Bellezza, funzionalità sicurezza possono scomparire in nome del maggior valore che il suolo può assumere se è coperto dalla crosta di cemento e asfalto.
Guardate i “piani casa”. Berlusconi ha dato l’avvio, ma la Toscana rossa è stata la prima a seguirlo, e la legge peggiore l’ha fatta (insieme alla Sardegna) la Campania dell’ex comunista Bassolino.
E guardate che cosa avviene a Venezia, città amministrata dal centrosinistra quasi ininterrottamente dal 1975 a oggi. In prossimità della gronda lagunare, in un’area ad altissimo rischio idraulico, la previsione di uno stadio e un terminal terra-acqua viene quadruplicato da un accordo patrimoniale siglato dal presidente berlusconiano della Regione, dal sindaco ex comunista di Venezia e dai proprietari di due aziende privatizzate, per essere riempito da oltre un milione di mc di alberghi, residence, centri commerciali e “divertimentifici”. Sull’altro bordo della Laguna, al Lido, la residua integrità del forte di Malamocco, realizzato dagli austriaci nel XIX secolo, le sue mura e la vasta area a verde che esse racchiudono, viene stravolta da una trentina di villette e altre costruzioni, che copriranno tre quarti dell’area. Rimuovendo, col beneplacito della sovrintendenza, i vincoli di tutela, e utilizzando tutti gli strumenti di deroga alla pianificazione urbanistica consentiti dalle leggi vigenti. Casi simili provengono a eddyburg da tutt’Italia, nel silenzio dell’informazione di massa.
Non è in crisi solo l’urbanistica, né solo la politica: è la civiltà che è scomparsa dal disgraziato paese in cui ancora viviamo. Cancellare le voci libere, la critica, il dissenso serve anche a nascondere questa verità.
di Edoardo SalzanoFonte articolo
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