19/05/10

Corrotti e falsi invalidi.

Il governo ha bisogno, non ne dubitiamo, di reperire 25 miliardi di euro. E come conta di farlo? Attraverso varie strade: la lotta all'evasione, l'abolizione degli sprechi e degli enti inutili, e la caccia ai falsi invalidi.

Premesso che la lotta all'evasione è sacrosanta, ma costosa e con risultati sul lungo periodo, voglio divertirmi ad analizzare le altre due proposte. Sono abbastanza anziana da ricordarmi le promesse dei politici dei decenni scorsi: e ricordo che ogni volta che si parlava di cercar soldi, saltavano fuori questi famosi enti inutili. Sono trent'anni che andiamo avanti ad abolirli, a questo punto devono essere più rari dell'Araba Fenice, anche considerando tutte le varie privatizzazioni ed outsourcing effettuati ultimamente. Gli enti inutili erano un tipico serbatoio di voti democristiano, si faceva un ente pubblico e ci si piazzavano dentro i disoccupati votanti. Oggi il sistema funziona assai diversamente.

Quanto ai falsi invalidi, all'epoca erano una vera piaga. Ricordo che quasi ogni famiglia aveva il nonno finto zoppo o finto cieco che percepiva la sua pensioncina, in un'erogazione di denaro pubblico che andava praticamente in beneficenza alla popolazione tutta. Oggi, non ne conosco più neppure uno. Alle USL sono diventati severissimi, dubito che i falsi invalidi siano ancora milioni come trent'anni fa. Sono solo gli slogan ad essere rimasti gli stessi.

Più preoccupante è invece la "lotta agli sprechi", spesso entusiasticamente sostenuta in TV anche dagli esponenti dei think tank internazionali. Conosciamo la traduzione: lotta agli sprechi significa puntualmente tagli alla sanità, alla scuola e ai servizi fondamentali, ovvero alle uniche cose che spreco proprio non sono (anche se ovviamente c'è chi vi sperpera denaro pubblico). Le scuole cadono a pezzi, gli ospedali chiudono, le auto della polizia non hanno neppure la benzina e i poliziotti per il nervoso manganellano i passanti. Cosa vogliono tagliare ancora?

Leggo poi con stupore, sul Sole24Ore, una notizia sconcertante: la corruzione, in Italia, ogni anno brucia 50 miliardi di euro. Anche includendo le mazzette di fonte privata (che comunque vengono recuperate poi dal denaro pubblico di appalti eccetera),

salta agli occhi il dato relativo ai delitti di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, che nel 2006 (ultimo anno utile) hanno registrato sul 2005 un incremento, rispettivamente, del 40% e del 200 per cento.

I soldi di tutti che finiscono in tasche private, anziché in servizi o a ripianare il debito, sono una montagna. Mi piacerebbe allora sentire Tremonti annunciare urbi et orbi, oltre all'intenzione di combattere i reati dei cittadini e gli "sprechi", una severissima campagna vòlta a recuperare miliardi dai suoi colleghi che si intascano, o regalano ad amici cementisti, il denaro pubblico. Certe volte mi diverto ad immaginare un'Italia senza le ruberie della Casta: tanti di quei soldi da avere piscine in ogni scuola e il parquet nelle corsie ospedaliere. Oltre a poliziotti al volante di belle Ferrari con la sirena: così contenti da smettere subito di manganellare a casaccio.

(La vignetta è del Biani)

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