04/08/10

Affitti e tasse: cedolare secca, gioiscono i redditi alti. E l'Ici ritorna (si chiamerà Imu)

Ridurre i canoni di locazione significa creare un sistema di affitti più ragionevoli? Nonostante se ne parli ormai da molto tempo, scrive Guadagnorisparmiando, e abbia "rischiato" di essere varata dal precedente governo, l'introduzione della cedolare secca del 20% sui redditi derivanti dall'affitto di un immobile non è finora riuscita a vedere la luce. Secondo le associazioni di categoria questo provvedimento permetterebbe di abbassare i canoni di locazione e aumenterebbe la disponibilità di immobili da affittare a prezzi ragionevoli.

I risparmi maggiori, scrive Repubblica, riguardano i redditi più alti: infatti "un contribuente con un reddito di 60 mila euro che ha dato in affitto un appartamento con contratto libero a 1.000 euro mensili, oggi subisce su questo affitto una sforbiciata di 4.182 euro annui. Con l'introduzione della cedolare secca del 25 per cento, la tassazione si abbasserebbe a 2.550 euro, con uno sconto di 1.632 euro annui, 510 euro in meno di quella ipotizzabile con l'aliquota unica al 20%. Il risparmio supera i 1.800 euro annui per chi ha un reddito di 100 mila euro".

Ben diversa la situazione di un proprietario con un reddito annuo di 16 mila euro. Sempre con un affitto mensile libero di 1.000 euro, mentre con l'aliquota unica al 20 per cento avrebbe risparmiato 714 euro, con l'introduzione della cedolare secca al 25% il guadagno si ridurrà ad appena 204 euro mensili.

Ma che cosa significa la cedolare secca? Spiega Repubblica che "dal 2011 i canoni di locazione non saranno più sottoposti alla progressione dell'Irpef: ci sarà invece una aliquota fissa - con opzione volontaria - del 25%. La "cedolare" scenderà al 20% per i canoni agevolati nelle aree ad alta densità abitativa. Sanzioni raddoppiate per chi affitta in "nero". "Arriva una superpatrimoniale", ha commentato il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina".

La cedolare secca sarà introdotta oggi dal Consiglio dei Ministri che istituirà l'Imu (imposta municipale unica che sarà attiva dal 2014). Questa, di fatto, è la tassa sugli immobili di proprietà che con l'abolizione dell'Ici è stata eliminata sulla prima casa. In sostanza il governo, che aveva fondato gran parte della sua campagna elettorale sull'abolizione dell'Ici, la rimette in pista con qualche modifica. Difficile pensare che i Comuni potessero sopravvivere senza questi introiti, anche se dovranno aspettare fino al 2014.

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