Apparso stranamente claudicante sulla fluenza delle parole — cosa curiosa per una persona fin troppo abituata a dimostrarsi convincente davanti alle telecamere --, non ha esitato a descrivere quello attuale come un “clima di guerra fredda” composto dal consueto “odio”, contrapposto all’ “amore” da lui sempre diffuso. Con l’invito alla coesione, per esempio. O con lo svincolarsi dalla “vecchia politica”: proprio nel momento in cui compie 74 anni. Ovviamente, in quanto parte in causa, ha poi decantato solo lodi per il suo Esecutivo, orfano del Ministro dello Sviluppo Economico da 149 giorni. Un assolo. Tantissime le “buone intenzioni”, così definite da Casini nella replica dei vari capigruppo. Ma quanto davvero attuabili?
Lo si deduce dal programma per il futuro, su cui la maggioranza ha dovuto forzatamente esprimersi in maniera favorevole. Una maggioranza spezzettata da lotte intestine (leggasi Fini e Lombardo) ma unita dal sottile filo del “mandato” che parte del popolo italiano ha affidato nelle mani dell’originario PdL. E pure di una Lega Nord capace di creare polemiche ogni giorno: che si tratti di scuole marchiate con il Sole delle Alpi o di spassose affermazioni del tenore di “Sono Porci Questi Romani“. L’obbligo, comunque, rimane l’ “andare avanti”. La crisi sarebbe una sconfitta per chiunque.
Per poter proseguire, era logico aspettarsi rassicurazioni e garanzie: il federalismo (punto 1) «non creerà una divaricazione tra il nord e il sud dell’Italia». A seguire un pluralis maiestatis sullo spauracchio tasse (2): «Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani». Priorità è bloccare il presunto «uso politico della Giustizia» (3) con conseguente scala gerarchica ben definita: «il Parlamento fa le leggi, la magistratura le applica». Poi era importante rimarcare che l’Italia possiede, grazie all’impegno dei Ministri, «la normativa antimafia più efficace al mondo» (4). Infine altre promesse (5): completamento della Salerno -- Reggio Calabria entro il 2013 e Ponte sullo Stretto. Tutte opere non realizzate “per colpa delle sinistre”.
Un ascoltatore attento potrà immediatamente rendersi conto di aver sentito termini tutt’altro che inediti. Addirittura nello stesso ordine e nelle stesse salse. Spalmati su giornali, televisioni e radio. Dai microfoni dei salotti esclusivi della Rai a quelli di Palazzo Chigi. Che difficilmente potranno essere ribattuti in linea diretta. Specie perché lo spettatore medio non si scervellerà per capire cosa sia la tanto pubblicizzata “separazione delle carriere” o quanti anni servano per edificare viadotti e gallerie. È una questione di logica: viene data una delega a dei rappresentanti per risolvere i problemi. In tal senso, però, i sospetti di “parlamentomercato” creano ancora più confusione nell’elettorato.
I sostenitori del politico molisano hanno subito invaso la sua pagina ufficiale su Facebook, complimentandosi per l’azione. Tuttavia non sono mancati alcuni commenti che contraccambiano l’ “amore”. Il “Pdl Firenze” incalza: “Avremo la fiducia e il tuo intervento da idiota alla camera te lo dovrai mettere diritto diritto nel cxlo!!! cafone ignorante“. Decisamente un gergo raffinato. P.P., invece, così incita testualmente: “denunciamo individualmente Di Pietro in quanto ci ha villipeso ed offeso tutti noi cittadini della maggioranza, andiamo in pretura e denunciamolo”. Peccato che le preture siano scomparse da ben 10 anni.
Per chi si è perso lo show, non c’è problema. È prevista la replica al Senato.
di Leonardo ManginiFonte articolo
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