Gianfranco Fini è accusato di aver indebitamente strappato un immobile ed averlo portato nella disponibilità della sua famiglia, Silvio Berlusconi è accusato di aver fatto lo stesso, ma danneggiando una ragazzina: essersi impossessato di una villa di proprietà di una ventenne. Come nel caso del presidente della Camera versando un prezzo di favore.
ORFANA A 19 ANNI – Il ruolo di inconsapevole derubata, ricoperto nelle vicende balzate all’onore della cronaca oggi da Alleanza nazionale, toccava un tempo alla giovane marchesina Annamaria Casati Stampa, circa 40 anni fa ritrovatasi, a causa della improvvisa scomparsa dei suoi genitori, proprietaria di una delle più belle ville della Brianza, villa San Martino, attuale residenza del presidente del Consiglio. Figlia del marchese Camillo Casati Stampa e di Anna Fallarino, la ragazza aveva ereditato la fortuna in seguito ad una tragedia: nel 1979 il padre, allora 43enne, uccise a colpi di fucile sua moglie e il suo giovane amante, Massimo Minorenti, togliendosi poi, subito dopo, la vita, destinando a sè la stessa fine della consorte.
PREVITI PRO TUTORE – Le perizie che accerteranno come la Fallarino si sia spenta prima del marito consegneranno i beni di famiglia nelle mani marchesina Annamaria, nata da un precedente matrimonio, e non agli eredi della donna. Annamaria, allora minorenne, grazie all’amicizia tra Cesare Previti e sua zia Anna Fallarino, sarà assistita dal fedele amico di Berlusconi. Previti sarà prima pro tutore della giovane (il Tribunale minorile affiderà l’incarico di tutore ad un vecchio amico dei Casati, il senatore Giorgio Bergamasco). In un secondo momento, dopo che la marchesina avrà compiutio i 21 anni di età e sarà diventata maggiorenne, l’avvocato romano diventerà il suo avvocato. Una scelta obbligata, non essendo in grado la giovane di provvedere all’amministrazione dei propri beni da Brasilia, città in cui si viveva, ma non sarà certamente una buona scelta.
VENDITA CON SCONTO – Quando qualche anno più tardi Annamaria Casati Stampa si rivolgerà a lui per la vendita di Villa San Martino, meglioconosciuta come la villa di Arcore, la cifra pattuita sarà nettamente inferiore al valore di mercato. Previti trova come acquirente Silvio Berlusconi, imprenditore in ascesa: il Cavaliere fa suo l’immobile per la modica cifra di 500 milioni di lire dilazionati nel tempo, mentre il valore effettivo dell’immobile di 3500 metri quadrati si aggirava in realtà intorno al miliardo e 700 milioni dell’epoca. Una parte della somma verrà versata sotto forma di azioni della Edilnord, società allora al centro dell’attività del Cavaliere, azioni che saranno poi riacquistate dallo stesso Berlusconi. E’ il 1974.
MARCHESINA RAGGIRATA – Per il Cavaliere è un vero affare. Non solo per il prezzo dovuto. La marchesina aveva incaricato Previti di cedere la villa “con espressa esclusione degli arredi, della pinacoteca, della biblioteca e delle circostanti proprietà terriere“. L’avvocato si regolerà diversamente. Berlusconi porterà a casa finanche la pinacoteca con tele del Quattrocento e del Cinquecento, una biblioteca con diecimila volumi antichi e un parco immenso. E c’è di più. Fin quando non sarà sottoscritto, il 2 ottobre 1980, l’atto di vendita da un notaio, sei anni dopo la cessione, il nuovo proprietario ometterà di pagare le tasse sull’immobile. Immobile – vale la pena ricordare – acquistato formalmente dall’Immobiliare Idra, costituita nel 1977 a Roma, società del cui collegio sindacale farà parte Cesare Previti. Avvocato della venditrice con diretti interessi nella società berlusconiana acquirente.
ORFANA A 19 ANNI – Il ruolo di inconsapevole derubata, ricoperto nelle vicende balzate all’onore della cronaca oggi da Alleanza nazionale, toccava un tempo alla giovane marchesina Annamaria Casati Stampa, circa 40 anni fa ritrovatasi, a causa della improvvisa scomparsa dei suoi genitori, proprietaria di una delle più belle ville della Brianza, villa San Martino, attuale residenza del presidente del Consiglio. Figlia del marchese Camillo Casati Stampa e di Anna Fallarino, la ragazza aveva ereditato la fortuna in seguito ad una tragedia: nel 1979 il padre, allora 43enne, uccise a colpi di fucile sua moglie e il suo giovane amante, Massimo Minorenti, togliendosi poi, subito dopo, la vita, destinando a sè la stessa fine della consorte.
PREVITI PRO TUTORE – Le perizie che accerteranno come la Fallarino si sia spenta prima del marito consegneranno i beni di famiglia nelle mani marchesina Annamaria, nata da un precedente matrimonio, e non agli eredi della donna. Annamaria, allora minorenne, grazie all’amicizia tra Cesare Previti e sua zia Anna Fallarino, sarà assistita dal fedele amico di Berlusconi. Previti sarà prima pro tutore della giovane (il Tribunale minorile affiderà l’incarico di tutore ad un vecchio amico dei Casati, il senatore Giorgio Bergamasco). In un secondo momento, dopo che la marchesina avrà compiutio i 21 anni di età e sarà diventata maggiorenne, l’avvocato romano diventerà il suo avvocato. Una scelta obbligata, non essendo in grado la giovane di provvedere all’amministrazione dei propri beni da Brasilia, città in cui si viveva, ma non sarà certamente una buona scelta.
VENDITA CON SCONTO – Quando qualche anno più tardi Annamaria Casati Stampa si rivolgerà a lui per la vendita di Villa San Martino, meglioconosciuta come la villa di Arcore, la cifra pattuita sarà nettamente inferiore al valore di mercato. Previti trova come acquirente Silvio Berlusconi, imprenditore in ascesa: il Cavaliere fa suo l’immobile per la modica cifra di 500 milioni di lire dilazionati nel tempo, mentre il valore effettivo dell’immobile di 3500 metri quadrati si aggirava in realtà intorno al miliardo e 700 milioni dell’epoca. Una parte della somma verrà versata sotto forma di azioni della Edilnord, società allora al centro dell’attività del Cavaliere, azioni che saranno poi riacquistate dallo stesso Berlusconi. E’ il 1974.
MARCHESINA RAGGIRATA – Per il Cavaliere è un vero affare. Non solo per il prezzo dovuto. La marchesina aveva incaricato Previti di cedere la villa “con espressa esclusione degli arredi, della pinacoteca, della biblioteca e delle circostanti proprietà terriere“. L’avvocato si regolerà diversamente. Berlusconi porterà a casa finanche la pinacoteca con tele del Quattrocento e del Cinquecento, una biblioteca con diecimila volumi antichi e un parco immenso. E c’è di più. Fin quando non sarà sottoscritto, il 2 ottobre 1980, l’atto di vendita da un notaio, sei anni dopo la cessione, il nuovo proprietario ometterà di pagare le tasse sull’immobile. Immobile – vale la pena ricordare – acquistato formalmente dall’Immobiliare Idra, costituita nel 1977 a Roma, società del cui collegio sindacale farà parte Cesare Previti. Avvocato della venditrice con diretti interessi nella società berlusconiana acquirente.
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