27/01/11

Rivolte arabe: la crisi sistemica presenta il conto.

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Seguo con assoluta fascinazione quello che sta accadendo nei Paesi nostri dirimpettai, Tunisia ed Egitto in primis. Sono anzitutto colpita dal fatto che siano rivoluzioni "internettiane", anche in Paesi dove la diffusione della Rete è sicuramente inferiore che da noi, più che spinte da pressioni religiose o dalle solite pastette politiche. Mi stupisce moltissimo, altresì, come la nostra stampa stia dipingendo tali rivolte: niente immagini di spaccavetrine, niente scandalo per "i bravi cittadini che devono sopportare il caos", niente disgusto per i "nullafacenti che rompono tutto invece di andare a lavorare", insomma nulla della solita retorica che in genere non ci risparmiano quando si tratta di rivolte casalinghe. Sembra quasi che i nostri media facciano il tifo per i rivoltosi, e francamente un po' disturba questo usare due pesi e due misure per l'insoddisfazione popolare.

Tant'è, in ogni caso tra un bunga bunga e l'altro riusciamo almeno a farci un'idea.

Ma quello che più di tutto fa riflettere è il capire come queste rivolte-rivoluzioni siano perfetto specchio e conseguenza della crisi sistemica. Alla radice, la fatale triade energia-acqua-cibo che inizia a colpire in modo evidente. I Paesi arabi importano più della metà del loro cibo (e no, non parliamo di caviale del Volga), e l'aumento dei prezzi dei cereali di questi ultimi mesi ha esercitato una pressione insostenibile sulle masse di disoccupati. Molti Paesi sono anche in deficit d'acqua, e stanno usando acqua non rinnovabile (riserve sotterranee) per riuscire a mantenere i livelli di produzione agricola. I cambiamenti climatici (che in quelle zone non prevedono certo nevicate, ma caldi estremi) contribuiscono, asciugando fiumi e torrenti.

E per quanto riguarda l'energia? Il fatto che molti siano Paesi produttori di petrolio non deve ingannare; con la produzione in calo e la domanda mondiale crescente, i governi si trovano alle prese con il dilemma se vendere all'estero il petrolio o continuare a sostenere la domanda interna, spesso pesantemente sovvenzionata. Veder aumentare la benzina anche di pochi centesimi è drammatico, per un disoccupato. Ricordiamo poi che l'energia è legata sia alla produzione di cibo, che all'elettricità, spesso prodotta per via idroelettrica - ancora l'acqua.

Il mix è esplosivo. So che qualcuno ricorderà il problema della sovrappopolazione: ma anch'essa è legata alla Rivoluzione Verde, e al surplus di cibo ed energia di cui abbiamo goduto negli ultimi decenni. Siamo giunti al capolinea.

Siamo giunti al capolinea anche per quanto riguarda la corruzione, il malgoverno, l'oligarchia e la Casta in cui paiono essersi trasformate gran parte delle democrazie moderne, da quelle arabe a quelle occidentali. Governi che non sono in grado di dare una risposta al confluire di nodi al pettine, anzi riescono a peggiorare la situazione.

Una tempesta perfetta.

(Qui un bellissimo racconto delle rivolte egiziane fatto da chi... non c'era. Proprio internettiano!)

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