23/11/10

Aumenta ancora il prezzo del cibo.

Mentre diluvia da giorni con andazzo monsonico, come non ricordo dalla mia infanzia (novembre era il mese delle pioggerelline continue e fastidiose) arriva l'ennesimo inascoltato appello ONU.

Il prezzo del cibo è destinato a salire di un ulteriore 10-20%... il prossimo anno, e non tra decenni. La causa: raccolti scarsi e riserve in esaurimento. Dato che i Paesi maggiormente colpiti saranno quelli africani ed asiatici la cosa non interessa a nessuno, eppure il report parla chiaro. Il prezzo aumenta, e se noi non soffriremo la fame soffriremo però i costi in salita.

L'entità dei raccolti del prossimo anno sta diventando sempre più critica. Per riempire le riserve e abbassare i prezzi, sono necessarie sostanziosi aumenti di produzione.

Aumenti che paiono sempre più improbabili. Il prezzo di mais e grano è cresciuto del 40% in pochi mesi, lo zucchero e il burro battono record trentennali, e la produzione mondiale di cereali cala del 2% anziché crescere dell'1,2% come era stato anticipato in giugno. Le motivazioni? L'uso dei cereali come carburante, i cambiamenti climatici (come la tremenda siccità estiva in Russia), e la nuova malattia del grano che dilaga - Ug99, di cui si cominciò a parlare nel 2007.

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