06/02/10

La croce e la pagliuzza


La notizia era rimbalzata da un angolo all'altro della rete. Nel giro di poche ore parecchi blog e social network diffondevano la dichiarazione più sconcertante del giorno. Forse anche della settimana e del mese. La grande stampa nazionale era occupata, come logica voleva, nella celebrazione dell'esito delle primarie pugliesi, della vittoria del portavoce di un partito da 3% a fronte della "disfatta" del colosso democratico e del suo principale esponente (non me ne voglia l'evanescente segretario Bersani) Massimo D'Alema.
E' avvenuto proprio in concomitanza con lo spoglio delle schede. Nella tarda serata di domenica 24 gennaio, Bruno Volpe su Pontifex Roma, pubblicava le dichiarazioni di Monsignor Giacomo Babini, Vescovo di Grosseto.
"Trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. Lo ribadisco: all'omosessuale praticante e conclamato non va amministrata mai la comunione, quando si presenta davanti, il ministro abbia il coraggio di tirare avanti. Ad uno come Vendola io non la amministrarei mai", è stato il passaggio-scandalo.

In parecchi su blog e facebook, mossi da un'indignazione largamente condivisa, nel commentare la notizia si sono augurati una critica presa di posizione da parte di qualche alto prelato contro la "vergognosa" dichiarazione del collega grossetano, o quantomeno da parte delle autorità politiche di opposizione.
La speranza collettiva è che questa fosse una posizione minoritaria, estremista all'interno del mondo ecclesiastico e che la fama di esponenti progressisti come l'Arcivescovo di Milano Cardinale Dionigi Tettamanzi, espressamente non contrario all'istituzione di provvedimenti che riconoscano financo le "coppie di fatto", fosse proporzionalmente motivata.

Il silenzio degli esponenti politici in Parlamento o della Chiesa cattolica non è rimasto tale per troppo tempo. E' stato sufficiente attendere per una decina di giorni, fino alla giornata di ieri, in cui, ancora una volta dalla penna di Bruno Volpe, sono spiccate le assordanti parole di un altro prelato toscano, il Vescovo Emerito di Pistoia Monsignore Simone Scatizzi.
"La pratica omosessuale e la ostentata e dichiarata omosessualità impediscono l'amministrazione della comunione, secondo quanto dice la Chiesa e nessuno sicuramente é in grado di contraddire questo precetto. L'omosessualità, in quanto tale, è un disordine".

Ma, ancora una volta, quella classe politica così incline ad ascoltare i commenti della Santa Chiesa Cattolica Romana e a commentare a sua volta le dichiarazioni su immigrazione e coppie di fatto fatte da un prelato "cattocomunista" oggi resta stranamente silenziosa.

E lo fa, coralmente, nello stesso giorno in cui dalla Germania esplode lo scandalo dello stuprificio delle scuole cattoliche tedesche, una storia dai toni drammatici e irripetibili, che parla di ragazzini adolescenti costretti a partecipare alle pratiche sessuali più aberranti.
E che si lega, vergognosamente, ai frequenti episodi di sevizie a sfondo sessuale e di pedofilia che travolgono la Chiesa cattolica in ogni angolo del mondo, a partire dalle più martoriate zone degli Stati Uniti d'America o del Nord d'Irlanda.

Per un terribile stupro a danno di una ragazza in un parco di Roma, per la quale vennero accusati e sbattuti sulle prime pagine di tutti i giornali i due "mostri" innocenti Loyos e Racz, la stampa cavalcò la notizia (e la conseguente e comprensibile onda vendicativa pubblica). Lo stupro di decine e decine di adolescenti compiuto dai rappresentanti di una categoria largamente omofobica finisce per essere un trafiletto d'aggancio a notizie da 14° posizione su una testata illustre come Repubblica ed assente in tutte le altre.

La Lega Nord, dalle colonne de La Padania, rimproverò pochissimo tempo fa al Cardinale Tettamanzi di interessarsi agli immigrati e all'integrazione anziché occuparsi di tempi ben più importanti come la sentenza europea sul crocifisso. Berlusconi aggiunse l'allarme del pericolo "cattocomunista" sulla libertà di stampa.
Tettamanzi rispose: "Queste aggettivazioni non mi toccano. A me interessa la sostanza, che è l'essere umano e cristiano. Prima di fare distinzioni parlo dell'uomo".
Il PD, invece, raccogliendo l'appello della Lega, corse ai ripari presentando il 18 dicembre scorso (con le autorevoli firme di Stefano Ceccanti, Vannino Chiti, Tiziano Treu e "l'immunitaria parlamentare" Franca Chiaromonte) un disegno di legge che va ad imporre per tutte le scuole d'Italia l'esposizione del crocifisso (e di altri simboli religiosi, ma solo on-demand).
Troppo tardi però. Il PDL aveva già fatto di meglio esattamente un mese prima, con le firme preminenti del senatore argentino Esteban Juan Caselli e dei colleghi Sergio De Gregorio (il celebre senatore ex-IDV) e Raffaele Calabrò, relatore del DDL sulle limitazioni al testamento biologico.
La proposta dei parlamentari berlusconiani [PDF] non si limita alle scuole e alle università, ma impone il simbolo della sofferenza cristiana in tutte le pubbliche amministrazioni, in tutte le carceri, in tutti gli uffici elettorali, in tutti gli uffici giudiziari, nei reparti delle ASL e nelle sale ospedaliere, nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, nei porti e in tutti gli uffici pubblici italiani all'estero.
Collocazione elevata e massima visibilità.

Ma la sfida è ancora aperta. E la gara del silenzio sulle ultime dichiarazioni della curia vede i gruppi parlamentari tutti appaiati in testa. Mancano pochi istanti al traguardo. Giusto il tempo che queste notizie scompaiano anche dalla rete.

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