05/03/11

Il governo ci riprova, stop per decreto alle rinnovabili


Gli obiettivi di installazione nazionale per il Fotovoltaico, fissati per l'Italia in 8 GWatt entro il 2020, rischiano di essere raggiunti ben prima, grazie a un sistema di incentivi (Conto energia) che, così come in altre parti di europa, sta alla base delle migliaia di posti di lavoro creati con la Green Economy.

Il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani (meglio noto come produttore della trasmissione televisiva "Colpo Grosso", non è uno scherzo), si prepara a portare in parlamento l'ennesimo decreto vergogna, che di fatto azzererà il regime di incentivi (anzichè ridurlo gradualmente alla diminuzione naturale dei costi) una volta raggiunto l'obiettivo degli 8 GW di installato, cioè fra pochi mesi.

Tutte le principali associazioni ambientali e di categoria si sono quindi ritrovate in questi giorni a Roma per un Sit-In di protesta, senza però essere ricevuti dal ministro Romani, intenzionato a proseguire sulla strada di affossare sul nascere la Green Economy italiana, con il silenzio imbarazzante del ministro dell'ambiente Prestigiacomo.

Cosa dice in sostanza il decreto in via di approvazione ?

1) Stop agli incentivi previsti dal conto energia per il fotovoltaico una volta raggiunto l'obiettivo degli 8mila MW installati. Una potenza a suo tempo ipotizzata per il 2020, ma che secondo i dati del Gestore dei servizi energetici (Gse) verrà raggiunta in realtà nel giro dei prossimi mesi. Facile capire che gli effetti sul comparto sarebbero catastrofici, con un blocco immediato da parte delle banche dei finanziamenti di nuovi impianti.

2) Taglio retroattivo del 30% per gli incentivi per l'eolico. Anche in questo caso il messaggio sarebbe fin troppo chiaro: meglio stare alla larga dagli investimenti nelle rinnovabili perché sono una zona franca dove tutto è possibile, compresi provvedimenti in grado di penalizzare anche chi ha già tirato fuori i soldi.
3) Introduzione di aste al ribasso per gli impianti oltre i 5 megawatt. Giusto per tagliare le gambe a eventuali competitori dei grandi gruppi industriali.

In questo modo, l'Italia non si salva, tutti in attesa di un nucleare che (visti i tempi biblici italiani) non arriverà mai, ma intanto inizierà a drenare risorse dalle nostre bollette.

Update1: Sembra che il ministro Prestigiacomo si sia svegliato e abbia esternato una pervicace difesa agli incentivi sulle rinnovabili, vedremo se Romani terrà in considerazione i suoi provvidenziali e giustissimi rilievi.

Update2: La saga continua, sembra che le pressioni abbiano indotto il ministro Romani a stralciare dal provvedimento il limite di 8GWatt sul conto energia, ma pare abbia lasciato l'aberrante iniziativa di vietare ai Comuni di intervenire nei propri regolamenti edilizi per favorire iniziative sul fotovoltaico. E poi si incensano di volere il federalismo... boh!

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