03/06/11

Berlusconi infrange la legge. Del Pdl.


In molti nel Popolo della Libertà - dai vertici alla base - chiedono più democrazia interna. Insomma, esigono una svolta, dopo l'ultima catastrofe elettorale. Il Presidente del Consiglio risponde convocando in fretta e furia un "ufficio di presidenza", ed imponendo ai presenti la figura di Angelino Alfano, che lascerà il Ministero della Giustizia per diventare "segretario nazionale" del Pdl. Una nomina avvenuta "per acclamazione", "all'unanimità", "senza nessun intervento dissonante", ha spiegato orgoglioso il Premier. Per dirla in sintesi: ha deciso lui, e della democrazia interna, chi cacchio se ne fotte.

Ma il bello deve ancora venire. La figura di "segretario nazionale", all'interno del Pdl, non esiste mica. Lo statuto non la prevede affatto. I probiviri l'hanno cercata per giorni, all'interno delle pieghe del regolamento, ma niente. Per poterla istituire, e permettere ad Alfano di sverniciare il triumvirato composto da Verdini, La Russa e Bondi, bisogna convocare niente popo di meno che il "consiglio nazionale" del Partito. E seguire tutte le procedure del caso. Così ne raccontano su Italia Oggi:
Il "consiglio nazionale" del Pdl, a memoria, non pare essere mai stato riunito. Il sito internet del partito non ne dà notizia alcuna. Non ne elenca i componenti. Lo statuto prevede che ne facciano parte parlamentari nazionali ed europei, coordinatori regionali, provinciali, di capoluoghi, membri del governo, consiglieri regionali, capigruppo e vicecapigruppo nei consigli provinciali e nei maggiori comuni, e molti altri ancora. Sono parecchie centinaia di membri: quindi, un organismo impossibilitato ad agire e a dibattere. Al consiglio nazionale compete, fra un congresso e l'altro (ma quando mai si terrà il secondo congresso del Pdl, che sarebbe poi il primo vero?), modificare lo statuto. Viene la curiosità di sapere se avrà il numero legale per decidere, posto che occorre «il voto favorevole di 2/3 degli aventi diritto al voto». Sarà arduo riuscire ad avere presenti i 2/3 dei consiglieri, ammettendo che poi si esprimano all'unanimità.
Insomma, altroché "congratulazioni, Angelino!", piazzare il Ministro della Giustizia al vertice del Pdl potrebbe essere più difficile del previsto. Una bella grana. In ogni caso statene certi, ci sarà da divertirsi: nuovo lodo Alfano, autocertificazione congressuale, applauso breve, legittimo scavalcamento, quale improbabile cavillo caccerà stavolta il Premier, per sanare le trasgressioni alle regole che egli stesso si è dato?

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