I risparmi maggiori, scrive Repubblica, riguardano i redditi più alti: infatti "un contribuente con un reddito di 60 mila euro che ha dato in affitto un appartamento con contratto libero a 1.000 euro mensili, oggi subisce su questo affitto una sforbiciata di 4.182 euro annui. Con l'introduzione della cedolare secca del 25 per cento, la tassazione si abbasserebbe a 2.550 euro, con uno sconto di 1.632 euro annui, 510 euro in meno di quella ipotizzabile con l'aliquota unica al 20%. Il risparmio supera i 1.800 euro annui per chi ha un reddito di 100 mila euro".
Ma che cosa significa la cedolare secca? Spiega Repubblica che "dal 2011 i canoni di locazione non saranno più sottoposti alla progressione dell'Irpef: ci sarà invece una aliquota fissa - con opzione volontaria - del 25%. La "cedolare" scenderà al 20% per i canoni agevolati nelle aree ad alta densità abitativa. Sanzioni raddoppiate per chi affitta in "nero". "Arriva una superpatrimoniale", ha commentato il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina".
La cedolare secca sarà introdotta oggi dal Consiglio dei Ministri che istituirà l'Imu (imposta municipale unica che sarà attiva dal 2014). Questa, di fatto, è la tassa sugli immobili di proprietà che con l'abolizione dell'Ici è stata eliminata sulla prima casa. In sostanza il governo, che aveva fondato gran parte della sua campagna elettorale sull'abolizione dell'Ici, la rimette in pista con qualche modifica. Difficile pensare che i Comuni potessero sopravvivere senza questi introiti, anche se dovranno aspettare fino al 2014.
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