17/06/10

Agenzie dopate in astinenza, per evitare il crack?

Alle ore 14:00 appare la notizia che Fannie Mae e Freddie Mac stanno per essere delistate (tolte dal listino) con effetto entro il 28 giugno 2010 l’una e l’8 luglio l’altra, in ottemperanza alla richiesta della FHFA (Federal Housing Finance Agency), la quale ha imposto la direttiva alle due Agenzie Federali di togliere da tutti i listini le loro azioni ordinarie e privilegiate, per trasferirle sul mercato over-the-counter (che cos’è?)
La notizia credo avrà un impatto rilevante sui listini.

Per sapere chi è Fannie Mae clicca qui
Per sapere chi è Freddie Mac clicca qui

In sintesi le due agenzie sono il cuore pulsante del sistema dei mutui americano, oltre ad essere importanti emittenti di carta obbligazionaria (fino a poco tempo fa pesantemente in mano al governo cinese, che pretese il bailout dagli USA e dalla FED per non avere un impatto violento sui propri conti).

La notizia si abbina pericolosamente ai dati sugli “housing starts” (le nuove costruzioni immobiliari) negli USA: in declino a 593.000 unità, mentre ne erano attese 648.000 (-10% contro una attesa del -3,7%). I permessi per nuove costruzioni edilizie erano attesi ad un +2,5% (625.000), mentre sono usciti a -5,9% (574.000).

Tra ieri ed oggi Fannie Mae ha provveduto ad esercitare l’opzione call su quattro emissioni di obbligazioni esistenti (controvalore 121 milioni di $) a comunicare un rimborso anticipato, con effetto 25 giugno 2010, su numerose emissioni esistenti che avrebbero avuto scadenza fra il 2012 e il 2024, per un controvalore di circa 8 miliardi $ (!) (Fannie Mae capitalizza 5,1 miliardi di $… prima dell’apertura di oggi…) nota delle 16.30: la capitalizzazione è scesa a 3 mld$)

Freddie Mac invece ha annunciato questa mattina il rimborso anticipato di emissioni obbligazionarie per 14,05 miliardi di $ (!!!) (Freddie Mac capitalizza 3,9 miliardi…) nota delle 16.30: la capitalizzazione è ora 2,2 mld$

Dopo l’apertura (ore 15:30 italiane) Fannie Mae fa -33% mentre Freddie Mac fa -36%

Aggiornamento delle 16.35: Fannie -42%; Freddie -46%

Aggiornamento dell 17.15: Fannie -52%; Freddie -54%

L’operazione di ripulitura del debito ed uscita dai mercati regolamentati “puzza” molto di nazionalizzazione, per nascondere (probabilmente) nuovi problemi delle due agenzie di mutui al mercato. Infatti in caso di permanenza sui listini sarebbero tenute a rispettare delle norme di trasparenza e comunicazione al mercato più stringenti.

Le emissioni obbligazionarie complessive di Fannie Mae ammontano a (siete seduti?) 890 miliardi di $, mentre le emissioni di Freddie Mac sono di 813 miliardi di $. Inspiegabili quei rimborsi per complessivi 22 mld$, gocce nel mare, decisi 24 ore prima dell’annuncio del delisting. Forse bisognava proteggerne gli holders? Forse si è voluto decidere come spendere gli ultimi attivi, prima di una trasformazione in bad company insolventi?

Il governo americano ha appena comunicato (ore 16:15 italiane) lo stanziamento a supporto di 100 miliardi $
…il ciclostile sta ripartendo… e 100 mld$ non sono niente sui 1700 miliardi $ complessivi delle due, vorrei far notare… chissà quanto è grosso il buco…

Stavo ripensando a quegli articoli che sostenevano che il governo americano, e per osmosi il contribuente, aveva guadagnato montagne di soldi grazie ai bailout: ritirando azioni a basso prezzo, rivalutate proprio grazie all’aiuto. Poi mi sono imbattuto qui:
June 16 (Bloomberg) — Fannie Mae and Freddie Mac, the mortgage firms 80 percent owned by U.S. taxpayers, plunged after regulators told them to delist their common and preferred shares from the New York Stock Exchange.
ovvero 9 mld$ di capitalizzazione complessiva -fino a ieri- sono in mano ai taxpayers per l’80% (ovvero 7,2 mld$). Con oggi si sono dimezzati… ho la sensazione, ma solo di sensazione si tratta, che difficilmente “rimbalzeranno”… un bell’affare davvero per il contribuente americano.
l’articolo prosegue: Standard & Poor’s maintained its 12-month target price of $1.50 on shares in the two companies. “The U.S. government will continue to provide financial support” to the firms, S&P analyst Rafay Khalid said.
Ma certo, il supporto governativo.
Da ultimo la “chicca”, la motivazione “tecnica” del delisting: Fannie Mae ha trattato per 30 giorni consecutivi al di sotto del valore di 1$ (ieri era a 0,92$). Un raggruppamento delle azioni (una nuova ogni 10 vecchie per esempio) allo scopo di risollevare il prezzo, dice l’articolo di Bloomberg, non avrebbe comunque garantito la permanenza del titolo al di sopra di 1$.
Apperò, incoraggiante!
E come mai si delista anche Freddie Mac, che era a 1,2$ e dunque sopra la soglia di 1$?
Qui la motivazione dovrebbe essere un’altra. Ma dev’essere pruriginosa: non si sa.

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