18/01/10

Ponte nelle Alpi, il paese che pensa in verde!


“Un ponte verso la sostenibilità. Dove Ponte ha l’iniziale maiuscola ed è un Comune di 8.500 abitanti a ridosso delle Alpi bellunesi. Apparentemente, un normale paese di montagna, con segni di neve agli angoli delle strade, l’aria tagliente sul viso, scampoli di conversazione in un dialetto aspro – ricco di consonanti, come i cognomi di queste parti.

Qualche indizio mette sull’avviso, per esempio le piazzole di sosta color rosa, sparse nel territorio. Sono parcheggi comodi per donne incinte, segnalati dal cartello “Chi aspetta ha più bisogno di te”. Ci troviamo infatti in un centro pluripremiato a livello nazionale come esempio di sostenibilità.

In appena due anni, Ponte nelle Alpi ha raggiunto quasi il 90% di raccolta differenziata e, grazie ai soldi risparmiati per lo smaltimento in discarica, ha tagliato il 15% dei costi di gestione del servizio rifiuti, creato cinque posti di lavoro, allestito un servizio porta a porta favorendo le fasce deboli con misure personalizzate.

Sul piano energetico, ha ridotto del 30% i costi dell’illuminazione pubblica, dotato le aule di sensori che regolano le lampade in modo progressivo “leggendo” la luce ambientale, reso autosufficiente dal punto di vista dell’elettricità la scuola media convertita al fotovoltaico.

E ancora: il Comune ha erogato contributi alle aziende agricole che recuperano l’acqua piovana e messo a disposizione un servizio gratuito di trasporto per gli anziani, dalle frazioni al centro.
Un piccolo miracolo che l’assessore all’ambiente, Ezio Orzes, riassume così: «progettare stili di vita più felici, cercando di ricostruire un’idea di futuro desiderabile per il nostro territorio».

Tutto ha avuto inizio alla fine degli anni Novanta, quando fece capolino il progetto della Provincia di costruire una mega discarica a Ponte nelle Alpi. Buona parte della popolazione si schierò contro. Uno dei “capi” della protesta, Ezio Orzes, entrò in politica e divenne assessore comunale all’ambiente, delega riconfermata all’indomani delle elezioni 2009.

«L’impegno politico della nostra lista civica – racconta – è nato come conseguenza di quella opposizione: dopo dei no pesanti, volevamo porre dei sì costruttivi. Per inciso, la discarica non è stata fatta, e non solo perché era un progetto calato dall’alto, ma essenzialmente perché non considerava possibili alternative».

L’Amministrazione ha pensato bene di auto organizzarsi lo smaltimento, introducendo la differenziazione e la raccolta porta a porta per le 4 tipologie di rifiuto più frequenti e la possibilità di conferirne altre 28, gratuitamente, all’ecocentro. Ha deciso di gestire tutto il processo internamente, creando una srl pubblica, Ponte Servizi. In sei mesi la società ha ristrutturato la propria sede, acquistato mezzi e bidoni, consegnato a tutte le utenze i materiali per la raccolta differenziata, effettuato una campagna informativa coi cittadini e ogni classe scolastica, aperto l’ecocentro e avviato il servizio.

«La percentuale di rifiuti differenziati – annota Orzes – è passata dal 23,7% all’82,3%, e nel 2009 il dato si aggira sull’89% includendo il compostaggio domestico. I rifiuti portati in discarica sono diminuiti da 2.938 tonnellate a 334, e di conseguenza i costi da 457 mila euro a 56 mila (lo smaltimento del secco incideva per il 57% sul costo del servizio). La spesa complessiva, nonostante un servizio più capillare e il doppio di addetti, è scesa dai 950 mila euro del 2007 agli 839 mila del 2008, agli 800 mila del 2009. Abbiamo favorito i cittadini virtuosi: chi produce meno rifiuto secco, paga meno in bolletta, dal 10% al 40%».

Raggiunto il grosso del risultato, si è cominciato a cesellare. «Uno studio sulla composizione del nostro rifiuto indifferenziato ha rivelato che il 40% di esso era costituito da plastiche sporche. Abbiamo studiato una soluzione assieme al Centro riciclo di Vedelago e il risultato è che oggi quella plastica, trattata termicamente e ridotta in sabbia può essere ancora usata: per dirne una, nei dissuasori stradali».

