- “Geely named as preferred bidder for Volvo”, Financial Times. La Cina chiama. E Ford risponde. La casa automobilistica americana soffre - come le colleghe di mezzo mondo - per la crisi economica. Di qui la decisione di mettere sul mercato uno dei suoi marchi forti: quello della svedese Volvo. Volvo che - secondo il Financial Times - dovrebbe finire nelle mani di un altro produttore di auto, che però ha gli occhi a mandorla: la Chine’s Zhejiang Geely holding. Proprio oggi: Ford ha annunciato che - tra le tante offerte ricevute - la migliore è proprio quella di Geely. Che dovrebbe pagare Volvo “solo” 2 miliardi di dollari. Un vero e proprio affare, visto che Ford - nel non lontano 1999 - per comprare proprio il marchio svedese aveva speso la bellezza di 6,45 miliardi, e sempre di dollari (come ricorda il quotidiano britannico “The Guardian”). Sia come sia: con Volvo, Pechino il suo primo marchio di prestigio made in Europe. Doveva succedere. Ed è successo. E c’è da scommettere che questa non sarà l’ultima volta.
- “China Guandong Wins Approval for Energy Metals Bid”, Bloomberg. Sempre oggi, Pechino ha incassato un’altra lieta novella. L’Australia ha dato via libera alla China Guandong nuclear power. Che è il secondo produttore cinese di energia nucleare. E che - grazie al disco verde del governo di Canberra - potrà mettere le mani su riserve di uranio che ammonterebbero a 9 tonnellate e passa, che se ne stanno nascoste nel sottosuolo australiano. China Guandong nuclear power, infatti, ha ottenuto il permesso di comprare il 70% di Energy metals limited, azienda australiana che ha diverse concessioni per esplorare - alla ricerca di uranio - campi tanto nel nord, quanto nell’ovest del Paese dei canguri.
- “CIC Seeks Commodities”, Bloomberg. E non è finita lì. Perchè l’economia della Cina - da luglio a settembre e a differenza delle asfittiche economie dell’Occidente - è cresciuta dell’8,9%. Perchè - sempre nel terzo trimestre dell’anno - gli investimenti delle aziende e dei fondi cinesi all’estero sono cresciuti, secondo Bloomberg, del 190% rispetto allo stesso periodo del 2008. E perchè lo shopping sembra decisamente destinato a continuare. Tanto che Lou Jiwei, presidente del fondo sovrano cinese “China investment corp “- oggi - ha fatto sapere che Pechino ha altri 110 miliardi di dollari che vorrebbe proprio investire in giro per il mondo. E viene da chiedersi: un’offerta o una minaccia?
P.S. Per chi si fosse perso le puntate precedenti: leggere qui, qui e qui.
Fonte articolo
Nessun commento:
Posta un commento
Visto lo spam con link verso truffe o perdite di tempo i commenti saranno moderati. Se commenti l'articolo sarà pubblicato al più presto, se invece vuoi lasciare link a siti porno o cose simili lascia perdere perdi solo tempo.