Bertolaso, avrete forse letto, si deve essere accorto della vergognosa leggerezza della sua affermazione sui fondi che vanno alla "sagra della salsiccia", cosi bene stigmatizzata da Debora ed ha corretto il tiro.
Ha infatti affermato che in Italia, per mettere in sicurezza i 5000 e passa Comuni a Rischio ci vorrebbero 25 MILIARDI di euro ( fa riferimento ai 5000 e passa Comuni che hanno almeno qualche area del loro territorio CARTOGRAFATA come a rischio e/o pericolosità elevati, cosa ben diversa dai Comuni che hanno REALMENTE aree a rischio e/o a pericolosità elevate, che sono CERTAMENTE di più come posso testimoniare io stesso, in primo luogo).
Per il 2008 ed il 2009 erano stati infatti stanziati poco più dell' un per cento di quella cifra, 265 milioni di euro per ciascun anno. Come dire che di questo passo ci potrebbero volere cento anni, e solo per le situazioni chiaramente a rischio, conosciute censite e cartografate,come era il caso, del resto, della tragedia di questi giorni di Briga Marina, Giampilieri, Molino e Scaletta Marea.
In realtà, tra una emergenza ed un'altra, tra un imprevisto ed un altro, nell'indifferenza generale, è andata pure peggio.
Possibile?
Si.
Nelle parole del Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo: "Il fondo nazionale è stato tagliato dell'80 per cento. Per il 2009 ci sono 50 milioni per la difesa del suolo, per il 2010 non c'è nulla."
Il ministro fa riferimento agli importanti fondi a disposizione delle Regioni.
In pura teoria perchè poi questi fondi, che tra parentesi dovrebbero essere messi a disposizione da parte dello Stato e generalmente non lo sono, si disperdono in mille rivoli.
D'altronde si capisce: le alluvioni, gli eventi straordinari capitano raramente, generalmente NON in periodo elettorale.
Vincolare le aree a rischio in molti comuni vuol dire vincolare grosse percentuali del territorio comunale, di solito quelle ancora sgombre e lottizzabili.
Nessuno che si chieda perchè queste zone siano rimaste storicamente sgombre.
Se lo fa, anche nel civilissimo Nord, anche nella civilissima Toscana, viene tacitato, zittitio, irriso ed infine ignorato.
Nel mio ex Comune, Fiesole, una area in frana, teoricamente stabilizzata, è stata in pratica lottizzata, in barba a qualunque buonsenso ( per non dire delle leggi vigenti).
Nessun problema: è bastato "dimenticarsi" di inserire in cartografia questa area in frana "stabilizzata" nella cartografia del rischio. Come è stato possibile? Vedete un poco voi.
Del resto per certi sfortunati Comuni i dissesti, i disastri, una volta avvenuti, sono una mano santa per l'economia locale e pazienza per i morti.
Strade da ripristinare, fiumi da arginare, versanti da stabilizzare...di che lavorare per anni e pazienza per i morti.
Si dice, ed è vero, che prevenire i dissesti costerebbe da un ventesimo ad un decimo degli interventi ex post.
Appunto: vi sembra una buona idea intervenire prima?
Una cosa furba, in termini di economia locale?
Certamente no. MOLTO meglio costosi COSTOSISSIMI interventi, che daranno da lavorare per anni alle ditte del posto ( e non solo).
Questa cruda realtà deve essere ben presente, in modo "bipartisan ", agli occhi del legislatore. Partiamo dagli inizi: subito dopo la tragedia di Sarno, con le sue centinaia di morti, vi fu una attività legislativa frenetica, nel tentativo di metterci una pezza.
L'attuale assetto della difesa del suolo, in effetti, si può far risalire alla legge 267 del 1998.
Andatevela a leggere.
Si stanziavano, se ben ricordo, alcune decine di miliardi, per gli interventi CONOSCITIVI; badate bene, più urgenti. Miliardi di lire. Non di Euro.
Come ha detto, incredibilmente il nostro ineffabile ( strictu sensu) Presidente del Consiglio, quella di Bertolaso è stata una provocazione.
Se siete in uno dei Comuni a rischio ora lo sapete.
In caso di eventi straordinari, tra le persone a rischio, qualcuno ce la potrà fare.
Uno su cento, all'incirca.
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