«L’inchiesta avviata dai magistrati contro il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, per truffa e falso sui rimborsi elettorali si è conclusa. E il pm ha chiesto l’archiviazione del procedimento penale, anche questa volta, per totale insussistenza dei fatti»: sono le parole dello stesso Di Pietro, il quale sul suo blog tenta di rimediare al «silenzio» dei giornali, troppo presi dalla perenne bagarre all’interno del Pdl.
«Ritengo doveroso informare l’opinione pubblica di un fatto che mi riguarda – aggiunge l’esponente dell’opposizione – e di cui, a giugno, tutti gli organi di informazione avevano dato notizia con ampie aperture in prima pagina. Ora, invece, a vicenda conclusa, in molti fanno finta di non sapere. Il mese scorso tutti gli organi di informazione dettero la notizia che la Procura della Repubblica di Roma aveva aperto un’indagine nei miei confronti per truffa e falso».
Il leader dell’Idv desidera così distinguersi dal resto della classe politica, abituata a «imprecare contro i magistrati» e a «sparare al vento accuse di complotti o ritorsioni». Di Pietro si dice, anzi, pronto «a stringere la mano» agli accusatori «qualora essi – almeno ora, alla luce degli accertamenti svolti dalla magistratura – ne accettino le conclusioni».
Di Pietro riferisce della conclusione a cui sono arrivati i magistrati, secondo i quali «non appare configurabile una non trasparente gestione» dei fondi elettorali, dal momento che questi «risultano depositati presso il conto corrente bancario intestato al partito». Il pm, prosegue il leader dell’Idv, dice anche che «dalla documentazione acquisita emerge che i fondi erogati e depositati sul conto corrente dell’Idv non risultano poi essere transitati su altri conti intestati a diverse persone giuridiche. Si deve pertanto escludere l’esistenza – sottolineano i magistrati – di quelle condotte censurabili che si evidenziano nell’esposto».
Tutto ciò, a detta del leader dell’Italia dei Valori, «mette una pietra tombale sulle mille illazioni che sono state fatte circolare a proposito della gestione finanziaria dell’Italia dei valori. Invito tutti dunque ad avere fiducia nella magistratura e ad affidarsi ad essa per far valere le proprie ragioni. Anche se questa è una strada che possono scegliere solo coloro che sanno di non aver commesso nulla di male».
Raffaele Emiliano
«Ritengo doveroso informare l’opinione pubblica di un fatto che mi riguarda – aggiunge l’esponente dell’opposizione – e di cui, a giugno, tutti gli organi di informazione avevano dato notizia con ampie aperture in prima pagina. Ora, invece, a vicenda conclusa, in molti fanno finta di non sapere. Il mese scorso tutti gli organi di informazione dettero la notizia che la Procura della Repubblica di Roma aveva aperto un’indagine nei miei confronti per truffa e falso».
Il leader dell’Idv desidera così distinguersi dal resto della classe politica, abituata a «imprecare contro i magistrati» e a «sparare al vento accuse di complotti o ritorsioni». Di Pietro si dice, anzi, pronto «a stringere la mano» agli accusatori «qualora essi – almeno ora, alla luce degli accertamenti svolti dalla magistratura – ne accettino le conclusioni».
Di Pietro riferisce della conclusione a cui sono arrivati i magistrati, secondo i quali «non appare configurabile una non trasparente gestione» dei fondi elettorali, dal momento che questi «risultano depositati presso il conto corrente bancario intestato al partito». Il pm, prosegue il leader dell’Idv, dice anche che «dalla documentazione acquisita emerge che i fondi erogati e depositati sul conto corrente dell’Idv non risultano poi essere transitati su altri conti intestati a diverse persone giuridiche. Si deve pertanto escludere l’esistenza – sottolineano i magistrati – di quelle condotte censurabili che si evidenziano nell’esposto».
Tutto ciò, a detta del leader dell’Italia dei Valori, «mette una pietra tombale sulle mille illazioni che sono state fatte circolare a proposito della gestione finanziaria dell’Italia dei valori. Invito tutti dunque ad avere fiducia nella magistratura e ad affidarsi ad essa per far valere le proprie ragioni. Anche se questa è una strada che possono scegliere solo coloro che sanno di non aver commesso nulla di male».
Raffaele Emiliano
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