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“Il buio sugli anni di piombo: 142 morti, soltanto 5 condanne”, Corriere della Sera. I numeri, a volte, valgono più di milioni di parole. E oggi il giornalista del Corriere della Sera, Dino Martirano - in occasione dell’anniversario numero 29 della strage di Bologna - ne ha messi in fila alcuni che parlano davvero con voce chiara e cristallina. Le vere e proprie carneficine che, nel secolo scorso, hanno segnato gli anni dei grandi e ancora misteriosi attentati contro obiettivi civili - dal 1969 al 1984 - sono state 6. Per la precisione:
- La prima è quella di Piazza Fontana, a Milano. Quando - il 12 dicembre del 1969 - una bomba esplose nella sede della Banca nazionale dell’Agricoltura, uccidendo 16 persone e ferendone 88. Ebbene: a distanza di 40 anni e due processi, i responsabili accertati - insomma i condannati - sono pari a zero.
- La seconda è quella di via Fatebenefratelli, sempre a Milano. Quando - il 17 maggio del 1973, di fronte alla questura di Milano - un secondo ordigno, durante la cerimonia in memoria del commissario Luigi Calabresi, esplose uccidendo 4 persone e ferendone 52. Attentato per il quale è stato condannato l’anarchico Gianfranco Bertoli.
- La terza è quella di Piazza della Loggia, a Brescia. Quando - il 28 maggio del 1974, durante una manifestazione organizzata dai sindacati contro il terrorismo neofascista - una bomba nascosta in un cestino per i rifiuti uccise 8 persone e ne ferì 94. Anche in questo caso - a distanza di 35 anni - i responsabili accertati - insomma i condannati - sono pari a zero.
- La quarta è quella del treno Italicus del 4 agosto 1974. Una bomba esplose in uno dei vagoni del treno diretto da Roma a Monaco di Baviera. Uccidendo 12 persone e ferendone 44. Trentacinque anni dopo, i condannati - anche in questo caso - sono sempre e rigorosamente fermi a zero.
- La quinta è quella di cui ieri cadeva l’anniversario numero 29. Il 2 agosto del 198o, una bomba nascosta in una valigia esplose nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. 85 i morti. 200 i feriti. Per la strage sono stati condannati tre neo fascisti che all’epoca erano poco più che liceali: Giusva Fioravanti; la moglie di Fioravanti, Francesca Mambro; e Luigi Ciavardini. Fioravanti - che da oggi è a piede libero - ha giurato e spergiurato che lui e sua moglie con questa attentato non c’entrano punto.
- La sesta è la “strage di Natale”. Il 23 dicembre del 1984, quando erano da poco passate le 7 di sera, una bomba esplose sul treno “Rapido 904″ che viaggiava da Napoli a Milano. Il “Rapido 904″ si trovava a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, la stessa identica località della tragedia dell’Italicus. Questa volta i morti furono 17, i feriti 267. Un quarto di secolo dopo, l’unico ad essere condannato è stato l’allora “cassiere di Cosa nostra”, Pippo Calò.
Numeri che - se messi in fila - fanno venire i brividi. 6 stragi. 142 morti. 745 feriti. E solo 5 condannati. Giuseppe De Lutiis, storico e consulente della commissione parlamentare sulle stragi, ha spiegato al Corriere di essere convinto di una cosa. Il numero risibile di condanne - talmente poche che si possono contare sulle dita di una mano - si spiega col fatto che “la magistratura è stata sistematicamente sabotata dalla polizia, dall’Ufficio affari riservati e da pezzi dei servizi che non erano deviati ma rispondevano ad alleanze internazionali e ad ordini provenienti da catene di comando parallele”. Fosse vero, rimane comunque senza riposta la domanda più angosciosa: perchè? Ma soprattutto: per quanti anni ancora gli italiani - per quieto vivere - accetteranno di non sapere?
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