22/01/11

L'Aquila, un anno e mezzo dopo arriva il certificato di morte (presunta)

L'aquila.jpgEcco la realtà.La zona rossa dell'Aquila, al 20 Gennaio 2010.

L'intero centro storico è ancora off limits, eccettuate un paio di piazze ed i percorsi relativi, probabilmente per permettere qualche compiacente ripresa televisiva. TUTTI gli abitanti o quasi del centro sono ancora sfollati. La città è ancora morta.

Mentre tutti si arrabbattano dietro alle ultime rivelazioni sui supporti idraulici del premier e le sue seriali quanto artificiose prestazioni, stamattina in un dibattito sul Bunga-tema, ho sentito una frase che mi ha riportato di colpo alla realtà dell'orrore fallimentare e crepuscolare in cui sembra piombato il nostro paese.

Mi ha ricordato che certi disordini della vita "privata" e della sessualità raramente vanno disgiunti da analoghi e maggiori "disordini" nella vita pubblica e sociale.

Uno dei giornalisti ed opinionisti intervistati ricordava l'Aquila, i due che ridacchiavano oscenamente poche ore dopo il terremoto, le malversazioni connesse, gli enormi sprechi, le spaventose "New-towns"

Il suo collega con una scrollata di spalle ha risposto: "Vabbè ma si sa: il Centro Storico dell'Aquila costerebbe 19 miliardi di euro a ricostruirlo, QUINDI, non verrà MAI ricostruito."

Sono rimasto, come dire pietrificato.

Perchè era da un lato OVVIO che aveva TRAGICAMENTE ragione, dall'altro OVVIO perchè questa tragedia si fosse compiuta.

Ovviamente si sarebbe potuto, tranquillamente, ricostruirlo, assegnando alle famiglie aquilane con le case disastrate le risorse usate per costruire le orride new towns ed ingrassare sciacalli vari.

OVVIAMENTE, questo avrebbe impedito di gestire il business in modo, come dire, centralizzato.

Eravamo stati, tanto per cambiare, addirittura profetici quando, nelle stesse ore in cui i due ridacchiavano, scrivevo questo post ed il giorno dopo quest'altro.

Ecco. Il Bunga Bunga è un schifo ma è solo l'ultimo, minore e più visibile e mediatico degli schifi che sono stati fin qui accettati, con qualche mormorio, borbottio e vana dichiarazione della sedicente opposizione.

Il motivo di tanta tiepidezza, in fondo, non è certo quello di non giocarsi l'elettorato "moderato". Piuttosto il ben conosciuto meccanismo secondo il quale carriera politica, nel nostro paese, la fa solo chi ha qualche scheletro nell'armadio, chi è, in qualche misura, sempre ricattabile o "stoppabile".

Magari sono cose minori, come, per rimanere al talk show da me citato, la Melandri con l'appartamento in comodato gratuito o che balla alla festa di Briatore in Kenya. Ma sono sufficienti a zittirti, a trasformare una fiera invettiva in un imbarazzato balbettio, come infatti è puntualmente successo alla parlamentare.

Quindi si borbotta, si blatera, si fa un poco di teatrino, ma senza mai esagerare ne uscire dalle righe, dal seminato, dal politically correct, perchè anche te, nel tuo piccolo...

Ecco perchè ormai, dal nostro agonizzante sistema, Bunga o non Bunga, non può saltare fuori nulla di buono.

Ecco perchè un ricambio totale o quasi, una massiccia rottamazione, certo, su basi prima di tutto di trasparenza, competenza ed eticità, è vitale e necessaria.

E' assolutamente evidente che sono proprio e solo le posizione cosiddette "radicali" quelle che possono (potrebbero) provare a girare davvero pagina ed una opinione pubblica sempre più portata a ritenere che non è più tempo di moderazione, farà si che vengano premiate alle elezioni, ai danni degli abitanti del putrescente stagno. E' tuttavia del tutto incerto/improbabile che possano arrivare a formare un governo stabile.

Se riuscite ad immaginare che la lega da un lato o Di Pietro, Sinistra e libertà e Movimento 5 stelle dall'altro riescano a mettere su una maggioranza decente, siete decisamente MOLTO più ottimisti di me.

Sarebbe bello SE si capisse cosa, esattamente ci si gioca, in questi giorni, settimane e mesi.

Con tutta evidenza non lo si capisce DAVVERO. Decenni di quieto vivere, fanno si che perfino tra noi catastrofisti regni l'incredulità su potenziali scenari di tipo reazionario/rivoluzionario.

Siamo troppo pigri, assuefatti, cinici, egoisti etc etc.

Uh beh, lo dicevano anche del popolino Parigino, Russo, Milanese, Romano, Napoletano, New Yorkese, Madrileno...magari dopo aver avuto ragione per secoli interi, ritenevano di poter stare abbastanza tranquilli, invece...

Non c'e' da augurarselo (se uno non ama la violenza) ma questo, dell'avvitarsi in uno stato rivoluzionario/reazionario, resta uno scenario possibile o addirittura probabile, dando retta alla Storia, piuttosto che al nostro placido vissuto.

Una cosa, comunque vada, è certa, quanto tragica.

Il citato opinionista/giornalista ha quasi sicuramente ragione.

Non sarà facile, anzi, sarà quasi impossibile trovare le risorse per ricostruire l'Aquila.

Uccidere una delle più belle città d'Italia, quindi del mondo, è un reato contro l'umanità: probabilmente il primo di queste proporzioni in Italia, dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.

Probabilmente non è un caso.

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