14/11/09

Le mani (della Curia) sulla città: la Regione Lombardia paga la costruzione di edifici religiosi


L'Aquila. Ex Casa dello Studente. Foto di Alessandro Tauro.

Tredici giorni.
E' il tempo trascorso dalla data della decisione ufficiale della Regione Lombardia di costruire in tempi ridottissimi la nuova Casa dello Studente a L'Aquila al giorno in cui l'Arcidiocesi del capoluogo abruzzese si è inserita nel progetto, ritagliando su sé stessa un ruolo da protagonista principale.

L'incipit ufficiale del piano infrastrutturale è datato 3 giugno 2009 ed ha luogo nel Palazzo Pirelli di Milano. E' con la delibera n. 8/9550 [PDF] che la giunta Formigoni approva l'Accordo di Programma stipulato con Comune dell'Aquila, Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Abruzzo.
Nulla del nuovo studentato viene lasciato al caso. La delibera stabilisce il numero dei posti letto (120), superificie occupata e area verde, crono-programma di costruzione, costi complessivi (7 milioni di euro tra studentato e scuola primaria), dimensione delle aule, soggetti incaricati delle responsabilità attuative e di controllo, trasferimento delle risorse, normativa sulla risoluzione dei conflitti di competenza, numero, tipologia e dimensione delle stanze, composizione strutturale delle pareti e delle controsoffittature.
Un solo elemento manca all'appello: la scelta del terreno su cui costruire.

Un'assenza molto particolare, che potrebbe essere motivata dalla scelta di attendere una regolare gara d'appalto per la definizione dell'ubicazione. E sarebbe stata questa la ragione principale, se non fosse che 5 giorni prima dell'approvazione presso il Pirellone la Curia dell'Aquila aveva emesso una nota ufficiale in cui si proponeva come ente ospitante, per mezzo dei propri terreni, della nuova Casa dello Studente.

Nessun esproprio. Nessuna gara pubblica d'appalto. Neanche una di quelle "su invito" e a tempi ridotti organizzate dalla Protezione Civile per il Piano C.A.S.E.
Una sorta di "concessione per simpatia", resa possibile dalle numerose deroghe alle norme statali, regionali e comunali di costruzione chieste sin dal principio allo scopo di "accelerare i tempi".

Il 16 giugno, il primo vertice a 4 si estende ad altre tre "autorità": Provincia, Dipartimento della Protezione Civile ed Arcidiocesi dell'Aquila. La ratifica è unanime. Nei giorni successivi le delibere di Regione e Comune daranno l'ok finale per la costruzione del nuovo complesso.

Intitolazione a San Carlo Borromeo, gestione dello studentato affidata in via esclusiva alla Curia e appropriazione da parte dell'Arcidiocesi dell'intero complesso in termini proprietari tra 30 anni sono i tre fattori di ritorno economico e spirituale per la Curia aquilana.
Ciò che si pone di fronte agli occhi dei contribuenti lombardi è un vero inedito: costruzione con fondi pubblici di un edificio a gestione privata e che, secondo uno scadenzario predefinito, diverrà di proprietà esclusiva della Santa Chiesa Cattolica Romana.

Il ricorso presentato dall'Unione degli Universitari dell'Aquila, per quanto fondato sulle diverse normative locali e nazionali sull'edificazione pubblica, rischia di naufragarsi di fronte alla massiccia ma legale deregolamentazione che avvolge il capoluogo abruzzese in questa fase di post-emergenza.
Con la conseguente certificazione del principio "Privati edifici religiosi, pubblici fondi laici".

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