I ricercatori acquistano fama e accumulano ricchezze. All'estero! In Italia, più che farsi una fama, fanno la fame. Perlomeno quelli che fanno di testa loro, come accade nell'informazione: va tutto bene, ma devi scrivere quello che ti dico io. Cos'hanno in comune Giampaolo Giuliani, Stefano Montanari e la moglie Antonietta Morena Gatti? Fanno di testa loro. Fanno bene? Fanno male? Non ne ho la più pallida idea: io sono solo un umile informatore. E faccio di testa mia.
Nel 2006 la rete comprò un microscopio elettronico a scansione ambientale a due ricercatori di Modena che pestavano piedi a destra e a manca. Avevano la mania di individuare nanoparticelle negli alimenti più comuni, rimasugli di processi industriali o frutto di contaminazioni ambientali. Stilavano elenchi, facevano nomi e cognomi, marche e prodotti, con i quali Beppe Grillo ci terrorizzava nei suoi spettacoli. Ricordo ancora quando mi accorsi con orrore che nella lista - a dire il vero non esaustiva - dei cibi a nanovalore aggiunto c'erano anche la macine. Fu allora che capii che non avrei più potuto passare sotto a un metal detector. Oggi mi accorgo con sollievo che non erano quelle del Mulino Bianco.
Oltre a depositarsi nei tessuti causando nanopatologie, le nanoparticelle escono allegramente dai camini degli inceneritori, come bambini all'uscita dell'asilo, e svolazzano pigramente sulle ali del vento finché non si depositano nei vostri polmoni, oppure nelle foglie verdi di una gustosa insalata.
Voi capite che una simle ricerca vada fermata immediatamente. Così l'Italia dei diversamente onesti, un'epidemia che sembra aver contagiato ormai quasi tutti, trova l'escamotage burocratico per togliere il microscopio ai due ficcanaso. Montanari si rivolge a Grillo. Grillo ne fa un cavallo di battaglia e chiama a raccolta la rete. La rete mette mano al portafoglio e ricompra il microscopio a Stefano Montanari e ad Antonietta Gatti. Scroscio di applausi. Pacche sulle spalle. Come siamo bravi, come siamo belli. Foto ricordo e tutti a casa. La ricerca è salva.
Ma i riflettori non restano accesi in eterno: appena si spengono, Voldemort e le forze del male ricominciano a tramare. La Onlus Bortolani, cui era stato intestato il microscopio, prende accordi e decide di donare l'attrezzatura all'Università di Urbino. Questa volta, Superman non accorre più in aiuto della ricerca vessata e imbavagliata: Montanari chiama Grillo, ma Grillo non è in casa.
Il microscopio è stato comprato dalla rete e regalato a Stefano Montanari e ad Antonietta Gatti. Quando fate un regalo a qualcuno, poi vi secca sapere che viene riciclato, o peggio ancora che qualcuno glielo rubi, vero? La Onlus Bortolani non ha capito che il microscopio ce l'hanno solo in affido, ma non gli appartiene. Appartiene ai due ricercatori. Gliel'abbiamo comprato noi. Quale che sia l'uso che ne stanno facendo, è solo la rete che ha titolo per chiedere il conto alla Nanodiagnostics.
Facciamoglielo sapere. Supportiamo la diffida del Coordinamento dei Comitati di Difesa delle Valli del Metauro, Cesano e Candigliano.
Alla Associazione Carlo Bortolani Onlus
info@bortolanionlus.it
Al Rettore dell’Università di Urbino prof. Stefano Pivato
rettore@uniurb.it
Al Direttore amministrativo dell’Università di Urbino dott. Enzo Fragapane
diramm@uniurb.it
E, p.c. a Beppe Grillo
info@beppegrillo.it
Claudio Messora
byoblu@byoblu.com
Nanodiagnostics S.r.l.
info@nanodiagnostics..it
Comitati in rete
segreteria@comitatinrete.it
OGGETTO: MICROSCOPIO ESEM A SCANSIONE AMBIENTALE – Atto di diffida
Abbiamo appreso che l’Associazione Carlo Bortolani Onlus intenderebbe donare lo strumento in oggetto all’Università degli Studi di Urbino. Tale notizia è confermata da quanto pubblicato sul sito http://www.bortolanionlus.it/.
Intendiamo con la presente rammentare che il microscopio è stato acquistato dalla Onlus grazie ai contributi versati da parte di cittadini e associazioni con la specifica e solennemente dichiarata finalità di dotare la NANODIAGNOSTICS S.r.l. dei mezzi necessari ad effettuare le ricerche su nanoparticelle e nanopatologie.
