- “Jobless Checks for Millions Delayed as States Struggle”, New York Times. Il sistema che garantisce i sussidi di disoccupazione ai lavoratori americani comincia a scricchiolare. E non poteva essere altrimenti. Il mercato del lavoro a stelle e strisce - dal 2007 ad oggi - è stato investito da un’onda di piena talmente forte da far raddoppiare il numero dei disoccupati. Che oggi come oggi viaggiano attorno alla cifra record di 15 milioni di persone. Risultato: secondo il New York Times, circa un milione di disoccupati ha ricevuto i soldi che gli spettavano in ritardo. E diverse centinaia di migliaia hanno dovuto attendere anche mesi per ricevere il loro primo assegno. Rischiando - in alcuni casi; e come racconta sempre il quotidiano statunitense - di finire letteralmente in mezzo alla strada. La cosa più grave, spiega il New York Times, comunque è un’altra: ben sedici dei 52 Stati Usa sono stati costretti a prendere miliardi di dollari a prestito per pagare i sussidi a chi è rimasto senza lavoro. Insomma: la California - con i suoi enormi problemi di bilancio - potrebbe essere presto in buona compagnia.
- “U.K. Economy Shrank by 0.8% in the Second Quarter”, Bloomberg. Nuovo giro di dati sul Prodotto interno lordo. E nuova serie di record. Ovviamente negativi. La Gran Bretagna - nei tre mesi da aprile a giugno - ha visto il suo Pil scendere del 5,6% rispetto allo stesso periodo del 2008. Si tratta del peggior risultato di sempre, cioè da quando Londra ha cominciato a mettere nero su bianco queste statistiche. Quel che è peggio, però, è che il Pil non è sceso soltanto rispetto all’anno scorso, ma anche rispetto al trimestre precedente. Tradotto: l’economia inglese non sta migliorando. Se possibile, sta peggiorando ancora. “Siamo riusciti a stabilizzare le banche, ma non abbiamo ancora una strategia per tornare a far crescere l’economia”, ha commentato laconicamente il primo ministro, Gordon Brown. Che forse come capo del governo non avrà gestito questa crisi al meglio. Ma come scopritore dell’acqua calda, si sta rivelando veramente imbattibile.
- “Brotes negros: Citigroup pronostica que el paro llegará hasta el 22% en 2010″, Finanzas. Se Londra e Washington piangono, Madrid si dispera. Il Paese che secondo premier Zapatero doveva sorpassare “a todo el mundo”, in effetti viaggia a una velocità supersonica. Ma nella direzione sbagliata. La disoccupazione - che nella zona euro è attorno al 9% - in Spagna ha già raggiunto quasi il 18% (per la precisione il 17,92%). Tanto che il numero di famiglie in cui nessuno - tra mamma, papà e figli - ha più uno straccio di un lavoro sono arrivate a quota 1,1 milioni. Ma potrebbe andare peggio. Secondo le previsioni della banca americana Citigroup, il tasso di disoccupazione - a fine 2010 - potrebbe superare la quota psicologica del 20%, raggiungendo proporzioni da vera e propria Grande depressione. Ma niente panico: come ha ripetuto il nostro ineffabile primo ministro, Silvio Berlusconi qualche giorno fa: “La crisi si è sfogata e la ripresa ora è sicura”. Già. Più o meno come l’esistenza di E.T. e degli asini volanti.
25/07/09
La ripresa è sicura (e anche gli asini cominceranno presto a volare) - Pillole rosse del 24/7/2009
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