06/02/10

Defaults e Blade runners


Una scena di "Blade Runner".

Brutta giornata, ieri, sui mercati finanziari, le borse europee hanno sfondato i supporti di medio/lungo termine di slancio, la fifa è tornata a galoppare, iene, sciacalli ed altri "speculatori" trotterellanti al seguito.

Le virgolette sono d'obbligo. Le borse, sostanzialmente, sono da tempo, forse da sempre, il campo di battaglia SOPRATUTTO degli "speculatori", il cui ultimo scopo è lo scalping che fanno sugli andamenti e sulle oscillazioni, piuttosto che la tenuta del sistema. Se i segnali convergono a rogne, rogne siano, con tanti saluti alla "timida ripresa".

Nessuno stupore, quindi, visto che le rogne erano ampiamente segnalate, perfino sui media e sono quelle ben note: crisi finanziaria che si trasforma in crisi sistemica che peggiora la crisi finanziaria, strangolando i conti pubblici, il che distrugge la possibilità di finanziamento delle banche centrali e quindi in ultima analisi di tutto il sistema di un dato Stato. Lo so, lo so che le cose non stanno ESATTAMENTE così. Resta il fatto che i conti pubblici sono in fuga ovunque e lo sono a ritmo accelerato. Certo: non tutti sono messi allo stesso modo, noialtri italiani abbiamo solo una crisi terminale del comparto industriale, delle istituzioni, dell'istruzione, della ricerca, ma, a parte questo, siamo messi meglio di altri, sopratutto perchè finora siamo stati tenuti abbastanza fuori dai giochi ( mi fanno un po ridere, non da oggi, certi nostri banchieri che parlano della lungimiranza dei loro istituti).

Insomma: che la Grecia e la Spagna abbiano una situazione dei conti pubblici irredimibile ormai lo si dice chiaramente , sia nei mercati finanziari che a livello istituzionale. Ci si sta preparando, in realtà, a fare terra bruciata tutto intorno ai nostri cugini mediterranei.

Da un momento all'altro potrebbero essere messi in quarantena, fuori dall'euro e/o sottoposti ai diktat severissimi del fondo monetario internazionale e della BCE, secondo il più classico schema di "shock economy", finora mai sperimentato appieno su un paese del "nostro" lato dell'Europa.

La Spagna, sotto certi aspetti, è perfino messa peggio, perchè la disoccupazione continua ad aumentare, ad un ritmo di circa il 3% mese/mese ed ha raggiunto e superato il 20%, un livello da grande depressione, oltre il quale la stessa tenuta sociale di un paese viene posta in discussione.

La nostra classe politica, che rispecchia una elite di antichi rentier e ex-industriali decotti e tenuti artificialmente in vita non sapendo che pesci prendere, fa finta di nulla, compatta. Lo stile è il più classico degli "io speriamo che me la cavo".

Il bello è che anche gli Stati Uniti, mentre Wall Street disegna scenari catastrofici per questo o quel paese europeo ha parametri dei conti pubblici che sono, brutalmente, molto simili a quelli Greci.

Un rapido confronto?

Grecia:

Deficit pubblico ( fine 2009) 12.7%

Debito pubblico (fine 2009) 113%

Tasso disoccupazione (fine 2009): 9.1%

Usa:

Deficit pubblico ( previsioni per 2010) 10.6% (35% del budget statale)

Debito pubblico (fine 2009) 90%

Tasso disoccupazione 9.8%

Ed ecco la Spagna....


Spagna:

Deficit pubblico ( fine 2009)11.4%

Debito pubblico (fine 2009) 55.2%

Tasso disoccupazione (fine 2009) 19.8%

Poi ci sarebbe il Portogallo....

Deficit pubblico 9.3 % ...

Insomma, avete capito: quando il deficit si avvicina alla soglia, forse solo psicologica forse qualcosa di più, del 10% del PIL, cominciano a saltare gli equilibri e i mercati si innervosiscono.

Gli USA faranno eccezione? Credo di no. I maggiori creditori del paese chiederanno, prima garbatamente e poi a gran voce RIFORME STRUTTURALI, un severo piano di rientro etc etc.

Proprio quello che gli USA, un paese che vive interamente sui debiti, non possono fare.

Quindi? Beh, risponderanno picche. Magari con un certo qual infastidito nervosismo visto che la lezioncina gli verrà impartita, in primo luogo, dai loro poco fraterni amici cinesi.

A questo punto si apriranno scenari di politica estera in vecchio stile, in cui al posto delle cannoniere sono le disponibilità e le leve finanziarie ad essere schierate. I cinesi sono in grado, a differenza degli USA, di reggere un confronto duro, anche se la cosa dovesse avere un impatto disastroso in termini economici e sociali. La struttura dello stato essendo quella che è.

In Usa anche solo a sentir parlare di tasse ai più ricchi diventano compattamente idrofobi. Figuriamoci trasformarsi in un paese di risparmiatori...

Tempi? Chi lo sa. La Storia ha una sua logica che è visibile ma i tempi del suo dispiegamento sono, storicamente, POCO prevedibili. Il crollo dell'Euro, tra parentesi, fa malissimo all'economia USA (ed anche a quella Cinese, Giapponese, Indiana...).

Sintesi finale:

Il rischio di default che viene ritenuto concreto per la Grecia, un piccolo paese, che potrebbe anche essere salvato per i capelli da una "pelosa" azione di salvataggio concertata e per la Spagna ( che invece potrebbe mettere a rischio la moneta europea) è MOLTO più elevato per gli USA, semplicemente troppo grossi per essere salvati dal resto del mondo, in caso di crollo della fiducia, più o meno pilotato. Obama non corre sul filo del rasoio. Ci pattina. Con i pattini da ghiaccio.

Fonte articolo

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