30/07/11

Tutti i finanziatori del sistema Penati

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Dalla Banca Popolare di Milano guidata da Ponzellini alle società di Sarno, Di Caterina e Binasco: ecco chi ha aiutato l'associazione culturale Fare Metropoli e la campagna elettorale 2009 per le Provinciali dell'ex braccio destro di Bersani

“Io sono una persona onesta dottore, sono un ex operaio”. Pietro Rossi garantisce di non sapere nulla dei movimenti di Fare Metropoli, l’associazione attraverso cui Filippo Penati ha finanziato la sua attività politica girando ai suoi due comitati elettorali i fondi ricevuti anche da imprenditori e amici in rapporti con la Provincia da lui guidata. Dalla Corsica, dove è in vacanza, Rossi ci tiene a dirsi disponibile a “parlare con calma, quando torno”. Al telefono anticipa di non aver mai conosciuto Di Caterina e che sì “Binasco lo conosco certo, ma ne parleremo a Milano”. Nel frattempo sente la necessità di chiamarsi fuori: “Io non ho rubato niente eh, mai niente”. Rossi è stato nominato presidente dell’associazione con l’atto costitutivo del 30 dicembre 2008. Frequentava gli uffici di via Galileo Galilei 14, ha sempre presieduto le assemblee dei soci, nominato consulenti, tenuto i rapporti con il commercialista Angelo Carlo Parma, è a conoscenza dei bonifici, degli assegni, dei versamenti in contanti (sempre per importi inferiori a 12.500 euro, limite fissato dal decreto anti-riciclaggio poi ridotto a 5 mila dal 31 maggio 2010) di cui l’associazione e i comitati elettorali di Penati hanno beneficiato. E ha firmato le lettere con cui Fare Metropoli ringraziava i benefattori dei contributi stanziati “a favore dell’attività culturale della nostra associazione”.

Ne ha firmate parecchie, di lettere. Perché i contributi, versati a colpi di piccole quantità, hanno generato un flusso complessivo di diverse centinaia di migliaia di euro. Il bilancio dell’associazione non è pubblico. E i versamenti sono stati regolarmente registrati. Dai conti di Fare Metropoli sono usciti contributi ai due comitati elettorali di Penati, uno per la lista l’altro per la candidatura alla presidenza della Provincia. In via Galilei sono custoditi gli elenchi di quanti hanno contribuito, forse anche a loro insaputa, alla campagna elettorale dell’ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani.

C’è la Banca Popolare di Milano guidata da Massimo Ponzellini. E la banca di Legnano, il cui cda è presieduto da Enrico Corali, nominato da Penati nel board di Expo 2015. C’è la Stilo immobiliare finanziaria srl, di cui rappresentante è l’amico Antonio Percassi, il costruttore bergamasco ex calciatore da poco presidente anche dell’Atalanta, che è anche amministratore unico della Finser Spa, altra società che versa contributi alla galassia politica penatiana. In Finser siede anche Vittorio Bianchi, amministratore delegato della Stilo immobiliare. Versa contributi anche il gruppo Intini, gigante delle costruzioni di Sesto San Giovanni, in rapporti con Penati sia nella sua veste da sindaco dell’ex Stalingrado d’Italia, prima, sia da presidente della Provincia.

Il gruppo Intini partecipa attivamente a Fare Metropoli attraverso due sue società per azioni: Sma e Milanopace. Quest’ultima sta realizzando il complesso edilizio “Le torri del Parco” che prevede investimenti per 100 milioni di euro ed è stato progettato dall’architetto Renato Sarno, uno dei perquisiti mercoledì scorso per l’inchiesta della procura di Monza che vede indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito Penati. Anche il gruppo Sarno finanzia l’attività culturale di Fare Metropoli e la campagna elettorale dell’ex vicepresidente del consiglio regionale. A finanziare Penati ci sono anche società e partecipate riconducibili a due imprenditori: Pietro Di Caterina e Bruno Binasco. Il primo ha raccontato alla procura di Monza di aver versato tangenti per milioni di euro proprio all’ex capo della segreteria politica del Partito Democratico. Di Caterina ha creato dal niente una fortuna grazie ad appalti pubblici e costruzioni a Sesto San Giovanni. Titolare dell’azienda di trasporti Caronte srl mette anche a disposizione alcuni pullman per la campagna elettorale. Anche quando Walter Veltroni, nella sfida del 2008 contro Silvio Berlusconi, decide di girare in pullman l’Italia sale su mezzi della Caronte.
Il secondo, Bruno Binasco, è il factotum del gigante Gavio. Un universo che tra autostrade e costruzioni fattura oltre sei miliardi di euro ed è primo azionista di Impregilo. Binasco è indagato dalla Procura di Monza per aver finanziato illecitamente con 2 milioni di euro nel 2010 Penati. Il sistema ipotizzato dagli inquirenti è lo stesso usato nel 1993, quando venne arrestato per aver finanziamento illecitamente, con 150 milioni di lire di mancata restituzione di interessi su una caparra immobiliare, il Partito comunista tramite il “compagno G” Primo Greganti. Binasco, oggi, siede nel cda della società Tangenziale Esterne di Milano Spa (partecipata della Provincia) insieme a Pietro Rossi, nominato da Milano Serravalle. I due, come ha riconosciuto Rossi, si conoscono. E certo, come dice, “non c’è nulla di male”. Perché l’associazione era “in regola” e comunque “io non ho rubato niente”, insiste Rossi. Al massimo, “sarà malcostume” ma ci vediamo quando torno.

da Il Fatto Quotidiano del 29 Luglio 2011

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