ROMA - Governo e maggioranza tentano un blitz dell'ultima ora sullo scudo fiscale. Obiettivo: rendere più appetibile la sanatoria escludendo la possibilità per la magistratura di utilizzare l'adesione alla sanatoria come prova nei confronti di coloro che hanno procedimenti penali già in corso, come la bancarotta o il falso in bilancio.
Il terreno del tentativo, motivato anche dai timori di uno scarso entusiasmo dei contribuenti che hanno esportato capitali nei confronti dello scudo, è stato il decreto correttivo varato all'inizio di agosto, anche su sollecitazione del Quirinale, e che riguardava proprio questo punto. La versione originaria dello scudo infatti escludeva la possibilità di utilizzare come prova l'adesione al condono in tutti i procedimenti giudiziari o amministrativi. Dopo pressioni e polemiche il decreto correttivo specificò che l'esclusione non doveva valere per i procedimenti in corso, ma solo per i vecchi processi.
Ma ieri in Senato il Pdl è tornato ad alzare la voce. Il più esplicito è stato Salvo Fleres: "Non nascondiamoci dietro ipocrisie - ha dichiarato nel pomeriggio - se vogliamo evitare che lo scudo sia un flop dobbiamo allargare le maglie". D'accordo anche il relatore al provvedimento Antonio Gentile (Pdl) il quale annunciava che i tecnici del governo stavano studiando i meccanismi per allargare le maglie "a partire dalla non punibilità".
Così si è concretizzato l'emendamento Fleres all'articolo 13 dove si esclude l'utilizzo dell'adesione come prova contro coloro che hanno procedimenti penali in corso. Inoltre si allarga lo spettro dei reati non punibili esplicitamente nei confronti di chi aderisce allo scudo: oltre a omessa e infedele dichiarazione, già previste, entrano la dichiarazione fraudolenta e l'occultamento dei documenti contabili. Inoltre l'emendamento riduce la finestra entro la quale si può aderire allo scudo: oggi è di sette mesi e va dal 15 settembre al 15 aprile 2010, con la modifica si restringe a tre mesi, fino al 15 dicembre.
Il terreno del tentativo, motivato anche dai timori di uno scarso entusiasmo dei contribuenti che hanno esportato capitali nei confronti dello scudo, è stato il decreto correttivo varato all'inizio di agosto, anche su sollecitazione del Quirinale, e che riguardava proprio questo punto. La versione originaria dello scudo infatti escludeva la possibilità di utilizzare come prova l'adesione al condono in tutti i procedimenti giudiziari o amministrativi. Dopo pressioni e polemiche il decreto correttivo specificò che l'esclusione non doveva valere per i procedimenti in corso, ma solo per i vecchi processi.
Ma ieri in Senato il Pdl è tornato ad alzare la voce. Il più esplicito è stato Salvo Fleres: "Non nascondiamoci dietro ipocrisie - ha dichiarato nel pomeriggio - se vogliamo evitare che lo scudo sia un flop dobbiamo allargare le maglie". D'accordo anche il relatore al provvedimento Antonio Gentile (Pdl) il quale annunciava che i tecnici del governo stavano studiando i meccanismi per allargare le maglie "a partire dalla non punibilità".
Così si è concretizzato l'emendamento Fleres all'articolo 13 dove si esclude l'utilizzo dell'adesione come prova contro coloro che hanno procedimenti penali in corso. Inoltre si allarga lo spettro dei reati non punibili esplicitamente nei confronti di chi aderisce allo scudo: oltre a omessa e infedele dichiarazione, già previste, entrano la dichiarazione fraudolenta e l'occultamento dei documenti contabili. Inoltre l'emendamento riduce la finestra entro la quale si può aderire allo scudo: oggi è di sette mesi e va dal 15 settembre al 15 aprile 2010, con la modifica si restringe a tre mesi, fino al 15 dicembre.
Dopo una giornata che ha visto cadere per inammissibilità una settantina di altri emendamenti si è arrivati alla convocazione della Commissione Bilancio del Senato in tarda serata. E' in questa sede che il sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti ha espresso parere favorevole all'emendamento scatenando le proteste del Pd che ha preteso e ottenuto un rinvio della votazione a martedì.
"Si rischia di fare un favore a molti bancarottieri", ha dichiarato Enrico Morando del Pd. "Si tratta di modifiche irricevibili", ha aggiunto Giuliano Barbolini (Pd). "La nuova formulazione è devastante", ha commentato Elio Lannutti dell'Italia dei Valori. Bocciato naturalmente l'emendamento del Pd che prevedeva con un solo articolo la cancellazione dell'intera operazione scudo fiscale.
La vicenda apre una fase di incertezza a poche ore di distanza dalla partenza dell'operazione scudo fiscale, dalla diffusione dei moduli e delle indicazioni operative da parte dell'Agenzia delle entrate.
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