19/04/10

ALLE ULTIME ELEZIONI REGIONALI HANNO PERSO TUTTI


Hanno perso i partiti. Rispetto alle elezioni del 2008 il PDL - il 24.7%, la Lega - il 4.7%; il PD - il 16%; l’IDV - il 20.3%; la Federazione della Sinistra - 0.7%; Sinistra Ecologia e Libertà - 0.2%; i votanti rispetto al 2005 - 9.1%. L’affluenza alle urne è così calata: 1985 = 89.7%; 1990 = 87.1%; 1995 = 81.3%; 2000 = 72.6%; 2005 = 71.4%; 2010 = 62.3%, toccando il minimo storico del Paese: circa 16 milioni di italiani non hanno votato. Ha fallito il PDL che gestisce la politica in modo opposto al suo principio fondante: la gestione della cosa pubblica nell’interesse della collettività trasformata in politica affaristica del “sistema Paese” che deve produrre il massimo profitto con minor spesa. Non certo per i cittadini ma per i politici e i loro amici, le società partecipate che dilagano, le lobby del cemento e della sanità. E’ aumentato il divario tra ricchi e poveri e la ricchezza del paese è in mano ad un numero sempre più ristretto di persone. Il paese va a rotoli, proprio perché non è un’impresa e NON va gestito come tale. Il paese si sviluppa con la coesione sociale, il senso civico, l’etica pubblica, la tutela dei più deboli, la tolleranza e la solidarietà, la tutela delle nuove generazioni quale garanzia indispensabile per creare futuro non solo alla nazione, ma a ogni singolo cittadino. Il diritto al futuro è la casa ad affitto equo, la tutela del lavoro stabile, la difesa dei principi costituzionali fondamentali. Sono anni che assistiamo al percorso opposto senza una reale e decisa opposizione.
La deviazione della politica è trasversale a testimoniare la contaminazione degli affari in tutte le istituzioni con il coinvolgimento d’imprese, fondazioni, banche e criminalità organizzata. In Parlamento siedono condannati e inquisiti a suggellare la promozione a “normalità” di tali comportamenti. Al cittadino sono stati tolti i pochi strumenti che aveva per interagire con istituzioni: dall’eliminazione del potere decisionale dei Consigli di Zona, prima istituzione vicina al cittadino, all’eliminazione delle preferenze nella scelta di chi siede al Parlamento. A chi dovrebbe dare fiducia il cittadino?
Vediamo di tutto il peggio: leggi ad bisognam di pochi a scapito dei molti, incentivazione all’evasione fiscale, premiazione degli evasori, normalizzazione dei 4 morti al giorno sul lavoro con deresponsabilizzazione delle imprese, veline fatte ministro, prostitute a palazzo Grazioli, igieniste dentali elette al governo della regione Lombardia, ecc.; un elenco tristissimo di donne vendute alla fama e al denaro e al clan portato come modus operandi nelle istituzioni; promozione dei peggiori disvalori. Il centrodestra è incapace di proferir proposte autonome. Nel PD sento più parlare d’imprese che dei problemi dei ceti deboli, persino sulle case popolari, invece di farle costruire – in Lombardia vi sono oltre 20.000 famiglie in lista d’attesa - sposano con entusiasmo l’housing sociale che non è altro che fare affari sulla costruzione e la vendita immobiliare, cum magnum gaudium di fondazione varie, comuni, banche e costruttori edili, non certo delle famiglie in difficoltà. Nulla più sul conflitto d’interesse – sperano che ce ne dimenticheremo? – sul programma in corso di attuazione della P2, contro il lavoro precario, sulla difesa dei posti di lavoro e a sostegno al reddito, contro la delocalizzazione delle imprese, contro l’evasione fiscale, anzi ringraziamo ancora il PD per le assenze in aula che l’ha reso. Non resta che sancire il fallimento quotidiano del bipolarismo come progetto politico, che ha privato altri 3 milioni di elettori della loro rappresentanza con esiti sotto gli occhi di tutti e chiedersi perché e per chi si dovrebbe votare. A sinistra del PD vi sono ancora le solite frammentazioni che non hanno credibilità, dopo gli errori e le delusioni annose regalate al “popolo della sinistra”. La Federazione della Sinistra, con il suo progetto di aggregazione di partiti, movimenti, cittadini e forza democratiche non ha avuto successo, forse perché ancora da costruire, ma soprattutto perché troppo concentrata sui partiti fondatori, Rifondazione e Comunisti Italiani, come il suo simbolo dimostra, per avere una credibilità diffusa.
