10/09/11

La colpa del crack BCE è dei No Tav, che vogliono uccidere

No TAV La guerra dimenticata dai media Piero Ricca Claudio Messora

Uccidiamo il vitello grasso, bisogna festeggiare! Oggi Ernesto Galli Della Loggia è comparso all’uscio di casa, sulla prima del Corriere, e ha detto:

« Sì, Berlusconi si sta rivelando un pessimo presidente del Consiglio, non si sa come mandarlo via e di fronte alla crisi economica il governo si è mostrato di una pochezza e una goffaggine uniche. Sì, l’opposizione riesce solo a balbettare ma non è capace di nessuna proposta alternativa seria. Sì, la maggioranza è spaccata e l’opposizione è divisa. E per finire c’é l’abominevole casta che tutti ci sentiamo così bravi e onesti a detestare. E’ tutto vero, sì, l’Italia è tutto questo. »

Tutti i blogger primogeniti, come nella parabola del figliol prodigo, insorgono: “perché uccidere il vitello grasso quando noi queste cose le diciamo da anni e nessuno ci ha mai riservato neppure un francobollo sull’ultima pagina?”.
“Cari figlioli,”, rispose la rete, “voi siete sempre nel vero, e l’informazione libera è la vostra casa, ma bisognava rallegrarsi, perché questo vostro collega era morto ed è ritornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. Ma sarà vero?

Alt! Fermi con il vitello grasso, lasciatelo vivere. Guardate come prosegue l’articolo:

« Ma chi cerca di non fermarsi alla superficie sa che nessuno di quelli ora detti è il vero problema del paese. Il problema vero, profondo, strutturale dell’Italia sta altrove. Sta nell’esistenza di un immane blocco sociale conservatore il cui obiettivo è la sopravvivenza e l’immobilità. […] Ne fanno parte […] gli addetti a un ordine giudiziario intoccabile, i tassisti a numero chiuso, i farmacisti contingentati, […] il milione circa di precari organizzati, […] quelli che non vogliono che nel loro territorio ci sia una discarica, una linea Tav, una centrale elettrica, nucleare o che altro. »

Ok, rimettete il vitello grasso nel recinto e rispedite il figliol Galli Della Loggia da dove è venuto. Subito!

Sintetizzando, Berlusconi è un incapace ma il vero problema non è lui: sono i tassisti, i farmacisti, i precari, i No Nuke, i No Coke e i No Tav. Cioè i lavoratori che hanno pagato profumatamente licenze di esercizio che ora potrebbero valere carta straccia; quelli che da trent’anni vengono assunti dallo stato per fare da tappabuchi senza mai essere messi in condizione di farsi una famiglia e di avere un futuro; quelli che non desiderano per l’Italia una nuova Chernobyl, una nuova Fukushima e neppure qualche chilo di plutonio a spasso per i fiumi; quelli che all’aria inquinata e cancerogena prodotta in prossimità di enormi centrali a carbone preferiscono l’energia solare, eolica, a biomasse, geotermica, democratica e distribuita; quelli che non desiderano una linea ad alta velocità quando ce ne è già una a bassa velocità che non viene utilizzata appieno e che, soprattutto, non desiderano uranio e amianto nell’aria che respirano i loro figli. Tutti quelli insomma, pienamente tutelati dall’Unione Europea la quale prescrive che nessun’opera venga realizzata contro la volontà delle popolazioni locali.

