10/06/11

Bugie, baci, bambole & bastardi


Come molti di voi sanno una delle mie grandi passioni è la Settima Arte (il Cinema)

Qualche anno fa (dovrei direi parecchi anni fa…) andai a vedere un mediocre film: “Bugie, baci, bambole & bastardi”, un film memorabile solo per il cast (Kevin Spacey e Sean Penn insieme non è cosa da poco) e che oggi mi torna in mente dopo lo spettacolino che ieri sera ho potuto ammirare al “concerto benefico” Bernanke & Friends… in occasione della pubblicazione del Beige Book
Leggo su altri blog articoli carichi di indignazione per quanto è stato detto, e/o per le errate previsioni economiche che negli anni Bernanke ha inanellato.
Un anno fa nel post “il bluff di Ben” ve l’avevo già raccontato, ma la sostanza è che dare previsioni errate è parte del suo lavoro. Dobbiamo imparare a distinguere i ruoli se vogliamo comprendere il significato reale di quanto ci viene comunicato. Ben Bernanke non è uno sprovveduto che aspetta di farsi fare la lezione di macroeconomia da un manipolo di attenti blogger. Insieme al suo staff fa le sue analisi, ma il suo lavoro è quello di regolare il mercato ed i tassi attraverso la politica monetaria e la comunicazione. Dire bugie è il suo mestiere.
Facciamo un esempio:
il membro del Fomc (Federal Open Market Committee) e presidente della Federal Reserve Bank di Philadelphia , Charles Plosser, ha detto:

“La debolezza inattesa dell’economia americana e’ probabilmente temporanea. Gli aggiustamenti morbidi non sono poi cosi’ rari. Questa debolezza probabilmente si rivelera’ un aggiustamento temporaneo e morbido, i fondamentali restano sani per
l’economia che riprendera’ la crescita a un ritmo moderato nel secondo semestre di quest’anno, per poi rafforzarsi un po’ di piu’ il prossimo anno. Nonostante la debolezza del primo trimestre, mi aspetto una crescita annua tra il 3 e il 3,5% per il restante di quest’anno e per il prossimo, alcune delle debolezze viste a inizio anno erano probabilmente dovute alle condizioni climatiche estreme, ai prezzi dell’energia elevati e ad altri eventi transitori.” Plosser ha detto infine che “i dati di maggio sul mercato del lavoro sono stati deludenti, ma non ho perso la speranza per questo settore. Mentre l’economia si rafforza, le prospettive per il mercato del lavoro continueranno a migliorare, con il tasso di disoccupazione che scendera’ tra il 7 e il 7,5% entro la fine del 2012 e si attesterà all’8,5% entro la fine di quest’anno.”

“Se ci sono problemi sono temporanei o transitori, ma ho fiducia che tutto andrà per il meglio” per dirla in poche parole. Un chirurgo prima di entrare in sala operatoria vi direbbe mai: “guardi, soffrirà molto e inutilmente, perché lei è spacciato“? Probabilmente no. Un chirurgo vi dirà: “Stia sereno, andrà tutto per il meglio, presto si stabilizzerà e tornerà a stare bene come prima“. Voglio dire: non ha importanza se a fine 2012 questi dati si verificheranno davvero oppure no, o meglio certo che ce l’ha, ma non allo scopo di giudicare un comunicato come questo, il cui scopo non é dirci come stanno le cose, ma alimentare la fiducia necessaria a creare un contesto in cui davvero le cose possano andar bene.

Ieri Bernanke, tra le altre cose, ha detto (riferendosi all’inserimento di regole meno stringenti per le banche):

Stiamo senza dubbio cercando in ogni modo di sviluppare un contesto che sia coerente e confacente con il riportare il sistema bancario alla sua vitale e sociale funzione di estensore del credito.

Funzione sociale? Con quei bonus milionari si mette a parlare di funzione sociale?? Non è una presa in giro, semmai spiega candidamente che la ricchezza, la crescita -in questo mondo- arriva dal debito. (Per comprendere meglio come il credito alimenti o droghi una economia consiglio il post “Quando hai tutto, hai solo da perdere“). Solo se le banche saranno nella per loro vitale condizione di tornare ad erogare crediti in modo normale la società potrà tornare a puntare al benessere, e portare il benessere è evidentemente uno scopo sociale. La questione dei bonus milionari sta su un’altra pagine del libro se si approccia la questione da questo punto di vista.
L’idiosincrasia tra le parole del relatore e i pensieri del lettore è dovuta al concetto che sta alla base delle posizioni di ciascuno. Per molti una ricchezza che si basa sul debito è una anomalia, mentre per i propugnatori del sistema attuale il debito è strutturale, è una componente come le altre, anzi più importante di molte altre, per garantire una crescita dinamica e meritocratica.
La mobilità sociale senza credito sarebbe molto più bassa, consentendo la strada imprenditoriale solo a chi parte da posizioni di vantaggio patrimoniale, mentre il credito offre opportunità anche a chi ha delle qualità da offrire al Mondo, consentendogli di concretizzarle anche senza capacità patrimoniale di partenza.

Stiamo parlando di teoria, mi raccomando.

Dovremmo però tutti avere una visione meno dogmatica del concetto di debito, sia in un senso che nell’altro, perché comuqneu è evidente che la bolla del credito sia la causa di quello che stiamo vivendo da anni, e -nonostante le volute bugie di cui sopra- non è affatto alle spalle, ma solo sotto il tappeto, e neanche troppo ben nascosta.

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