01/07/09

Una tragedia annunciata: la strage di Viareggio e i veri 4 responsabili


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La video-intervista di Corriere.it a Dante De Angelis, ferroviere responsabile della Sicurezza, licenziato da Trenitalia per aver esposto pubblicamente, a colleghi e utenti, le problematiche della mancata sicurezza nelle attività delle ferrovie. Il delitto: ha danneggiato l'azienda. Il bue che dà del cornuto all'asino...

"Una tragedia annunciata". "Un disastro evitabile". Sono i termini con cui tanti, tantissimi in queste ore, stanno descrivendo la terribile strage di Viareggio.
Sono i termini usati dal segretario CGIL Guglielmo Epifani, dai lavoratori dell'Assemblea Nazionale dei Ferrovieri, dai sindacati dei trasporti (dalla FILT alla ORSA), dalle forze di opposizione politica all'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria, che nell'ultimo rapporto annuale affermava "Un'attenzione particolare va posto in merito alla non conformità rilevate sul materiale rotabile per le merci pericolose, soprattutto relativamente ai trasporti di Trenitalia".

17 morti finora, tra cui due bambini. 27 i feriti, quasi tutti con gravi ustioni su tutto il corpo. 5 edifici rasi al suolo dall'esplosione e oltre 300 sfollati. Sembra il resoconto di un bombardamento tedesco o americano su una cittadina italiana nel '44. E' invece il resoconto dell'ennesima strage "civile" che devasta questo paese.
Il terremoto nella città di L'Aquila ha mietuto 300 vittime. L'esplosione di una cisterna carica di GPL situata su un treno merci in deragliamento ne ha fatte 17.
Ma non è il sisma in Abruzzo come non è il Gas di Petrolio Liquefatto in Toscana ad essere il responsabile della morte di tanti civili scelti come in una conta mortale.
E non è nemmeno un asse arrugginito del carrello di un vagone ad essere un killer. L'omicida va cercato altrove, come ogni volta. Tra quelle forme di vita che hanno capacità di discernimento, dono della parola e postura bipede.

Il procuratore Aldo Cicala, della Procura di Lucca, ha già avviato le prime indagini e si unisce al coro delle voci per le quali si tratta chiaramente di "un disastro non per caso". Difatti la casualità non ha assolutamente diritto d'asilo in questa vicenda. Come non lo ha in tante altre.
Le responsabilità probabilmente emergeranno con il tempo. Ma qualcosa possiamo già dirla.

Possiamo dire che il sistema delle revisioni è ridicolo, basato così com'è su permessi di circolazione che hanno durata quadriennale, e che in virtù di ciò spinge le ditte proprietarie di locomotori e vagoni a sfruttare il più possibile questi mezzi nell'arco dei 4 anni, oltre ogni limite e contro il buon senso.
Un sistema delle revisioni basato sul tempo e non sul chilometraggio e l'usura è il primo responsabile. Senza ombra di dubbio.

Possiamo anche ricordare che in base al Dlgs 41/1999 e al RID [PDF] (regolamento per il trasporto ferroviario delle merci pericolose), in vigore dal 2007, la normativa attuale fa ricadere sulle ditte che posseggono e quelle che utilizzano il mezzo il compito del controllo. In altre parole il "controllato" diventa al tempo stesso "controllore".
Nessun ente terzo esterno al sistema di trasporto e di noleggio che verifica oggettivamente l'affidabilità. E' come se domani ciascuno di noi potesse effettuare la revisione della propria auto in totale autonomia.
Trovato il secondo responsabile.

Teniamo anche conto della normativa vigente che non stabilisce con chiarezza in questi casi l'assegnazione delle chiare "responsabilità", da dividersi solo in via ipotetica tra Gatx Rail (proprietaria del vagone, che lascia ricadere le responsabilità sull'affittuario), Sarpom (proprietaria del GPL e affittuaria del vagone che demanda il ruolo di controllore ad FS Logistica) e Ferrovie dello Stato (proprietaria del mezzo e della infrastruttura, nonché delegata da Sarpom al controllo del mezzo).
Uno scaricabarile tipico della tradizione italiana. Terzo responsabile.

La quarta responsabilità è forse quella più controversa, apparentemente più banale, che esporrà il sottoscritto a probabili critiche, ma forse al tempo stesso la meno confutabile. Ed è quella che ricade nelle mani del governo.
Sarebbe capzioso ed anche penoso accusare l'esecutivo di responsabilità diretta per questa tragedia. Ma se parliamo di responsabilità indirette, è la legge 204/08, approvata lo scorso 22 dicembre, meglio conosciuta come "Bilancio di Previsione per lo Stato", a puntare l'indice contro i suoi stessi autori.

Capitolo di spesa 14.3, "Opere strategiche" (altro termine per indicare le "grandi opere" come TAV, Ponte sullo Stretto, etc): aumento del finanziamento dal 2008 al 2009 di oltre 135 milioni di euro.
Capitolo di spesa 13.5, "Sviluppo e sicurezza del trasporto ferroviario": riduzione della spesa di oltre 203 milioni di euro, per un abbassamento dell'83% rispetto ai fondi stanziati nel 2008! In un solo anno!
I fondi per la sicurezza del trasporto ferroviario passano da 245 milioni all'anno a 42 milioni all'anno. Una sparizione di denaro che nemmeno un incendio nel caveau della Federal Reserve riuscirebbe a pareggiare. Fondi che per il 2011 scenderanno ulteriormente a 35 milioni di euro.

E tanto per aggiungere la beffa al danno, ecco che nel Programma delle Infrastrutture [PDF], allegato I al DPEF per gli anni 2009-2013, il governo ci ricorda con un certo orgoglio l'aumento dei costi per la realizzazione delle Grandi Opere della Legge Obiettivo, che arrivano a 174 miliardi di euro per i prossimi 10 anni, di cui il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) ne ha già stanziati oltre 115.
6 miliardi è il costo preventivato per il solo Ponte sullo Stretto. Preventivato.

In una realtà di questo tipo, la realtà dello statarello che dà vita alle grandi cattedrali nel deserto per mostrare di essere ciò che non è, ovvero un Grande Impero, anche la riduzione dell'83% dei fondi per la sicurezza nei trasporti ferroviari ha un suo perché.
L'immagine che acquista priorità sulle spalle della sicurezza. La forma che arriva prima della sostanza.

Ma come aspettarsi altro? Cosa pretendere di diverso da chi dimostra questa logica ogni giorno della propria vita? Come chiedere un cambiamento radicale a chi passa la mattina dopo il disastro sul palco del San Carlo di Napoli a danzare amabilmente con ballerine professioniste e solo più tardi si degna di recarsi presso il luogo del disastro, tra le feroci contestazioni della popolazione del luogo?

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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