Nella difesa dei diritti, siamo tutti coinvolti
MILANO: Lo sciopero generale indetto contro la finanziaria lacrime e sangue per i soliti lavoratori che vedrà una riduzione dei servizi ai cittadini e l’aumento della disoccupazione con il mancato rinnovo dei contratti a termine stimati in circa 600.000 tra pubblico e privato, soprattutto tra i giovani ha avuto un grande successo di partecipazione. In 100 mila hanno partecipato al corteo di Bologna, a Milano e Napoli in 70 mila, oltre 40 mila a Roma, 25 mila a Palermo e 20 mila a L'Aquila, a Cagliari e a Bari si sono radunate 10 mila persone e nel Veneto hanno manifestato in 80 mila.
A Milano la maggior parte degli slogan del lungo corteo con una massiccia presenza della FIOM, sia molti degli interventi conclusivi in piazza Duomo richiamavano quanto sta avvenendo a Pomigliano e la non disponibilità di barattare lavoro con diritti.
Grande presenza dei lavoratori FIOM da tutta la Lombardia
MESCOLARE LA PRODUTTIVITA' CON I DIRITTI NON TRATTABILI APRE LE PORTE ALLA BARBARIE, E LO SANNO BENE. Lo dimostra l’attacco concentrico di partiti, sindaci, giornali e televisioni, Confindustria, politici e purtroppo degli altri sindacati alla netta e precisa presa di posizione della FIOM.CGIL all’improponibile proposta di Merchionne: lavoro in cambio di diritti, mentre vi è la disponibilità di trattare sui turni e la produttività.
Molti lavoratori sono già già resi schiavi di una vita precaria da quella stessa legge 30 che hanno voluto come ricetta di ogni male: la precarietà in cambio del lavoro in tempi di crisi, e suvvia che castronerie nel 2000 il lavoro fisso, non è moderno … la scala mobile se la sono già presa, ma ancora non gli basta. Ci hanno raccontato anche che è cosa saggia e buona produrre ricchezze con la finanza e non con il lavoro concreto, spostando così le risorse finanziarie dagli investimenti in ricerca, sviluppo e imprese, ai mercati finanziari, i risultati catastrofici sono sotto gli occhi di tutti. Poi ci hanno raccontato che la globalizzazione era bella e buona, che avrebbe portato lavoro nei paesi “arretrati” diminuendo il divario tra paesi ricchi e poveri, che avrebbe aumentato il tenore di vita di questi ultimi e quindi i consumi globali con più lavoro per tutti. La dimostrazione dell’ennesimo fallimento lo vediamo con il continuo aumento della disoccupazione, globalizzata pure quella. Il capitalismo, di fronte alla sua ennesima crisi del sistema, inventa l’uso della globalizzazione per dividere il mondo del lavoro: se non accetti le condizioni di peggior favore, vado all’estero a produrre. Il lavoro non può essere merce di scambio con i diritti umani e sociali previsti dalla nostra Costituzione, dallo Statuto dei lavoratori e dalle leggi italiane.
Molti lavoratori sono già già resi schiavi di una vita precaria da quella stessa legge 30 che hanno voluto come ricetta di ogni male: la precarietà in cambio del lavoro in tempi di crisi, e suvvia che castronerie nel 2000 il lavoro fisso, non è moderno … la scala mobile se la sono già presa, ma ancora non gli basta. Ci hanno raccontato anche che è cosa saggia e buona produrre ricchezze con la finanza e non con il lavoro concreto, spostando così le risorse finanziarie dagli investimenti in ricerca, sviluppo e imprese, ai mercati finanziari, i risultati catastrofici sono sotto gli occhi di tutti. Poi ci hanno raccontato che la globalizzazione era bella e buona, che avrebbe portato lavoro nei paesi “arretrati” diminuendo il divario tra paesi ricchi e poveri, che avrebbe aumentato il tenore di vita di questi ultimi e quindi i consumi globali con più lavoro per tutti. La dimostrazione dell’ennesimo fallimento lo vediamo con il continuo aumento della disoccupazione, globalizzata pure quella. Il capitalismo, di fronte alla sua ennesima crisi del sistema, inventa l’uso della globalizzazione per dividere il mondo del lavoro: se non accetti le condizioni di peggior favore, vado all’estero a produrre. Il lavoro non può essere merce di scambio con i diritti umani e sociali previsti dalla nostra Costituzione, dallo Statuto dei lavoratori e dalle leggi italiane.
Serghiej, operaio metalmeccanico russo di Brescia.
Mi ha chiesto in prestito la bandiera della FIOM Lombardia per un tratto del corteo.
La proposta di Marchionne è il cuneo che usa la Fiat come testa di ponte per scardinare diritti e Costituzione nel paese a danno di tutti i cittadini. Si spiega così il fronte unito e la totale assenza del governo di destra a difesa dei diritti e dei lavoratori, una via occulta per i cambiamenti della Costituzione e dei diritti acquisiti, tanto auspicata da questo governo.
Illuminante la lettera degli operai Fiat polacchi di solidarietà ai lavoratori di Pomigliano; anche in Cina, i lavoratori stanno cominciando a scioperare per conquistare diritti e dignità. Sarebbe ora di globalizzare le lotte e la solidarietà tra lavoratori, perché quando lavori e sei povero, c’è qualcosa che non funziona nell’intero sistema.
La crisi finisce quando comincia la lotta – Giovani CGIL Lombardia
A Pomigliano in dieci anni non ci hanno mai fatto fare il referendum sugli accordi separati, spiegando che le organizzazioni sindacali devono assumersi la responsabilità di presentarsi unite di fronte ai lavoratori. Ma appena la Fiat ha chiesto di consultare i lavoratori su un accordo separato, gli altri sindacati hanno subito indetto un referendum che la FIOM ha giudicato illegittimo perché realizzato in una condizione di ricatto. Il risultato dimostra che c’è chi resiste e vuole lottare per migliorare le proprie condizioni di lavoro e di tutela dei diritti di chi già ce li ha e di estenderli a chi ne è privo, oltre a mantenerli per le nuove generazioni.
Pomigliano insegna quale sindacato sta dalla parte dei lavoratori, dei cittadini e dei diritti e quale dalla parte dei padroni. Di fronte alla crisi, in Francia, in Germania, negli Usa i Governi non hanno chiesto l’abolizione dei diritti, ma hanno investito su un nuovo modello di sviluppo.
Lavoratori del Teatro alla Scala
Questa classe imprenditoriale e il governo che la rappresenta appaiono troppo miopi per saper proporre alternative credibili e sostenibili per la ripresa e lo sviluppo del paese, che non siano massimo sfruttamento per il massimo dei profitti.
Risparmiare sulla cultura è come bruciare la bellezza, fare tagli sulla scuola è abbattere il futuro -Lavoratori della scuola
Bene ha fatto la FIOM a ricordare a tutti gli italiani che i diritti non trattabili esistono e che si deve tornare a lottare per essi. La grande riuscita dello sciopero generale del 25 giugno lo ha ben dimostrato.
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Luciana P. Pellegreffi
Foto By NEURONIATTIVI
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