07/05/11

Sergio Los presenta l'ecovillaggio solare di Alcatraz


Carissimi,
questa settimana lasciamo la parola a Sergio Los, il padre della bioarchitettura italiana, che insieme a Natasha Pulitzer e a Pietro Los ci presentano l'Ecovillaggio Solare di Alcatraz e molto altro ancora. Una eccezionale lezione sull'abitare che verrà presentata anche durante i Green Days di Perugia l'11 maggio 2011.
Buona lettura.

PRESENTAZIONE ECOVILLAGGIO SOLARE ALCATRAZ

1 - RIABITARE TERRITORI SVUOTATI DALL’URBANESIMO
L’urbanesimo delle società termo-industriali ha fatto abbandonare grandi territori antropizzati, che ora stanno progressivamente perdendo abitabilità. In Italia, come altrove, tali territori per preservare il loro paesaggio richiedono insediamenti umani continuativi, che possiamo definire come letteratura ambientale. Uno straordinario patrimonio di conoscenza che custodisce la nostra cultura e ci fa condividere un mondo ma che potrebbe diventare, se trascurato, una lingua morta. Questi territori, se lasciati a loro stessi, perderanno quella residua abitabilità e troveranno altri equilibri naturali coi quali sarà comunque necessario stabilire nuove relazioni per la nostra dipendenza dalle risorse primarie in essi contenuti. Eluderne la presenza sarebbe come andare dal fruttivendolo a comprare dell'uva importata da lontano, lasciando disseccare la vigna vicino a casa. Se, al contrario, ce ne prendiamo cura essa darà il massimo aiutandoci a raggiungere un reciproco equilibrio con l'ambiente circostante. Allo stesso modo i territori umbri rappresentano una grande risorsa se collegati alle nostre esigenze, aprendo così la possibilità, non solo di produrre risorse per la nostra sussistenza, ma definire inoltre una lingua condivisa in grado di esplicitarne l'identità - rendendola comunicabile, condivisibile.
Questo processo risponde al principio fondamentale dell'ecologia dove ogni organismo crea sempre i presupposti per la vita di altri organismi (mai solo per se stesso). L'abbandono delle campagne evidenzia quanto stiamo eludendo questa legge vitale: il nostro comportamento auto-referenziale, imprevidente, disconnette la nostra salute da quella delle altre specie vegetali e animali interrompendo le circolarità positive caratteristiche dell'ecosistema. È quindi auspicabile un’etica fondata sulla coesione responsabile tra le varie forme viventi, in contrasto alla coesione rigida o all’assenza di coesione (discoesione), caratteristica delle città termo-industriali. È necessario considerare quei territori abbandonati come sistemi viventi dotati di una dinamica particolare che, mancando di adeguata manutenzione, ne muteranno l'equilibrio ecologico escludendo l'uomo dal loro ciclo vitale. È importante pensare all'ecovillaggio nel suo territorio con le varie specie che vi convivono, per progettarlo in armonia con la logica che sottende il loro equilibrio.

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