L’acquisto tramite la Onlus Carlo Bortolani ci è stato rappresentato unicamente come garanzia di “trasparenza” nella gestione del microscopio, che sarebbe stato comunque installato ed utilizzato, a titolo di comodato gratuito, nel laboratorio della NANODIAGNOSTICS S.r.l. formalmente impegnatasi, per parte del Dott. Montanari e della Dott.ssa Gatti, a servirsene a fini scientifici e di ricerca nell’intereresse della comunità.
Peraltro non è esatta la circostanza che il microscopio è stato esclusivamente “acquistato grazie alla campagna di raccolta fondi di Beppe Grillo” in quanto molti hanno effettuato il versamento a seguito delle iniziative di informazione scientifica tenute dal Dott. Stefano Montanari. Pertanto a nulla rileva il fatto che la decisione dell’Associazione Bortolani Onlus di trasferire il microscopio sarebbe “condivisa dallo stesso Grillo”.
Non può tacersi infine la circostanza che mentre la NANODIAGNOSTICS S.r.l., nelle persone dei Dottori Montanari e Gatti, ha sempre messo a disposizione degli enti locali e dei cittadini le proprie ricerche e conoscenze per valutazioni di ordine scientifico e sanitario a tutela della salute pubblica e dell’ambiente, l’università di Urbino si è schierata in più occasioni a favore di soggetti privati ed iniziative di carattere “imprenditoriale” di dubbia validità. Prova ne siano le recenti consulenze dell’Istituto di Botanica dell’Università e del Prof. Orazio Attanasi, in qualità di docente dell’Ateneo, a sostegno della realizzazione della centrale termoelettrica a cosiddette biomasse nel Comune di Orciano di Pesaro, un progetto ritenuto altamente pericoloso anche dall’IST – Istituto Nazionale per la Ricerca su Cancro di Genova, chiamato a esprimersi da uno dei comuni interessati.
Tanto considerato si INVITA e DIFFIDA l’Associazione Bortolani Onlus a non trasferire il microscopio ESEM a scansione elettronica all’Università di Urbino e ad assicurare che lo stesso resti a tempo pieno a disposizione del laboratorio NANODIAGNOSTICS S.r.l. presso la sede della società, onde corrispondere ai presupposti dichiarati della raccolta fondi.
In difetto, il popolo della rete si vedrà costretto ad adire le competenti sedi giudiziarie a tutela dei suoi diritti.
Milano, 03 settembre 2009
La Rete
Nel 2006 la rete comprò un microscopio elettronico a scansione ambientale a due ricercatori di Modena che pestavano piedi a destra e a manca. Avevano la mania di individuare nanoparticelle negli alimenti più comuni, rimasugli di processi industriali o frutto di contaminazioni ambientali. Stilavano elenchi, facevano nomi e cognomi, marche e prodotti, con i quali Beppe Grillo ci terrorizzava nei suoi spettacoli. Ricordo ancora quando mi accorsi con orrore che nella lista - a dire il vero non esaustiva - dei cibi a nanovalore aggiunto c'erano anche la macine. Fu allora che capii che non avrei più potuto passare sotto a un metal detector. Oggi mi accorgo con sollievo che non erano quelle del Mulino Bianco.
Oltre a depositarsi nei tessuti causando nanopatologie, le nanoparticelle escono allegramente dai camini degli inceneritori, come bambini all'uscita dell'asilo, e svolazzano pigramente sulle ali del vento finché non si depositano nei vostri polmoni, oppure nelle foglie verdi di una gustosa insalata.
Voi capite che una simle ricerca vada fermata immediatamente. Così l'Italia dei diversamente onesti, un'epidemia che sembra aver contagiato ormai quasi tutti, trova l'escamotage burocratico per togliere il microscopio ai due ficcanaso. Montanari si rivolge a Grillo. Grillo ne fa un cavallo di battaglia e chiama a raccolta la rete. La rete mette mano al portafoglio e ricompra il microscopio a Stefano Montanari e ad Antonietta Gatti. Scroscio di applausi. Pacche sulle spalle. Come siamo bravi, come siamo belli. Foto ricordo e tutti a casa. La ricerca è salva.
Ma i riflettori non restano accesi in eterno: appena si spengono, Voldemort e le forze del male ricominciano a tramare. La Onlus Bortolani, cui era stato intestato il microscopio, prende accordi e decide di donare l'attrezzatura all'Università di Urbino. Questa volta, Superman non accorre più in aiuto della ricerca vessata e imbavagliata: Montanari chiama Grillo, ma Grillo non è in casa.
