01/07/09

Incorreggibili - Pillole rosse del 1/7/2009


  1. “Bischoff poised to become Lloyds chairman”, Financial Times. Valzer di poltrone tra Londra e New York. Sir Win Bischoff, ex presidente della banca americana Citigroup, dovrebbe passare alla guida della banca inglese Lloyds. Praticamente l’ex timoniere di un istituto di credito salvato a colpi di miliardi dai contribuenti americani diventerà il numero uno di un altro istituto di credito salvato dai miliardi di altri contribuenti, quelli inglesi. In effetti, il curriculum era perfetto.
  2. “Imprese in crisi: Senza aiuti non c’è futuro”, Corriere della Sera (articolo, per il momento, non disponibile on line). “Per quanto ci riguarda la situazione è critica. Ci sono aziende che stanno già pensando di chiudere per ferie senza sapere quando riapriranno a settembre. Stiamo navigando a vista”. Parola del presidente di Api (associazione piccole imprese)-Milano, Paolo Galassi. Che - correndo il rischio di incorrere nelle ire del partito degli ottimisti (il dinamico duo, Tremonti&Berlusconi) non le ha mandate certo a dire. E ha spiegato che, a parer suo, quest’autunno a Milano e dintorni il 10% delle aziende rischia di chiudere i battenti. E che le misure prese dal governo non sono sufficienti. Ovviamente il Corriere per evitargli guai ha piazzato il tutto nella sola “Cronaca di Milano”. Per cui nessun problema: lo avrà letto giusto la moglie e qualche collega.
  3. “Sprechi in Sicilia, dal 2007 deficit quasi raddoppiato“, La Stampa. Gli sprechi della Regione Sicilia finiscono sotto la lente della Corte dei Conti e del quotidiano torinese “La Stampa”. Che oggi - in un articolo firmato da Francesco Grignetti - ha messo in fila qualche numero interessante. In breve: a fine 2008, la Regione Sicilia aveva un debito di ben 5 miliardi di euro (’na mezza Finanziaria). Ma non per questo (e alla faccia della crisi) - spiega Grignetti - gli isolani hanno deciso di limitare le spese. E nemmeno gli spunti comici. Per dire: nel 2008, la Regione, secondo La Stampa, ha attivato la bellezza di 2.514 corsi di formazione. Iscritti: 31.918. Costo complessivo: 362 milioni di euro. Risultato: solo un alunno per corso ha trovato lavoro. Commento del procuratore generale della Corte dei Conti: “A chi giovano i corsi di formazione? Certamente giovano poco a chi li frequenta”. Osservazione maliziosa del giornalista de La Stampa: i docenti non si sa con quali criteri vengano scelti e non ci sono graduatorie. Commento nostro: ma non faremmo prima a regalargli direttamente i soldi, chiedendo in cambio un po’ di sconto?
Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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