18/11/10

Lo sfogo di Clementina Forleo

Lettera aperta di Clementina Forleo, gip di Cremona, all’ex pm di Catanzaro ora eurodeputato IdV rinviato a giudizio per omissione di atti d’ufficio (non aver indagato su altri magistrati di Lecce e di Potenza denunciati da una vittima dell’usura)

dal blog di Carlo Vulpio

Pubblico questa lettera aperta di Clementina Forleo, apparsa anche sul blog del destinatario della medesima, seminascosta tra una decina di commenti, perché aiuta tutti, ma proprio tutti, a capire molte, ma molte cose.
A parte il “Caro Luigi”, sono naturalmente d’accordo sull’intero contenuto della lettera della dottoressa Forleo.

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Caro Luigi,
non scendo nel merito della vicenda processuale che ti riguarda.
Mi auguro che tu possa uscirne indenne e sono d’accordo con te – a prescindere da tale accadimento – nel concludere che quando si pestano, per amore del proprio dovere, troppi calli ci si espone a ritorsioni di ogni tipo.

Ti chiedo:
1) quanto vale per te, non credi debba valere per tutti? O la tesi, giusta o errata che sia, del complotto o della mera individuale ritorsione di qualche magistrato “poco serio” vale solo per alcuni?
2) sono solo i magistrati massoni o ufficialmente (ossia per la cronaca) “incriccati” ad essere i nemici delle persone perbene?

Come ben sai, dopo averti disinteressatamente difeso ad Annozero – ma in realtà dopo aver pestato i calli di signorotti che ben conosci – non solo sono stata esiliata in quel di Cremona (bella cittadina, per carità) e privata di ogni forma di protezione personale nonostante numerosissime minacce seguite puntualmente da episodi inquietanti, ma sono anch’io stata oggetto di procedimenti disciplinari e penali (che mai mi avevano sfiorato nella mia vita e nella mia carriera, sempre definita da “ottimo magistrato”), nei quali mi sono difesa e mi sto difendendo con non pochi disagi anche economici per me e per la mia famiglia.
Nel mio caso la massoneria purtroppo, se c’entra, c’entra poco o quantomeno c’entra in parte (diciamo anche a metà).
A volere la mia morte civile e il mio isolamento – come del resto quelli di Carlo Vulpio (che continuo a difendere disinteressatamente, sperando di non venire anche in tal caso delusa) – non sono state o non sono solo state – le cricche e cricchette cui ti riferisci.

Sai bene chi mi ha voluto infliggere il colpo mortale: squallidi personaggi politici che si oppongono al Caimano solo per brama di potere, ma che per la loro ipocrisia mi fanno ancora più paura; insigni magistrati di correnti di “sinistra” che non sono diversi – lo sai bene – di quelli di “destra”, con la differenza che non si vergognano a sventolare la Costituzione che calpestano ogni giorno quando tocca inaugurare l’anno giudiziario, con farse che dovrebbero riguardare altre categorie.

Basti pensare al dottor Bruti Liberati, ad esempio, leader della corrente Magistratura Democratica (si chiama ancora così?). Quello stesso Bruti Liberati nominato Procuratore di Milano con voti bipartisan, come “profetizzato” dalla signora Tinelli (Pd) in una nota telefonata, che è sempre lo stesso Bruti Liberati per il quale giorni fa in Questura non è successo nulla, e che dovrà prima o poi anche spiegare ufficialmente, qualunque sia la mia sorte:
a) da chi ricevette nel marzo 2008 le carte che arrivarono dal Parlamento relative al senatore Latorre;
b) perchè non me le si trasmise nell’immediatezza;
c) perchè le rispolverò, unitamente agli altri membri del pool proprio il 29.7.2008, trasmettendole al mio ufficio per decidere “con urgenza” quando casualmente ero assente per pochi giorni e – guarda caso – il giorno prima che venisse depositato il parere sulla mia professionalità, in cui un altro magistrato della stessa corrente (dopo essere stato peraltro pescato con le mani nella marmellata nell’interferire con le mie funzioni) dava atto del mio “deficit di equilibrio”, venendo subito promosso a Presidente di Sezione.
Seguivano, inutile dirlo, promozioni di tutti i protagonisti della rocambolesca vicenda, con la quale, effettivamente, ero e sono – per la mia serietà e il mio rigore – “incompatibile”.

Come vedi, dunque, non è solo un problema “tuo” quello di difendersi a vita per essere stati “scomodi”.
Con l’amara differenza che nel mio caso, come nel caso di Carlo Vulpio, gli attacchi di cui parli – come i vergognosi e omertosi silenzi sugli stessi – vengono proprio da persone con cui hai preso ad accompagnarti e da ambienti che hai preso a reputare “amici”.

Clementina

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