E’ assurdo. Folle. Illogico. Paradossale. Pazzesco. L’articolo di Vittorio Feltri, su Il Giornale di ieri, intitolato: “Storia di un patto calpestato. LO ZAMPINO DEL QUIRINALE SUL LODO. Il testo fu concordato dal governo con funzionari di Napolitano, che ne garantì l’approvazione – In cambio della collaborazione, l’esecutivo ritirò l’emendamento (blocca processi) al decreto sicurezza”
In sostanza, il direttore del giornale di famiglia sta confessando che il Presidente del Consiglio ha ricattato il Presidente della Repubblica minacciando l’approvazione tramite Parlamento – sempre più chiaramente svuotato delle sue funzioni e ridotto a servitù di un unico uomo – una legge (la blocca processi) ancora più vergognosa di quella che Napolitano firmò nel giugno del 2008.
Sono parole di una gravità pesantissima. Si aprono due possibili scenari. Entrambi da voltastomaco:
- Ciò che dice Il Giornale è vero. In questo caso abbiamo la conferma del ricatto e della tragica situazione in cui si trova la nostra democrazia. Istituzioni ricattate e al soldo di un solo vecchio e malato – secondo la moglie – uomo. Il Presidente Napolitano si confermerebbe uno dei peggiori Presidenti della Repubblica, che scende a patti e compromessi incostituzionali invece di combattere e denunciare lo schifo antidemocratico di questo governo.
- Ciò che dice il Giornale è falso. In questo caso stiamo assistendo ad un attacco senza precedente contro la prima carica della nazione. Se così fosse, mi chiedo dove sono quelli che gridavano allo scandalo per parole, spacciate come offese, come “Morfeo” o “Dormiente”. Chissà se ora la loro indignazione è proporzionale per questo che sembra essere l’attacco più grave della storia delle Repubblica.
In tutto ciò emerge un fatto chiaro e sicuro. Una testata nazionale, di proprietà del Presidente del Consiglio, può scrivere, senza alcun indugio e senza esporre la minima prova, gravissime affermazioni contro il Presidente della Repubblica sapendo che tanto il loro lettore medio è un addormentato che difficilmente userà la propria testa per comprendere l’autogol clamoroso che Vittorio Feltri ha appena segnato ai danni di Berlusconi.
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