13/10/10

Esenzione Ici alla Chiesa, l’Italia sotto inchiesta

Aiuti di stato. È questa l’accusa rivolta all’Italia dalla Ue per le agevolazioni fiscali riconosciute alla Chiesa cattolica. Su proposta di Joaquin Almunia, commissario europeo alla concorrenza, la Commissione della Ue ha approvato l’apertura di un’inchiesta sul nostro Paese per verificare che vi sia compatibilità tra la scelta di esentare gli enti ecclesiastici dall’Ici (e scontare l’Ires al 50%) anche quando svolgono attività lucrativa, e le norme europee sulla concorrenza.

La decisione della Commissione europea ci sorprende”, spiega il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, che ricorda come sulla questione la Commissione “si era già espressa a fine 2008, stabilendo che le norme italiane non esentano da tassazione le attività prevalentemente commerciali, anche quando svolte da enti ecclesiastici o senza scopo di lucro. Confidiamo che questa decisione della Commissione rappresenti un passaggio dovuto per arrivare alla definitiva chiusura della procedura”.

Ma il passaggio è tutt’altro che dovuto ed il rischio che l’Italia venga punita è alto. Infatti, l’inchiesta potrebbe concludersi, come avverte la Commissione nella comunicazione che è stata inviata al governo italiano, con la richiesta di recupero di tutti gli aiuti erogati.

Ad essere sotto accusa articolo 149 del testo unico delle imposte sui redditi. Questo, infatti, disegna i “confini” tra ente non-commerciale (esentato dal pagamento di alcune imposte) ed ente commerciale, ma al comma 4 esclude da questo schema gli enti ecclesiastici e le società sportive dilettantistiche. Gli enti ecclesiastici, quindi, secondo l’articolo 149, anche quando svolgono attività commerciale non perdono lo status di entità non commerciale.

“Le autorità italiane – si legge tra l’altro nelle tredici pagine del documento preparato da Almunia – non hanno presentato argomenti che possano far ritenere che la misura rientri tra le eccezioni in base alle quali un aiuto di Stato può essere ritenuto compatibile con il mercato unico”. In pratica, per la Ue si tratterebbe di un vero e proprio danno alla concorrenza sia a livello europeo che a livello nazionale. Infatti, se è vero che l’esenzione Ici si applica a entità che in genere si occupano di attività religiose e di volontariato, è altrettanto vero che in settori come l’ospitalità (hotel e foresterie) e i servizi sanitari (ospedali e cliniche) l’aspetto commerciale appare prevalente beneficiando di un vantaggio che gli altri operatori non hanno. Ne sono un esempio le centinaia di foresterie e alloggi gestiti da enti religiosi soprattutto nella Capitale. Ma non mancano neanche attività che è obiettivamente difficile definire non-commerciali, come stabilimenti balneari aperti al pubblico a prezzi stracciati.

di Paolo Ribichini

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