Ha perso l’astensionismo. La mancanza di quorum rende valido il risultato indipendentemente dai votanti; chi non ha votato subisce, con tutti, le conseguenze. Personalmente non la considero una vittoria. Dubito che i 16 milioni di elettori che hanno scelto l’astensionismo, votanti alle regionali 62.3%, l’abbiano fatto consapevolmente come protesta al sistema politico e partitico esistente. Primo perché la partecipazione attiva alla politica non si concretizza solamente al momento del voto, ma richiede un impegno continuativo sul territorio, secondo e di conseguenza, non ci si può più accontentare muoversi solo ogni cinque anni per porre una croce sulla scheda senza essere politicamente attivi. E’ necessario partecipare, collaborare e controllare gli eletti. Se un 10-15% di astensionismo può essere fisiologico, resta un 22-27% di non votanti in aumento. Nemmeno ove presenti liste civiche o quelle del Movimento 5 Stelle di Grillo, l’affluenza alle urne è maggiore: Lombardia: 64.6%; Piemonte: 64.3%; Emilia: 68%; Campania: 62.9% e Veneto: 66.4%. Potrebbe significare, almeno oggi, che nemmeno le liste di Grillo hanno la capacità di motivare gli astensionisti nonostante la sua esistenza da circa cinque anni. Per gli astensionisti “radicali” il non voto rappresenta l’unico modo per “demolire” l’attuale sistema politico corrotto e antidemocratico che crollerebbe raggiungendo la maggioranza o più degli aventi diritto al voto. Non vi sono però considerazioni sul tempo necessario per raggiungere l’obiettivo, sul fatto che non c’è quorum e il risultato elettorale sarebbe comunque valido, né sul fatto che l’astensionismo potrebbe premiare proprio chi ha creato e mantiene questo decadimento della politica a discapito di tutti. Ben pochi s’interrogano sull’astensionismo a confermare sia la distanza della politica dai cittadini sia la scelta che meno “disturbano il manovratore” meglio è.
Cittadini e politica. L’Italia è devastata nei suoi valori e nel suo senso civico, di etica pubblica, di tolleranza e di solidarietà, anche nei valori cristiani sbandierati solo per contrastare scelte politiche non gradite al vaticano. Un’Italia dove comanda è il dio denaro, dove sono risorti il razzismo e l’omofobia di germanica memoria e dove persino alcuni rappresentanti della Chiesa associano l’omosessualità alla pedofilia nel tentativo di proteggere la casta dagli scandali della pedofilia, senza proferir alcuna parola sulle sue vittime con cristiana carità. Lo sviluppo di tale degrado ha precise responsabilità in chi ha guidato e guida il paese per le scelte politiche e culturali fatte, per i comportamenti e i valori che ogni politico ha trasmesso che diventano esempio e modello da assumere. Incentivare l’evasione fiscale come fece Berlusconi e non punire pesantemente gli evasori, quale modello di comportamento possono sviluppare? A chi dovrebbe dare fiducia il cittadino se questa situazione è stata creata da tutti i partiti, da destra a sinistra? Negli ultimi due anni sono nati e si sono sviluppati nuclei di resistenza democratica: operai sui tetti per la difesa del posto di lavoro, il Popolo Viola, il movimento delle Agende Rosse, i movimenti degli studenti, insegnanti e genitori contro la D-istruzione della scuola della riforma Gelmini; si sono rafforzati i movimenti antinucleare, per lo sviluppo delle energie alternative, quelli contro le mafie, per la difesa della Costituzione, per la tutela dei beni comuni, contro il consumo del territorio, i Gruppi d’Acquisto Solidale, contro l’omofobia, per la strategia “Rifiuti Zero”, quelli ambientalisti, animalisti, contro il razzismo e il fascismo, contro il precariato e molti altri. Segno di resistenza all’omologazione ai disvalori della destra. I movimenti in modo frammentario e su temi specifici propongono la vera opposizione, nel limite politico e temporale che storicamente hanno per loro stessa genesi. La singola specificità e ricchezza, per quanto ampia, non può raccogliere in sé una proposta complessiva di nuovo modello sociale che va necessariamente disegnato al fine di trasformare la protesta e la ricchezza dei contenuti sostenuti in proposta più articolata di modello sociale alternativo e di organizzazione per scongiurarne la sparizione ed acquisire quella forza necessaria al cambiamento e contrapposta al bipolarismo. E’ indispensabile ridare fiducia ai cittadini democratici che non si riconoscono nelle proposte politiche elettorali, che probabilmente solo una forza unitaria e pluralista, ma ben identificata nei suoi valori e obiettivi potrebbe dare. Un importante terreno di confronto sul quale incontrare i partiti a sinistra del PD e i movimenti, i sindacati, i cittadini, le associazioni. Confronto indispensabile, non fosse altro per la necessità dei primi di essere dentro quella realtà sociale da cui hanno perso i contatti e che vorrebbero rappresentare e per tutti gli altri per fare quel passo di crescita e di proposta politica più complessiva. E’ mai possibile che in una situazione di emergenza democratica, di attacco ai beni comuni, di aumento della povertà non si riesca a fare uno straccio di piattaforma sui temi che accomunano la sinistra e i movimenti – partendo da 5-10 obiettivi - e presentarsi finalmente come fronte unito contro lo sfacelo esistente? Un convegno da organizzare a Firenze per una due giorni di confronto potrebbe essere il primo passo. Prossime news su www.nuova resistenza.org.

Non ci sono vincitori, nulla è mutato ed è questo il dramma.

di Luciana P. Pellegreffi

by NEURONIATTIVI



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