«Il solare termodinamico è capace di accumulare l’energia raccolta durante le ore di sole. La soluzione di sali fusi utilizzata al posto della semplice acqua riesce infatti a raggiungere i 600 gradi e il calore viene rilasciato durante le ore di buio o di nuvole. In fondo, il successo dell’idroelettrico come unica vera fonte rinnovabile è dovuto al fatto che una diga ci permette di ammassare l’energia e regolarne il suo rilascio. Anche gli impianti solari termodinamici – a differenza di pale eoliche e pannelli fotovoltaici – sono in grado di risolvere il problema dell’accumulo».
Un passo avanti che cancella uno dei problemi principali di questa risorsa e che segna un gran bel punto a favore delle rinnovabili. Ritornando invece al nucleare Rubbia pone delle domande molto semplici, le stesse che un comune cittadino dovrebbe farsi: «Si sa dove costruire gli impianti? Come smaltire le scorie? Si è consapevoli del fatto che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni? Ci si rende conto che quattro o otto centrali sono come una rondine in primavera e non risolvono il problema, perché la Francia per esempio va avanti con più di cinquanta impianti? E che gli stessi francesi stanno rivedendo i loro programmi sulla tecnologia delle centrali Epr, tanto che si preferisce ristrutturare i reattori vecchi piuttosto che costruirne di nuovi?»
Tutti quesiti che meriterebbero risposta ma che lo Stato Italiano sembra ignorare spinto non si sa bene da quali interessi. Un altro scienziato, il valdostano Gianni Silvestrini tra le sue tante ricerche ha calcolato, in base alle tendenze di questi ultimi anni, lo sviluppo che avranno nel mondo due rinnovabili come l’eolico e il solare a discapito dell’energia nucleare.
La tabella sembra molto eloquente e come ricorda Silvestrini è calcolata osservando «la produzione addizionale di elettricità solare ed eolica mondiale che unita al contributo alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti di queste tecnologie verdi, dovrebbe essere almeno 4 volte superiore rispetto al contributo del nucleare, considerando anche la chiusure delle vecchie centrali». Come per la questione acqua pubblica ora non si comprende bene quale sia il vero motivo di certe scelte e a chi giovino maggiormente. Il Governo parla di un nucleare sicuro e «che ridurrebbe le spese elettrice del cittadino», affermazione contestata da chi come Greenpeace definisce questo slogan solo una menzogna basata su calcoli in cui oltre ai costi per la realizzazione degli impianti non si terrebbero conto degli accantonamenti per lo smantellamento dei reattori, della copertura assicurativa in caso di incidenti gravi, dei costi per il riprocessamento delle scorie, per la bonifica dei siti contaminati e per la realizzazione del futuro deposito geologico di stoccaggio. Tutte cose che secondo l’associazione ambientalista farebbero aumentare non di poco la bolletta invece che diminuirla. Segnalo la curiosa iniziativa “Io la bolletta nucleare non la voglio” per maggiori informazioni in merito.
Fonte articolo
OT
RispondiEliminaE' partita la campagna banner BLOG NO PONTE in vista della manifestazione nazionale che si terrà a Villa San Giovanni il 19 dicembre e della "posa della prima pietra" che avverrà il 23 dicembre.
Per saperne di più ed eventualmente aderire
http://www.liberareggio.org/2009/12/01/speciale-noponte-passaparola-contro-speculazione-aderisci-blog-no-ponte/
Riguardo al solare, in Italia coprire il 3% del territorio di specchi modificherebbe parecchio l’albedo (il potere riflettente) del suolo, portando a cambiamenti climatici non indifferenti.
RispondiEliminaNon è nemmeno vero che si otterrebbe energia gratis. Pensate a quanto costerebbe coprire di specchi il 3% del nostro territorio (10.000 Km2 tutte Le Marche, spostando magari altrove il milione e mezzo di persone che ci abitano).
rinnovabili+efficienza energetica
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