25/11/09

Berlusconi, avviso di garanzia per mafia e sequestro beni. Per il Giornale

Qui le cose sono due. O Vittorio Feltri è posseduto, oppure è stato rapito dagli alieni che hanno messo al suo posto di direttore delGiornale un Marco Travaglio perfettamente truccato. Perché altrimenti non si capisce proprio come mai il direttore del quotidiano fondato da poro Montanelli sono tre o quattro giorni che si è trasformato in quelle “Gazzette delle procure” che aveva sempre detto di esecrare. Continuando ad annunciare indagini e provvedimenti in arrivo nei confronti di Silvio Berlusconi da Palermo, dove il processo Dell’Utri e le dichiarazioni del pentito Spatuzza sui rapporti tra il gruppo Fininvest e il processo Graviano starebbero fioccando.

Ma stavolta Il Giornale ci va più pesante del solito. “L’ultima trovata dell’Antimafia: sequestrare il tesoro di Silvio“, strilla in prima pagina, poi specificando meglio: “Dalla Sicilia in arrivo un avviso di garanzia a Berlusconi per concorso esterno. Subito dopo gli verrà requisito l’intero patrimonio. Per la legge, infatti, basta il sospetto. Se tutto va come i pm sognano vada, per Silvio Berlusconi la condanna sul Lodo Mondadori potrebbe essere solo un antipasto, perché i Pm di Palermo vogliono indagarlo per concorso esterno in associazione mafiosa per poi arrivare al sequestro dell’intero patrimonio“, come scrive Gianmarco Chiocci nel servizio a pagina 3. E sembra proprio volergliela tirare, al povero premier. Perché a prescindere dal fatto che le indagini della Procura di Palermo arrivino davvero fino all’invio di un avviso di garanzia a Berlusconi, pensare che per ciò stesso i magistrati chiedano il sequestro dei beni, un provvedimento che arriva di solito per i mafiosi e soltanto nei casi in cui si utilizzi quel patrimonio per delinquere nel momento stesso, sarebbe difficile da sostenere anche davanti al più accanito e antiberlusconiano tra i Giudici delle Indagini preliminari. Anche se sarebbe divertente immaginare Emilio Fede sequestrato per associazione mafiosa, è altamente improbabile che questo accada per le aziende. E figuriamoci per gli altri beni, compresa magari quella Villa Certosa teatro degli scatti delle scorse estati. Insomma, più che altro sembra che Feltri abbia intenzione di tirargliela, a Berlusconi. Con l’obiettivo neanche troppo scoperto di preparare i propri lettori al peggio oppure di far retrocedere, con la tecnica dell’agguato preventivo, chiunque abbia davvero la velleità di inviarglielo davvero, questo avviso di garanzia che sarebbe il più annunciato della storia giudiziaria del paese. E magari anche questa volta, il premier, avrà il coraggio di dire che è stato “avvisato dai giornali” delle indagini contro di lui, come in occasione dell’avviso di garanzia del 1994 la cui notizia venne pubblicata in anteprima dal Corriere di Paolo Mieli.

…oppure l’intenzione è un altra. E a leggere Liana Milella su Repubblica che parla delle ultime novità sulla riforma della giustizia in preparazione dalle parti della maggioranza, parrebbe proprio che a pensar male si fa peccato ma raramente ci si sbaglia, come dice sempre Andreotti: quella dei parlamentari, secondo Repubblica, “È l’inizio di una battaglia lunga. Che parte con l’immunità parlamentare, che passa attraverso una legge interpretativa per fissare in modo certo le date di un reato e quindi della prescrizione, e finisce con una sortita che per la prima volta, nella sequenza delle 19 leggi ad personam per Berlusconi, previene un’incriminazione e un processo, quello (futuribile) per mafia. Vogliono mettere mano al reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Quello per cui è sotto processo a Palermo Marcello Dell’Utri. Quello che ha portato alla sbarra tanti politici nelle zone di mafia, camorra, ‘ndrangheta. Un reato che in realtà non esiste, perché nel codice penale non c’è, ma che “vive” per le pronunce convergenti della Cassazione. Quindi un delitto assodato, consolidato, fermo nella storia del diritto. Ma quel crimine adesso si avvia ad avere una macchia. Potrebbe essere utilizzato dalla procure di Caltanissetta, Palermo e Firenze per indagare il presidente del Consiglio. E questo è davvero troppo. Quindi i consiglieri giuridici del premier si stanno muovendo in anticipo per terremotarlo. Ragionano tra di loro, giusto in queste ore, su dove sia meglio aggredirlo, se incidere sui termini della prescrizione, oppure se “normare” ex novo il delitto, ma con paletti tali da renderne l’applicazione difficilissima“.

Quello di Cosentino, per essere chiari. Ed ecco che quindi la minaccia di un avviso di garanzia per il Cavaliere potrebbe essere l’acceleratore per convincere i parlamentari a mettere mano al concorso esterno per rendere la sua applicazione più restrittiva possibile. Salvando così preventivamente Berlusconi, Dell’Utri e anche tutti i politici su cui si fanno indagini per mafia, camorra e ‘ndrangheta. Una mossa quantomeno geniale, considerato che sono legulei quelli che l’hanno messa in atto.

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