19/04/10

Facce nuove e vecchie scuse


Da fustigatori della Casta, a (co)protagonisti di una inchiesta giornalistica sui vizi della Casta. Il passo non è breve. Ma Sonia Alfano e Luigi de Magistris sono riusciti - invero involontariamente - a farlo tutto.

Già, perché questa settimana è successo anche questo. E’ successo che il settimanale “L’espresso” ha scoperto l’ultima trovata di alcuni nostri intraprendenti parlamentari europei. Ovvero: prendere un aereo-taxi - cioè un jet privato - per farsi scarrozzare in gruppo da Roma a Strasburgo, dove appunto il Parlamento Ue ha sede. E farselo pagare - ebbene, sì - dai contribuenti. E a caro prezzo: 1400 euro, andata e ritorno. Chiaramente a testa.

Ma non è finita qui. Secondo “L’espresso”, il regolamento del Parlamento europeo sarebbe sì generoso, ma non fino a questo punto. In altre parole: gli eurodeputati avrebbero, sì, diritto a farsi rimborsare integralmente il prezzo del biglietto l’aereo, ma solo su normali voli di linea. E allora? E allora - e per parafrasare un vecchio adagio - fatto il regolamento, si sarebbe trovato l’inganno.

Giulia Cerino - la giornalista de “L’espresso” che ha realizzato l’inchiesta - ha telefonato a Mustfly, l’agenzia che gestisce l’aero-taxi usato dai nostri fantasiosi deputati volanti. Ha finto di chiamare a nome di un eurodeputato. E appunto ha chiesto come ottenere il rimborso. Ebbene? Ebbene:

Si tratta di un jet privato camuffato“, ha spiegato al telefono il responsabile marketing Biagio Coppolino, “sulla fattura lo qualifichiamo formalmente come volo charter. Per quelli privati, infatti, il regolamento non prevede rimborso… Il boarding pass verrà consegnato a posteriori, per ottenere l’indennizzo”. E, sempre secondo Coppolino, non solo “avviene regolarmente” che l’importo della fattura sia ritoccato all’insù rispetto al prezzo pagato, ma che venga addebitato anche il passaggio aereo di amici e parenti: “Mettiamo tutto su un unico biglietto o su più biglietti. Qui lo dico e qui lo nego: il deputato può attribuire il costo del biglietto a un terzo che non ha viaggiato. La natura dei parlamentari fa sì che si possano cambiare le regole“.

Ah, però. Insomma: qui lo si dice e lo si nega, ma in questo ennesimo scandaletto della Casta nostrana - oltre alla beffa per il contribuente - si sentirebbe pure uno strano odore. Anzi: uno sgradevole olezzo.

In ogni modo. Come direbbe il loro folkloristico capo-partito: ma che c’azzeccano in tutto questo Sonia Alfano e Luigi de Magistris, eurodeputati del partito degli onesti dell’Iddivì e paladini di tante epiche battaglie contro malagiustizia e malcostume?

C’entrano, c’entrano. Perchè - appunto - sulla lista dei passeggeri dell’aereo-taxi pubblicata da “L’Espresso”, ci sono pure loro: Sonia e Luigi. Quelli sponsorizzati dall’arcinemico di tutte le Caste, in arte Beppe Grillo, che tanto si era speso per la loro elezione. Quelli che “è ora di cambiare”. Quelli che “il popolo del web”.

Ma la vicenda - per lo meno a parere di chi scrive - non sarebbe poi così grave. L’ex pm di Catanzaro e la collega di partito Alfano - sui loro blog - hanno spiegato che non erano tra i clienti abituali dell’aereo-taxi. De Magistris, in particolare, quel volo l’avrebbe preso solo una volta. E poi, sì: magari in teoria era possibile barare e farsi gonfiare il costo del biglietto. Ma “L’espresso” non ha dimostrato che qualcuno lo abbia mai fatto. Insomma: il viaggio de luxe sa di scivolone. Ma anche di cose o casi o coincidenze che - per mille ragioni - possono capitare.

No, la cosa che dovrebbe dar da pensare è un’altra. L’ex pm di Catanzaro - che con l’inchiesta “Why not” sembrava sul punto se non di cambiare il mondo, almeno di cambiare l’Italia -, e la collega Alfano non hanno minimamente pensato di scusarsi per aver preso il volo sbagliato. E - invece - hanno pensato bene di rispondere a muso duro, dicendo che loro - l’aereo di cui parla “L’espresso” - l’avevano preso per una ragione ben precisa: risparmiare”.

Ecco. A risparmiare - in effetti - c’erano riusciti semmai altri europarlamentari. Ma nella scorsa legislatura. Fino all’estate del 2009 - come ricorda sempre “L’espresso” - le regole erano diverse. Il Parlamento europeo non rimborsava i biglietti. Si limitava, secondo “L’espresso”, a dare un forfait di circa mille euro, qualunque fosse il volo acquistato. Risultato: qualche furbetto volava low cost. E intascava la differenza. Cosa che la rete tedesca Rtl - con uno storico servizio andato in onda in Germania - aveva ampiamente documentato. Immortalando con il biglietto (low cost) nel sacco, l’allora eurodeputato - era il 2004 - Giorgio Napolitano. Che appunto era riuscito a risparmiare - anzi, arrotondare - parecchio (circa 700 euro tondi tondi in un colpo solo, in base ai calcoli del giornalista tedesco di Rtl).

Ma Alfano e De Magistris, no. Non hanno risparmiato affatto. Sulla tratta Roma-Strasburgo si può spendere molto meno di 1.400 euro. Lo ha verificato la giornalista de “L’espresso”. Che ha trovato voli Air France (via Lione o Nizza) per 700 euro; e Lufthansa (via Francoforte) per 415 euro. E può verificarlo chiunque coi suoi occhi, con pochi clic su internet.

Eppure. Eppure - dopo calcoli e ragionamenti un po’, come dire?, forzati - Sonia Alfano ha scritto - lamentandosi - di quanto sia “spiacevole constatare che si cerchi di “deformareun tentativo nobile di far risparmiare i cittadini facendolo passare per uno sperpero di danaro pubblico”. Idem l’ex pm che ha assicurato: “Nessun privilegio, quindi, ma solo una scelta più funzionale, di risparmio per le finanze pubbliche, e più rispettosa dell’ambiente“.

E la cosa grave - a parere di chi scrive - sta proprio lì. In certe facce che sono nuove. E in certe scuse, invece, che sanno decisamente di vecchio.

P.S. Sonia Alfano, sul suo blog, ha pubblicato un comunicato della compagnia aerea che smentisce - tra l’altro - che il tizio che aveva parlato al telefono con “L’espresso” lavori con loro. Strano. Perchè nella telefonata - registrata e messo on line dal settimanale - questo signore, al secolo,Biagio Coppolino, sembra molto ferrato sull’argomento. Non si smentisce, per altro, il prezzuccio del viaggio. Ma invitiamo i nostri lettori a prenderne atto.

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