23/09/10

Chi ha inventato "sostenibile"?

Venerdì ho trovato nella cassetta delle lettere un depliant che a tutta prima sembrava chiamare ad una manifestazione ambientalista. Immagini del disastro della BP, picco del petrolio, guerre per ottenere il gas dall'Asia. Invece no. Era la pubblicità di una ditta che installa impianti di riscaldamento elettrici.

Proprio ieri osservavo con curiosità la campagna pubblicitaria affissa su tutti i bus di Roma, in cui si magnifica una "Regione Lazio solidale e partecipativa", neanche fossimo a Porto Alegre. Ricordo che la Regione è cementiera quant'altre mai, governata dalla Polverini che baciava le mani a Caltagirone, e in cui l'unico tentativo della storia italiana di dare un reddito di cittadinanza è stato prontamente sepolto sotto una montagna di trans e cocaina. Però la si propaganda con un linguaggio che strizza l'occhio addirittura ai noglobal.

Al supermarket, da anni assistiamo all'invasione di prodotti definiti naturali, vegetali, puliti, verdi, biodegradabili, compatibili, sostenibili, riciclabili, sani, ecologici, e spesso queste sciocche scritte si trovano sulle etichette di detersivi e altre robacce chimiche. Persino la benzina è "verde", e non certo per il colore.

L'Ottagono definisce tutto ciò "Capitambientalismo". Ma forse non è una definizione troppo azzeccata: la userei più per qualcuno che specula con la scusa dell'ambiente, genere i mafiosi con le centrali eoliche. Questo è mero marketing. Ogni nuova parola che abbia un significato, magari importante e che propone una svolta o un cambiamento, viene gettata nel tritatutto commerciale fino a ritrovarsi svuotata di ogni senso e sentimento. Così.tocca spremersi le meningi per trovarne altre, di parole, che non siano ancora state associate ad un detersivo o ad una merendina e siano in grado di definire un'idea almeno per qualche mese.

Sapete una cosa? Dovremmo farci pagare.

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