26/08/09

Patrimonio dell’umanità, la zolla di terra su cui stai camminando!


Il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della cerimonia che ha visto assegnare alle Dolomiti l’importantissimo riconoscimento di “patrimonio dell’umanità“, ci ha ricordato che l’Italia è un territorio le cui ricchezze storiche, paesaggistiche e culturali, sono da tutelare e valorizzare.

Peccato che l’ultimo rapporto a cura del WWF Italia “2009, L’anno del cemento“, ci dica che negli ultimi 15 anni 3,5 milioni di ettari di territorio sono stati divorati dal cemento.

Un territorio quasi saturo, frammentato, cosparso a macchia d’olio da case, strade e capannoni, una specie di città diffusa che sembra più una metastasi che una città, con oltre 3,5 milioni di ettari, di cui 2 milioni di terreni agricoli, divorati dal cemento negli ultimi 15 anni (una superficie grande quasi quanto il Lazio e l’Abruzzo messi insieme, a un ritmo di 244000 ettari all’anno).

Oltre 8.000 comuni e 8.000 piani regolatori diversi, 12,8 milioni di edifici, 27 milioni di unità abitative (per il 20% non abitate!) e una serie di piani casa in corso di definizione.

Il tutto collegato da più di 200.000 km di strade che frammentano il territorio come fosse un mosaico, e un piano di infrastrutture strategiche (la Legge Obiettivo) che danneggerebbe 84 aree protette e 192 Siti di Importanza Comunitaria (SIC), tutelati dall’Unione Europea.

Mentre dall’altro lato la crescita demografica limitata se non assente (a Palermo la popolazione é aumentata del 50%, l’urbanizzazione del 200%). E’ l’impietosa fotografia sull’Italia scattata nel dossier “2009 L’anno del Cemento”, a cura del WWF con contributi di Bernardino Romano e Corrado Battisti dell’Università dell’Aquila.

Ora, ciò che mi chiedo io, è se la persona che scrive i discorsi del nostro Presidente sia mai uscito di casa negli ultimi tempi; se abbia mai preso un treno, o si sia infilato in una qualche coda a caso di una qualsiasi tangenziale cittadina all’ora di punta (cioè sempre…), magari sporgendosi dal finestrino (meglio se dotato di mascherina), magari posando lo sguardo sul territorio circostante…

Perché qui i casi sono due: o siamo di fronte alla classica retorica ipocrita che accompagna il 98% degli appuntamenti in pompa magna di questo tipo o, davvero, la massima carica istituzionale del nostro Paese parla di una nazione che, in estrema sintesi, non esiste. Non più, almeno.

Il territorio libero (si calcola che in Italia sia solo il 14% della superficie complessiva) non é solo un bel paesaggio da guardare dal finestrino della propria auto (blu!), ma é condizione imprescindibile per mantenere gli ecosistemi vitali e garantire quei servizi, indispensabili anche per l’uomo, che sono in grado di offrire (acqua, aria, cibo, protezione).

Signor Presidente, quando ha un pò di tempo, si faccia un giro dalle parti di Cassinetta di Lugagnano (MI), e chieda del sindaco Domenico Finiguerra. Le potrà raccontare di quell’Italia di cui lei, inconsapevolmente, ha parlato stamane.

Dove amministratori illuminati e di buon senso hanno scelto di interrompere la cementificazione del territorio, rimboccandosi le maniche giorno dopo giorno, per considerare patrimonio dell’umanità ogni benedetto metro quadro rimasto libero dallo scempio della speculazione edilizia.

Per approfondire:
www.stopalconsumoditerritorio.it

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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1 commento:

  1. Sono d'accordo con te. Ed indignato con te.
    Le città sono una piovra che si svuota al centro per espandersi ai lati.
    Non vorrei mancare di rspetto a nessuno, ma forse, per avere delle istituzioni che abbiano il contatto con la realtà, bisognerebbe mettere delle restrizioni anagrafiche: il nostro presidente forse ricorda a sua lontana infanzia, quando vi erano più cavalli e muli che automobili.

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