08/10/10

Italia e Cina insieme per i veicolo elettrici ed ibridi. In Cina, ovviamente...


Stefania Prestigiacomo, ministro italiano dell’Ambiente, e Wan Gang, ministro cinese della Scienza e della Tecnologia della Repubblica Cinese, hanno firmato un Mou. Per chi non ne mastica di sigle diplomatiche: un Memorandum of understanding, un protocollo di intesa. Oggetto del Mou è l’ambiente, in particolare la mobilità sostenibile e le auto elettriche ed ibride.

Buone notizie per l’Italia? Sì, per il portafogli: la collaborazione, infatti, nasce per “aiutare” il governo cinese a portare avanti il proprio programma di mobilità elettrica. Come spiega la nota del Ministero dell’Ambiente:

Il Governo cinese ha infatti chiesto la collaborazione del Ministero dell’Ambiente Italiano per l’attuazione del programma “Mille auto elettriche/ibride in 10 città” lanciato dal ministro Wan Gang nel 2009. Il progetto potrà avere interessanti ricadute per le imprese italiane presenti in Cina in settori come l’elettronica, delle batterie, della componentistica

Tra le aziende italiane che beneficeranno del protocollo di intesa chi c’è? Ovviamente la Fiat, l’unico big europeo dell’automotive che non ha uno straccio di prodotto (e probabilmente neanche di progetto realizzabile a breve) elettrico o ibrido:

Il programma si inserisce in un momento di grande dinamismo anche dei rapporti fra le aziende private dei due paesi in questo settore, segnato in particolare dalla nascita di una joint venture fra Fiat e un’azienda cinese per la costruzione di automobili in Cina. Il Ministero dell’Ambiente punta, anche attraverso questo accordo con il gigante economico orientale, ad incrementare la presenza e la tecnologia a disposizione del nostro paese in un settore strategico per il futuro sostenibile soprattutto delle aree urbane

Italia e Cina, quindi, si impegnano a dare un futuro sostenibile a Lapo Elkann e automobili meno inquinanti ai cinesi. Nel frattempo, chi vuole acquistare in Italia un’auto elettrica o ibrida può sempre rivolgersi alla concorrenza estera. Ovviamente senza incentivi statali.

Ma, d’altronde, cosa ci si può aspettare da un ministro dell’Ambiente che per parlare di auto elettriche convoca i petrolieri e non le associazioni ambientaliste?

Via | Ministero dell’Ambiente

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