Il microscopio è stato comprato dalla rete e regalato a Stefano Montanari e ad Antonietta Gatti. Quando fate un regalo a qualcuno, poi vi secca sapere che viene riciclato, o peggio ancora che qualcuno glielo rubi, vero? La Onlus Bortolani non ha capito che il microscopio ce l'hanno solo in affido, ma non gli appartiene. Appartiene ai due ricercatori. Gliel'abbiamo comprato noi. Quale che sia l'uso che ne stanno facendo, è solo la rete che ha titolo per chiedere il conto alla Nanodiagnostics.
Facciamoglielo sapere. Supportiamo la diffida del Coordinamento dei Comitati di Difesa delle Valli del Metauro, Cesano e Candigliano.
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Alla Associazione Carlo Bortolani Onlus
info@bortolanionlus.it
Al Rettore dell’Università di Urbino prof. Stefano Pivato
rettore@uniurb.it
Al Direttore amministrativo dell’Università di Urbino dott. Enzo Fragapane
diramm@uniurb.it
E, p.c. a Beppe Grillo
info@beppegrillo.it
Claudio Messora
byoblu@byoblu.com
Nanodiagnostics S.r.l.
info@nanodiagnostics..it
Comitati in rete
segreteria@comitatinrete.it
OGGETTO: MICROSCOPIO ESEM A SCANSIONE AMBIENTALE – Atto di diffida
Abbiamo appreso che l’Associazione Carlo Bortolani Onlus intenderebbe donare lo strumento in oggetto all’Università degli Studi di Urbino. Tale notizia è confermata da quanto pubblicato sul sito http://www.bortolanionlus.it/.
Intendiamo con la presente rammentare che il microscopio è stato acquistato dalla Onlus grazie ai contributi versati da parte di cittadini e associazioni con la specifica e solennemente dichiarata finalità di dotare la NANODIAGNOSTICS S.r.l. dei mezzi necessari ad effettuare le ricerche su nanoparticelle e nanopatologie.
L’acquisto tramite la Onlus Carlo Bortolani ci è stato rappresentato unicamente come garanzia di “trasparenza” nella gestione del microscopio, che sarebbe stato comunque installato ed utilizzato, a titolo di comodato gratuito, nel laboratorio della NANODIAGNOSTICS S.r.l. formalmente impegnatasi, per parte del Dott. Montanari e della Dott.ssa Gatti, a servirsene a fini scientifici e di ricerca nell’intereresse della comunità.
Peraltro non è esatta la circostanza che il microscopio è stato esclusivamente “acquistato grazie alla campagna di raccolta fondi di Beppe Grillo” in quanto molti hanno effettuato il versamento a seguito delle iniziative di informazione scientifica tenute dal Dott. Stefano Montanari. Pertanto a nulla rileva il fatto che la decisione dell’Associazione Bortolani Onlus di trasferire il microscopio sarebbe “condivisa dallo stesso Grillo”.
Non può tacersi infine la circostanza che mentre la NANODIAGNOSTICS S.r.l., nelle persone dei Dottori Montanari e Gatti, ha sempre messo a disposizione degli enti locali e dei cittadini le proprie ricerche e conoscenze per valutazioni di ordine scientifico e sanitario a tutela della salute pubblica e dell’ambiente, l’università di Urbino si è schierata in più occasioni a favore di soggetti privati ed iniziative di carattere “imprenditoriale” di dubbia validità. Prova ne siano le recenti consulenze dell’Istituto di Botanica dell’Università e del Prof. Orazio Attanasi, in qualità di docente dell’Ateneo, a sostegno della realizzazione della centrale termoelettrica a cosiddette biomasse nel Comune di Orciano di Pesaro, un progetto ritenuto altamente pericoloso anche dall’IST – Istituto Nazionale per la Ricerca su Cancro di Genova, chiamato a esprimersi da uno dei comuni interessati.
Tanto considerato si INVITA e DIFFIDA l’Associazione Bortolani Onlus a non trasferire il microscopio ESEM a scansione elettronica all’Università di Urbino e ad assicurare che lo stesso resti a tempo pieno a disposizione del laboratorio NANODIAGNOSTICS S.r.l. presso la sede della società, onde corrispondere ai presupposti dichiarati della raccolta fondi.
In difetto, il popolo della rete si vedrà costretto ad adire le competenti sedi giudiziarie a tutela dei suoi diritti.
Milano, 03 settembre 2009
La Rete
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