01/01/10

Iraq:ora la sconfitta per gli USA è totale

soldati e pozzi

Che la "Enduring Freedom" fosse stato un discreto fallimento in termini sociali, politici ed economici, prima ancora che militari, ormai non lo negava più nessuno. Salvare la faccia, in qualche modo, senza fare precipitare il paese in un caos totale, è stata la strategia sia dell'ultimo Bush che, storia recente, di Obama. Formato un esercito ed una polizia locale un minimo credibili, strutturata una oligarchia di comando con solo una pallidissima verniciata democratica, gli USA hanno smobilitato, rimanendo solo in qualche grossa base e "compound", praticamente assediati in una società quasi completamente ostile.

La speranza era in ogni caso quella di mettere le mani sul petrolio irakeno, questo da solo giustificando un intervento nella zona. Molti analisti, anzi, hanno sempre ritenuto che fosse questo il sono ed unico scopo dell'intervento. Le cose non sono state così semplici, raramente lo sono, ma certo il potenziale produttivo del paese era strategicamente importante, per una potenza che ha bisogno di importare quasi metà del petrolio che consuma. A quanto pare però, l'oligarchia che si sono lasciati dietro non era cosi riconoscente con chi l'aveva sistemata sul ponte di comando da non vedere la possibilità di stringere altri e più lucrosi accordi sullo sfruttamento e lo sviluppo delle risorse petrolifere.

Le ultime ed importantissime aste se le sono aggiudicate, guarda caso, le compagnie dei paesi che più si erano opposti alla guerra, ovvero Cina, Russia e, udite udite, Francia, o quelle che si sono distinte per un impegno ridotto come la, per una volta non-cenerentola, Italia.

E' una sconfitta cocente, economicamente, strategicamente e politicamente parlando, dal potenziale devastante.

In prospettiva, il Vietnam è una bazzecola. Tutto considerato, a parte la cocente sconfitta militare, sul piano politico il temuto "effetto domino" che avrebbe potuto trasformare tutti gli Stati del sudest asiatico in dittature del proletariato non si verificò. Solo Vietnam, Laos e Cambogia furono coinvolti e la sconfitta non ebbe conseguenze geopolitiche, strategiche o economiche di rilievo. Ma ora, con la progressiva perdita delle concessioni di sfruttamento la sconfitta in Iraq è non solo totale ma anche più grave.

I cinesi sanno che la corsa alle risorse è cominciata SUL SERIO, ne hanno la consapevolezza storica e politica. Con il loro classico e ruvido pragmatismo, stanno provvedendo, agendo su tutti i fronti possibili. I russi, con analoga schiettezza e brutalità, ove occorra, stanno facendo lo stesso.

Noi occidentali, tutto considerato, pettiniamo bambole, non potendo raccontare la brutale realtà delle cose, per quella che è, senza rivestirle della nobile missione, del "fardello dell'uomo bianco" come diceva poco più di un secolo fa Kipling.

Non decidere, in ogni caso E' una decisione, ed E' una decisione che porterà solo guai. GROSSI guai. Per tutti.

Ecco com'è andato l'anno della Cina

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