31/10/10

Tutte le balle di Alessandro Sallusti sul Bunga Bunga


L'unica cosa che salvo di Alessandro Sallusti è che si chiama come mio figlio (che non si chiama 'Sallusti', naturalmente). Purtroppo non tutte le ciambelle riescono col buco. Perlomeno con un buco solo, perché anzi Sallusti di buchi ne ha tanti, e li usa nei modi più disparati. Non parlo dei tipici buchi tanto in voga nei Bunga Bunga del trio Mora-Fede-Berlusconi, ma di quelli che rendono le sue argomentazioni talmente traforate da fare invidia alla collezione pizzi & merletti di tutte le nonne d'Italia.

Prendersela con Sallusti è come sparare sulla Croce Rossa, ed è una cosa che fanno solo gli americani in Iraq. Un po' fa tenerezza, con quegli occhioni da gattone implorante, che sembra chiedere il permesso di andare via, perché lui non ci voleva andare in tv a dire quelle stronzate, ce lo hanno mandato. Sallusti non crede alle cose che dice, come quando ebbe il coraggio di chiedere, davanti ad uno sconcertato Peter Gomez: "Perchè: cosa c'entra Dell'Utri con Berlusconi?". Le dice timidamente, con voce tremante. Ogni volta che finisce una frase, fateci caso, esita un po', giusto il tempo di controllare se dopo averla sparata tanto grossa qualcuno non lo cacci fuori a pedate. Quando si rende conto di averla fatta franca, attacca con la panzana successiva, consapevole che ogni giro potrebbe essere l'ultimo. Sembra Ayeye Brazorf alle prese con il suo controllore: colto in castagna, inventa scuse inverosimili a cui crede solo lui, ma che gli consentono di prendere tempo mentre si prepara la fuga.


Famiglia Cristiana definisce il suo editore malato e privo di autocontrollo? Sì, ma allora i preti pedofili?

Berlusconi fa i Bunga Bunga con le minorenni? Sì, ma nel privato può pagare chi vuole, a me interessa che governi. Fa niente che lo sfruttamento della prostituzione e l'adescamento di minori sono un reato anche nel privato, e fa niente che oggi persino la Marcegaglia dica che ormai il premier non fa più neanche quello: governare.

Abbiamo un Presidente del Consiglio puttaniere e vagamente pedofilo? Lui riesce a tirare in ballo i 150 anni dell'unità d'Italia, Vittorio Emanuele II e Garibaldi che erano grandi fedifraghi, solo che avevano la fortuna di non vivere nell'era dei media. Non importa se fedifrago significa marito infedele, che è diverso dal praticare turismo sessuale al contrario, ovvero portare a casa propria bambine extracomunitarie con la mediazione di Lele Mora e, pare, di Emilio Fede.

Il proprietario di Mediaset e del Giornale sta svergognando l'Italia davanti al resto del mondo? Non è colpa sua: sono Il Corriere e Repubblica che pubblicano verbali senza aspettare che emerga la verità ultima. Se l'intervista fosse durata di più, lui che dirige il quotidiano che spacciò una lettera anonima per un'informativa dell'autorità giudiziaria, avrebbe perfino sostenuto che il dossieraggio non è un buon modo di fare informazione.
Berlusconi si rende ricattabile? Bisognerebbe provare che è stato ricattato. Qualcuno spieghi a Sallusti la differenza tra ricattabile e ricattato. Sarebbe come dire che per sostenere che un auto senza freni è pericolosa, prima bisognerebbe provare che abbia avuto un incidente.

Il capo del governo telefona in questura per far rilasciare un'indagata? Ma no... era semplicemente per dire: 'guardate, so che questa ragazza non ha nessuno, e vi segnalo che sta arrivando una persona che può prendersene cura'. A Sallusti non interessa il fatto che nessuno può telefonare in questura per suggerire chi può prendersi cura di una persona accusata di furto, ma soprattutto finge di ignorare il contenuto della telefonata, così come deposto da Pietro Ostuni, capo di gabinetto che solleva la cornetta: « Dottore - spiega Berlusconi - volevo confermare che conosciamo questa ragazza, ma soprattutto spiegarle che ci è stata segnalata come parente del presidente egiziano Mubarak e dunque sarebbe opportuno evitare che sia trasferita in una struttura di accoglienza. Credo sarebbe meglio affidarla a una persona di fiducia e per questo volevo informarla che entro breve arriverà da voi il consigliere regionale Nicole Minetti che se ne occuperà volentieri». Parole che se pronunciate dall'uomo della strada otterrebbero una risposta irridente e sprezzante, perché la legge è uguale per tutti, ma se arrivano dal capo del governo... Un capo di governo che non solo si macchia del reato di abuso d'ufficio, ma anche di falsa testimonianza, dato che Karima (Ruby) non è affatto la nipote di Hosni Mubarak. E perché rischia così tanto? Perché è un uomo di cuore e aiuta tutti quelli che ne hanno bisogno, direbbe lui. Perché aveva qualcosa da nascondere ed era preoccupato, molto preoccupato delle eventuali deposizioni della marocchina diciassettenne, risponde chiunque abbia un po' di buon senso, tranne Sallusti.

Ma Sallusti non demorde, anzi si prende la briga di avvisarci. Stiamo attenti che stiamo leggendo la versione dei fatti di una ragazza molto confusa, una ragazza che in passato è stata protagonista di episodi di mitomania. Vorrebbe migliorarle, ma peggiora le cose, perché allora dovrebbe spiegarci cosa ci faceva una mitomane confusa nella residenza privata del Presidente del Consiglio e, soprattutto, perché lui si prenda la briga di intervenire personalmente per trarla d'impaccio. Che ambienti frequenta Silvio Berlusconi?

Per il gran finale, il condirettore del Giornale si riserva lo scivolone più imbarazzante: la cena con George Clooney non è mai esistita. Come fa Sallusti, che ammonisce tutti a non credere a una fonte inaffidabile come le parole di Ruby, a ritenere viceversa sicura questa indiscutibile verità? Quali sono le sue fonti? Gliel'ha detto Emilio Fede, o gliel'hanno detto Lele Mora e Berlusconi? I casi sono tre: o non lo sa, e sta quindi bluffando, o sa che la cena c'è effettivamente stata ma è troppo imbarazzante renderlo noto, oppure sa che quell'unico particolare è inesatto. Nel primo caso sostiene il falso, nel secondo conferma implicitamente tutta la storia, mentre nel terzo caso ruzzola giù per un pendio ripido e imprevisto: criticare una vicenda complessa come questa limitandosi a negare che una delle sue parti meno influenti sia mai avvenuta equivale ad ammettere che tutto il resto sia vero.

Ah, Sallusti, Sallusti! Cosa non si fa per amore...

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1 commento:

  1. sallusti sei una merda se passi a Roma fallo sapere ti verro' a sputare sulla tua faccia di cazzo.
    firmato
    un precario di 46 anni
    p.s.;ti scriverei anche il mio nome ma sapendo che quelli come te hanno la tendenza ad arricchirsi sulle spalle dei meno abienti come me x il momento te la piji 'nder culo stronzone

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