Se è così, caro Della Loggia prodigo, io aggiungerei una categoria: i giornalisti. Non tutti, ma la stragrande maggioranza. Quelli che non hanno mai scritto dell’enormità di un conflitto di interessi che stava consegnando l’Italia nelle mani di un uomo solo; quelli che non hanno mai scritto che Berlusconi ha “rubato” la Mondadori comprandosi una sentenza; quelli che non hanno mai scritto che Dell’Utri ha due condanne per concorso esterno in associazione mafiosa ma fa il Senatore e dichiara, candidamente, che lo fa per sfuggire alla giustizia e che della politica non gliene “pò fregà dde meno”; quelli che se Dell’Utri era contestato a Como non era per i motivi anzidetti, ma perché c’erano dei facinorosi antidemocratici che non lo facevano parlare; quelli alla Cruciani che si vantano di non conoscere l’ultima intervista di Borsellino, dove il magistrato che subito dopo sarebbe saltato in aria dice che Vittorio Mangano era la testa di ponte della mafia al nord e che era in contatto con ricchi imprenditori; quelli che hanno passato sotto silenzio un Presidente del Consiglio, ricco imprenditore, che aveva come stalliere personale proprio “la testa di ponte della mafia al nord”, e che la chiamava “eroe”; quelli che lo hanno lasciato chiamare metà dei cittadini italiani “comunisti” e non hanno mai scritto che i comunisti non esistono più da tanto, e che in ogni caso non può essere un insulto; quelli che si sono inventati falsi attentati; quelli che hanno alimentato la paura del diverso, dell’extracomunitario, dell’islam; quelli che non hanno mai detto agli italiani che c’era la crisi; quelli che non hanno mai scritto che una parte del popolo si stava ribellando e riempiva le piazze; quelli che mandavano in onda servizi sulla carie degli orsi degli zoo, sugli squali, sui polipetti che prevedono i numeri del lotto mentre i cittadini manifestavano e prendevano le manganellate; quelli che sapevano tutto, ma tacevano nella speranza di poter raccattare qualche briciola.

E mentre Della Loggia accusa i No Tav di essere sostanzialmente i responsabili di una parabola politica insipiente che ha portato alla spaccatura di ieri della BCE, con le dimissioni di Stark che non vuole più pagare per la prodigalità del cosiddetto Club Med (i paesi dell’eterna villeggiatura per pochi, che dilapidano le risorse di tutti), il Ministro dell’Interno dichiara un’ora fa che i No Tav vogliono uccidere, aggiungendo: “si rassegnino, questi qua, perché l’opera si farà”.

Sapete, se io fossi Ministro dell’Interno e dovessi per forza procedere con un’opera come la Tav, ai danni di una popolazione locale sofferente e stremata da anni di battaglie per avere almeno il diritto di parola, quello negato loro dalla casta dei giornalisti, credo che direi qualcosa come “mi dispiace molto per i disagi causati ai cittadini della Val Susa, ai quali va non solamente la mia solidarietà in quanto responsabile dell’attuazione dei lavori, ma l’assicurazione che saranno ascoltate tutte le loro rappresentanze e che concorderemo insieme gli interventi più idonei a preservare l’integrità del loro territorio e la salute di chi lo abita, minimizzando gli interventi, riducendoli a quelli strettamente necessari e adottando tutte le precauzioni per estromettere eventuali connivenze mafiose dai cantieri e per minimizzare l’impatto sulla qualità dell’aria e dell’acqua. Se proprio si deve fare, la Tav la faremo insieme a loro, e non contro di loro”.

Non mi sarei mai neppure minimamente sognato di riferirmi a popolazioni locali, che in qualità di ministro rappresento, con la locuzione dispregiativa di “questi qua”, né mi sarei rivolto a loro con un arrogante “si rassegnino”.

Questo paese è morto, ma ad ucciderlo non sono stati i No Tav, bensì la diminuzione progressiva di ogni forma di rispetto per i cittadini, per i principi ispiratori della nobile professione del giornalista e per il venir meno di ogni etica politica, con l’occupazione delle istituzioni da parte di individui indegni, neppure lontanamente parenti dei nobili statisti che, in un’epoca lontana, hanno gettato le basi di ciò che abbiamo appena finito di distruggere.

Se Grillo è un violento, Maroni è un Black Bloc

Fonte articolo

Nessun commento:

Posta un commento

Visto lo spam con link verso truffe o perdite di tempo i commenti saranno moderati. Se commenti l'articolo sarà pubblicato al più presto, se invece vuoi lasciare link a siti porno o cose simili lascia perdere perdi solo tempo.