aventi diritto al voto" nei comuni con ballottaggio arriva appena al 32%.

Abbiamo sventato con grande successo il pericolo del passaggio da una legge "porcellum" ad una nuova legge "porcellissimum". Ora si tratta solo di sperare che questo non accada all'interno delle "segrete" aule di Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama, dove la volontà degli elettori è demandata a centinaia di uomini mai direttamente eletti.

Le sorprese non mancano nemmeno nei ballottaggi per i 15 comuni capoluogo e le 22 provincie al voto domenica e lunedì scorsi.
Eccezion fatta per i comuni di Prato e Terni e la provincia di Crotone, non esiste una sola provincia o un solo comune in cui il centrosinistra non abbia aumentato i propri voti rispetto al primo turno molto più di quanto abbia fatto il centrodestra.
In alcune località il centrodestra ha addirittura diminuito i propri voti rispetto a 2 settimane prima. In molte altre si sono avuti sorpassi imprevedibili come a Foggia dove da un 42 a 26 per il centrodestra si è passati ad un 54-46 per il centrosinistra al ballottaggio, un aumento di 28 punti percentuali non spiegabile solo con il particolare appoggio dell'UDC.
Un incremento sensibile che riguarda 13 comuni su 15 e 21 province su 22.

Questo naturalmente non giustifica in alcun modo i toni trionfalistici fuori luogo del solito Franceschini (considerando soprattutto la sconfitta complessiva in queste elezioni amministrative), ma di certo mostra un curioso dato di fatto, considerando il calo dell'affluenza dal primo al secondo turno: gli elettori del centrodestra cominciano ad essere più stanchi di quelli di centrosinistra.

E per una popolazione in larga parte ignara degli ultimi scandali che coinvolgono l'uomo e il politico Berlusconi non è un dato di poco conto.

PS: Oggi pomeriggio, mercoledì 24 giugno, alle ore 17:30 presso l’ambasciata dell’Iran in via Nomentana 361 a Roma, si terrà una manifestazione di solidarietà alle manifestazioni di Teheran di questi giorni e per denunciare con forza la necessità di restituire la democrazia al popolo iraniano.

Fonte articolo

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