22/08/09

Il crollo dei titoli


Nel tentativo di snellire le operazioni di videoediting, ogni tanto cercherò di realizzare brevi interventi in livestreaming, magari utilizzando un cellulare. La tecnologia è fantastica. Quando funziona.

l flash di oggi prende spunto da un articolo del Corriere della Sera di qualche giorno fa. Quando leggo i giornali, la mia barba assume inquietanti tonalità camaleontiche. Se vedete in giro uno che sembra pitturato di colori rossi, di tonalità accese e che si illumina come una lampadina, sono io dopo una scorsa dei principali quotidiani nazionali.

Il 18 agosto, a pagina 49 delle cronache di Milano, un titolo a caratteri cubitali catturava la mia attenzione: CROLLANO LE NASCITE. "EFFETTO CRISI". La maggior parte dei (pochi) lettori rimasti ai giornali scorre velocemente le pagine e si fa suggestionare dai titoli. Ma noi oi no. Noi siamo quelli che prendono la lente di ingrandimento e analizzano parola per parola quello che c'è scritto.

Così, scopriamo che nei primi sette mesi del 2009, alla clinica Mangiagalli di Milano sono nati 94 bambini in meno rispetto a tutto il 2008. Quando, esattamente, la diminuzione di un valore può spaventare al punto da essere definita "crollo"? Sicuramente per tutti quei valori che vanno dal 50 al 100%. Ma anche una riduzione del 40, del 30, e perché no, del 20, 25% può essere inquietante. Bene, tenetevi forte perché il dato è questo: alla Mangiagalli, l'anno scorso, sono nati 6700 bambini.

Per quanti di voi non vanno d'accordo con la matematica, il dato che sta inquietando il Corriere della Sera si colloca a poco più dell'1% del totale. L'unopercento!
La statistica è una bestia strana. Funziona egregiamente sui grandi numeri. Su quelli piccini non ha praticamente senso. Una fluttazione di percentuali anche molto più elevate non significa assolutamente niente, se non inquadrata in un contesto di lungo termine. Ma se parliamo dell'1%..... se parliamo dell'unopercento e titoliamo "CROLLO", allora i casi sono due: o chi ha deciso il titolo non ha letto bene l'articolo - ci credete? - oppure è in cattiva fede.

I giornali usano l'opinione pubblica come un bambino di tre anni gioca con il piccolo chimico. Fanno esperimenti, cercano di produrre risultati strani, effetti sorprendenti.
L'unico crollo che vedo non è quello delle nascite, ma quello dei titoli, pericolanti e spericolati. I titoli degli articoli e quelli delle quotazioni in borsa dei grossi gruppi editoriali.

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
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