Si tratta della triste storia di due giovani del sud del Paese, che le madri – convinte dalla campagna pro-vaccinale diffusa in Francia – hanno deciso di sottoporre alle tre iniezioni per la copertura contro il virus responsabile del cancro del collo dell’utero.
I primi, gravi sintomi post vaccinali subito dopo l’iniezione per Laura Agnès – 16 anni – e Laetitia Celli – 20 anni.
Laura si sottopone alla prima iniezione nel 2009, all’età di 14 anni, per volontà della madre, preoccupata per i dati forniti dalla campagna vaccinale televisiva.
I primi formicolii, con paralisi della gamba sinistra, a qualche mese dalla prima dose.
Alla seconda dose è il gomito a esser colpito, tanto che in ospedale si sospetta che la ragazza manifesti una malattia genetica.
Nel 2010 terza iniezione, ospedalizzazione e diagnosi di poliradiculonevrite (infiammazione del sistema nervoso periferico, n.d.r.), che di certo tranquillizza rispetto all’ipotesi precedente, ma non alleggerisce la gravità degli effetti prodotti dal vaccino.
Per Laetitia storia analoga: primi sintomi appena dopo la prima dose – nausea, vomito, febbre, vertigini – che si accentuano con la seconda iniezione. “Pugnalate nel ventre”, afferma la ragazza, con dolori, vertigini e vomito. La terza dose peggiora ulteriormente il quadro: Laetitia sta male continuamente, tanto da non poter più frequentare la scuola.
I medici delle strutture sanitarie alle quali le famiglie si rivolgono non credono al legame diretto tra vaccino antipapilloma virus e sintomi. Tuttavia i genitori delle due ragazze rivolgono domanda di indennizzo al CRCI di Lione (commissione regionale di conciliazione e indennizzo per gli incidenti medici).
Da parte sua, Sanofi Pasteur MDS – produttore del vaccino Gardasil – chiede di rivolgersi all’autorità francese preposta alla sicurezza dei farmaci (Afssaps) che ad oggi ha raccolto 1700 notifiche riguardanti il vaccino.
Denunce, riferisce Sanofi, che illustrano semplici rialzi febbrili a seguito della prima dose di vaccino, ed effetti collaterali gravi in proporzioni simili a quelle di un qualsiasi altro vaccino.
Le due giovani vittime del Gardasil dovranno attendere l’esito delle valutazioni che mettano in relazione diretta i loro sintomi (nel caso di Laura la diagnosi di poliradiculonevrite) con le tre dosi di farmaco.
Una relazione che – ad oggi – nessun medico ha ancora stabilito, sebbene il centro di vigilanza del farmaco di Grenoble abbia consigliato – in seguito al caso di Laura - di non sottoporsi alla terza dose di Gardasil.
Qui trovi l’articolo originale di LeMonde.fr.
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