Sistemati i conti, si è cercato, nell’ottica della solidarietà, di andare incontro ai soggetti in sofferenza: anziani indigenti, famiglie con bambini piccoli, aziende in crisi. Ogni 15 giorni vengono raccolti gratis a domicilio pannoloni e sacche da dialisi; per favorire l’utilizzo di pannolini lavabili al posto di quelli usa e getta, il Comune ha riconosciuto un contributo di 190 euro sui 300 necessari per l’acquisto del kit (è il costo stimato, a bimbo, di tre anni di pannolini da smaltire come rifiuto secco: i soldi, anziché alla discarica, vengono dati alle famiglie); le aziende beneficiano della raccolta gratuita del cartone e gli esercizi pubblici di quella del vetro: sono gli scarti più ingombranti, che inciderebbero sull’ammontare della tariffa. Infine, il Comune ha favorito l’installazione di un distributore di latte crudo: prodotto fresco e della zona, e 50 mila contenitori in meno all’anno nell’immondizia.

Passo successivo ai rifiuti è stata l’energia. Negli edifici pubblici sono stati introdotti impianti di luce con reattori elettronici, tecnologia che consente di regolare l’illuminazione elettrica in proporzione inversa alla quantità di luce che entra dall’esterno, evitando zone d’ombra sui banchi e sprechi. In una classe elementare, prototipo nazionale, la luce si accende automaticamente appena il sensore percepisce un respiro, si regola compensando la luce naturale e si spegne dopo alcuni minuti se non c’è nessuno nella stanza.

La scuola media è stata dotata di pannelli fotovoltaici che a oggi hanno prodotto 52.642 kWh, scongiurando l’emissione in atmosfera di 36.849 kg di anidride carbonica. Nella stessa scuola e nella tensostruttura che funge da palestra sono stati montati recuperatori di calore: ventilatori a soffitto, attivati da una sonda, che spingono verso il basso il caldo, facendo spegnere i termostati al raggiungimento della temperatura.
«Questo semplice sistema – spiega Moreno Follin, responsabile del servizio elettrico comunale – fa calare di un terzo il consumo del riscaldamento.

Quanto alle luci, utilizziamo lampade fluorescenti con una particolare ottica messa a punto assieme alla ditta produttrice e una pellicola realizzata apposta per noi dalla 3M per polverizzare la luce e quindi ottenere l’effetto di illuminare in forma diffusa, pur con una potenza ridotta. Nella palestra, infine, abbiamo previsto diversi livelli di intensità della luce: quando si accende, è al 25%, sufficiente per fare le pulizie e altre mansioni; per le partite, si può alzare il livello».

L’illuminazione stradale è stata rinnovata per metà dei 1.417 lampioni, applicando un sistema di diffusione che convoglia la luce tutta verso il basso, dove serve, ovviando alle abituali dispersioni: con l’energia che in casa basta appena per il frigorifero, qui si rischiarano duecento metri di strada. Inoltre, sono stati adottati corpi illuminanti a basso consumo, che durano fino a dieci anni (e sono privi di mercurio, potenzialmente inquinante). Si è passati dagli 82 euro/anno del costo di energia elettrica per punto luce agli attuali 38.

«La politica è ossessionata dal problema del consenso. – osserva l’assessore Orzes – Crediamo di aver dimostrato che i cittadini sono più avanti dei politici e delle leggi nazionali. Si è verificata una forte capacità di coesione della comunità, che si ritrova attorno a processi in cui ognuno si riconosce perché ha messo qualcosa di suo.

Intendiamo proseguire su questa strada: stiamo lavorando per realizzare un impianto a biogas che, partendo dal rifiuto organico (umido domestico, reflui zootecnici, sfalci del bosco), produca in maniera naturale l’energia termica con cui riscaldare la casa di riposo. Quest’anno sarà avviato anche un sistema di riscaldamento per il municipio e le scuole medie che utilizza scarti del legno. Parte in questi giorni “PubblichEnergie”, progetto che vede Ponte nelle Alpi capofila e coinvolti i Comuni bellunesi di Trichiana, Lentiai, Alano di Piave.

L’obiettivo è quello di dare strumenti ai cittadini che si propongono di investire nel risparmio energetico e nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Il nostro Comune, aprendo uno sportello e dedicando un funzionario, svolgerà attività informativa e di garanzia rispetto alle tecnologie esistenti, all’esecuzione degli interventi, all’accesso al credito».

Dritti verso il futuro: la green economy abita già qui.”

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
Porta la sporta

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