09/06/11

Bye bye sinistra: il PD chiede l'intervento dei militari in Val di Susa.


Dove tutto cominciò. Il primo sondaggio per la TAV a Seghino. Fotografato dal sottoscritto nel 2006 per conto della Procura di Torino.

Il lenzuolo, OVVIAMENTE non l'avevo messo io.

Prima che me lo diciate voi lo dico da solo: Ok, ok, ok. PROBABILMENTE Destra e sinistra non hanno più senso, ormai, come indicazione strategico-politiche rispetto al tumultuoso divenire della storia. Fuor di metafora, noialtri geobloggers abbiam capito benissimo che tra i nostri decisori le ideologie sono morte, che le idee latitano, che quelle poche son confuse e che quelle pochissime che non son confuse sono VECCHIE. O sbagliate. O tutt'e due.

Abbiam compreso benissimo che di fronte al sempiterno mantra bellilavori-bellisoldi non c'e' schieramento che tenga.

Sappiamo ( o meglio crediamo/riteniamo di sapere) poi come abbiano RAGIONE I VAL-SUSINI a non volere la (Sedicente) TAV ed anzi nella loro lotta probabilmente facciano gli interessi della nazione tutta.

Lo sappiamo da lunghissima fiata, lo sappiamo con una certa consapevolezza ( si da il caso che me ne sia occupato direttamente, del progetto ( rectius di UNO dei progetti) della TAV, su incarico del Tribunale di Torino) e OVVIAMENTE ne abbiamo parlato, tra l'altro in un interessante batti&ribatti con i lettori, in questo post.

Quel che non potevo con tutta onestà immaginare è che, dopo un decennio di scontri, anche pesanti, di veri e propri assedi o addirittura "epiche battaglie", in un momento di crisi gravissima e profonda, non il moribondo, perituro governo reggente ma le forze rinnovate del partito egemone della (sedicente) sinistra abbiano deciso di alzare il livello dello scontro, con una richiesta, espressa e DIRETTA, da parte dei vertici regionali a Maroni, di FAR INTERVENIRE L'ESERCITO, a presidiare i cantieri, i macchinari e quant'altro.

Quali possono essere stati i motivi di una siffatta decisione?

Giorni e settimane di battaglie campali sulle tortuose stradine di montagna? Picchettaggi con contorno di pestaggi brutali ad ogni rotonda alla francese dei ridenti paesini disseminati lungo la valle? Saccheggi, incendi, devastazioni? La discesa di orde inferocite verso i palazzi del potere locale, a Torino? Un tentativo di defenestrazione di un assessore regionale, da parte di delegazioni di valligiani infuriati?

Niente di tutto questo. Sono bastate un paio di lettere minatorie, con l'immancabile pallottola acclusa, seguite ad una delle tante scaramuccie per impedire l'inizio dei lavori, per spingere due parlamentari PD ad invocare l'intervento dell'esercito grazie al riconoscimento del cantiere come "sito di interesse strategico (SIC!!!) e militare (SIC!!)".

Il tutto usando toni talmente accesi da spingere il Ministro degli interni ad intervenire per calmare le acque.

La voglia di dialogo con i comitati spontanei e le istituzioni della Valle è ben sintetizzata nelle parole del Presidente della Provincia, Antonio Saitta: in Val di Susa «oggi prevale la paura e il problema è solo di ordine pubblico». «La nostra parte politica non ha più niente da dire e gli attacchi a Esposito e Merlo confermano il nostro impegno per la Tav. Questo è il banco di prova del Governo: Maroni faccia rispettare la legge e apra il cantiere: un progetto migliore di quello attuale non è possibile».

Ecco. E se, dico SE, il progetto in SE fosse invece sostanzialmente INUTILE?

SE, e dico SE, la linea attuale fosse sostanzialmente sottoutilizzata e potesse essere ancora sufficiente PER DECENNI anche negli irrealistici piani di aumento del trasporto di merci e passeggeri, legati ad una crescita eterna, infinita, con medie cinesi, previsto nel documento introduttivo al progetto della TAV stesso?

Se quindi esistessero (eccome se esistono!) alternative al progetto proposto, in grado di far risparmiare MILIARDI?

Una cosa appare in ogni caso evidente, al di la del merito, pure essenziale, della questione:

Si è consumata, si sta consumando, una frattura irrimediabile, chiaramente bipartisan (le primarie, aho, son li per dirlo) tra la classe politica ed il paese reale, una frattura fatta di sospetto reciproco, rancore reciproco, incomprensione, profonda e forse irridimibile, reciproca. La storia della TAV è solo una scusa. La goccia che fa traboccare il vaso, il botto improvviso che fa saltare i nervi.

Quando si arriva al punto di invocare non tanto l'intervento delle forze dell'ordine, quanto quello dell'esercito, evidentemente ritenendo Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Forestali, troppo compromessi, oibò, con i rivoltosi, beh più che scendere una china pericolosa ci si sta buttando direttamente di sotto.

Più o meno consapevolmente si va allo scontro DURO.

Magari, FORSE inconsapevolmente, si ha intenzione di verificare, su scala locale e con rischi moderati, l'affidabilità dei soldati, professionisti del peace enforcing, in ruoli di politica interna proseguita con altri mezzi, di cui si prevede un revival prossimo a seguito di altre e piu' dolorose decisioni su scala nazionale (vedasi la Grecia).

In ogni caso appare evidente una cosa: i forcaioli, in cerca di soluzioni radicali al dissenso organizzato, quando governano, si dichiarano sempre moderati e sinceramente interessati al bene superiore del paese tutto.

Niente di nuovo, intendiamoci, lo sapevamo benissimo anche prima. Ma, per favore, cari esponenti del PD Piemontese, SMETTETELA di dichiararvi di sinistra.

Mica perchè questo voglia ancora dire qualcosa, sopratutto dal momento che lo dichiarate voi: soltanto perchè è storicamente ridicolo, politicamente idiota e moralmente inaccettabile.

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