- “España pierde medio millón de turistas en julio por el descenso de británicos”, El Paìs. Non bastava un tasso di disoccupazione al 17,9 per cento. Non bastava un Prodotto interno lordo in caduta libera, a meno 4 e rotto per cento (nel secondo trimestre del 2009, rispetto a un anno prima). E non bastava neppure la valanga di mutui sulla casa destinati a diventare carta straccia (uno su cinque è ad alto rischio morosità). La Spagna - quest’anno - ha deciso di non farsi mancare nulla. E così sta per archiviare una delle peggiori stagioni turistiche di sempre. Secondo il ministero del Turismo dell’istrionico premier Zapatero: a luglio, i turisti stranieri che hanno scelto la terra di spiagge e corride sono stati 6,1 milioni, ovvero mezzo milione in meno rispetto a un anno fa (-6,1%). E però c’è un però. Poteva andare peggio. Anzi: era proprio andata decisamente peggio nei mesi precedenti. Perchè da gennaio a giugno i turisti erano calati addirittura del 10% (da 33,6 milioni nel 2008 a soli 30,2 milioni nel 2009). Numeri da brivido. Ma cui Madrid ha deciso di guardare con (in)sano ottimismo. Rafael Gallego, portavoce della lobby delle agenzie di viaggio spagnole, ha detto a “El Paìs” che in fin dei conti “le cifre non sono del tutto negative. Bisogna considerarle nel loro contesto: alcune economie stanno recuperando e questo influisce sulla decisione di andare in vacanza”. Parole, forse, un po’ campate in aria. Ma dotate di una loro straordinaria e involontaria vis comica. Dovesse perdere il posto, una parte nel prossimo film (ovviamente stile “Vacanze di Natale”) dei Vanzina non glielo leva nessuno.
- “China edges ahead of Germany on exports”, Financial Times. Insomma: la Spagna - e con lei un po’ tutta l’Europa - continua a soffrire anche in questi mesi di caldo e vacanze. Ma la crisi - la peggiore dal 1929 ad oggi - non è uguale per tutti. E la Cina continua la sua marcia trionfale. Oggi l’Organizzazione per il commercio mondiale - più nota ai più con l’acronimo inglese, Wto - ha messo nero su bianco la classifica sulle esportazioni per i primi 6 mesi del 2009. E a qualcuno - tanto a Bruxelles quanto a Berlino - sarà corso un brivido lungo la schiena. Secondo i numeri del Wto, infatti: in quest’anno di crisi, il Paese che ha esportato di più è stata proprio la Cina (con merci per 521,7 miliardi di dollari). Che ha scalzato dal primo posto assoluto la Germania (che si è fermata per ora a un controvalore di 521,6 miliardi di dollari).
- “China powers ahead as it seizes the green energy crown from Europe”, Telegraph. Ma che sta esportando la Cina? T-shirt, magliette e altra paccotaglia stile “tutto a un euro”? Non proprio. Pechino - con un Pil che sprizza salute (attorno al +7/+8%) e dopo aver fatto manbassa di materie prime all’estero - in patria sta puntando a sviluppare eolico, fotovoltaico e energie verdi a tutto spiano. E per ora - a quanto pare - si sta levando parecchie soddisfazioni. Ambrose Evans-Pritchard, giornalista economico del Telegraph, scrive sul suo giornale che ben 3 aziende cinesi - Suntech, Trina Solar e Yingling - stanno letteralmente inondando il mondo di pannelli solari a basso costo. Talmente basso che la Germania, una volta nazione pioniera nel settore, sta seriamente accusando il colpo. E Patrick Hummel, esperto della banca svizzera Ubs, ha detto chiaro e tondo al Telegraph che “un gran numero di aziende tedesche”, che producono componenti per i pannelli solari, “non sopravviveranno” alla spietata concorrenza cinese sul fronte delle tecnologie pulite. Commento nostro: ci dispiace ripeterci, ma qualcuno non aveva detto che la Cina non era “una minaccia” e che per rispondere alla concorrenza di Pechino, bastava l’innovazione (o, appunto, la ricerca, che dir si voglia)?
26/08/09
Il sorpasso - Le pillole rosse del 25/8/2009
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